La poesia continua a sorprendermi. Accade di nuovo con la raccolta Poesie di Pablo Neruda (Grandi Tascabili Economici Newton). Una doppia lettura: in Spagnolo e in Italiano(a cura di Roberto Paoli). Nella versione in Spagnolo ho seguito il ritmo naturale e la dolcezza dei suoni; nella versione Italiana ho chiarito alcuni significati e riscontrato con piacere una musicalità in parte salvata.
Non sono riuscita a trattenere le lacrime durante la lettura di Ode a su aroma, è stata davvero un’epifania. Mi capita di versare qualche lacrimuccia quando leggo storie particolarmente coinvolgenti in cui mi ritrovo a mettere in discussione parti di me profonde e ben nascoste. Mi succede più raramente leggendo versi.
Mia soave, di cosa odori? Di che frutto? Di che stella? Di che foglia?…
Suave mía, a qué hueles,
a qué fruto,
a qué estrella, a qué hoja?
Cerca de tu pequeña oreja
o en tu frente
me inclino,
clavo
la nariz entre el pelo
y la sonrisa
buscando, conociendo
la raza de tu aroma:
es suave, pero
no es flor, no es cuchillada
de clavel penetrante
o arrebatado aroma
de violentos
jazmines,
es algo, es tierra,
es
aire,
maderas o manzanas,
olor
de la luz en la piel,
aroma
de la hoja
del árbol
de la vida
con polvo
de camino
y frescura
de matutina sombra
en las raíces,
olor de piedra y río,
pero
más cerca
de un durazno,
de la tibia
palpitaciòn secreta
de la sangre,
olor
a casa pura
y a cascada,
fragancia
de paloma
y cabellera,
aroma
de mi mano
que recorriò la luna
de tu cuerpo,
las estrellas
de tu piel estrellada,
el oro,
el trigo,
el pan de tu contacto,
y allí
en la longitud
de tu luz loca,
en tu circunferencia de vasija,
en la copa,
en los ojos de tus senos,
entre tus anchos párpados
y tu boca de espuma,
en todo dejò,
dejò mi mano
olor de tinta y selva,
sangre y frutos perdidos,
fragancia
de olvidados planetas,
e puros papeles vegetales,
allí
mi propio cuerpo
sumergido
en la frescura de tu amor, amada,
como en un manantial
o en el sonido
de un campanario
arriba
entre el olor del cielo
y el vuelo
de las últimas aves,
amor,
olor,
palabra
de tu piel, del idioma
de la noche en tu noche,
del día en tu mirada.
Desde tu corazòn
sube
tu aroma
como desde la tierra
la luz hasta la cima del cerezo:
en tu piel yo detengo
tu latido
y huelo
la ola de luz que sube,
la fruta sumergida
en su fragancia, l
a noche que respiras,
la sangre que recorre
tu hermosura
hasta llegar al beso
que me espera
en tu boca.
Ma non solo lacrime mi porta la poesia, ho anche sorriso e mi sono divertita con
Ode al gatto (ma il gatto/ vuole solo essere gatto/ ed ogni gatto è gatto/ dai baffi alla coda/dal fiuto al topo vivo/dalla notte fino ai suoi occhi d’oro;
Ode al cane (uomo e cane: un solo essere a sei zampe);
Ode al carciofo(poi /squama per squama /spogliamo la delizia/e mangiamo/la pacifica pasta /del suo cuore verde);
Ode al limone…”fresca architectura”;
Mi sono rattristata al ricordo di una Spagna dolente durante la guerra civile in
Explico algunas cosas
venid a ver la sangre por las calles,
venid a ver
la sangre por la calles,
venid a ver la sangre
por las calles!…
venite a vedere il sangue/ venite a vedere/il sangue per le strade/venire a vedere il sangue/per le strade!
Ho provato una nostalgia sofferente tra i versi di
Esili
Destierros! La distancia/se hace espesa,/respiramos el aire por la herida:/vivir es un precepto obligatorio./Así es de injusta el alma sin raices:/rechaza la belleza que le ofrecen:/busca su desdichado territorio:/ y sóli allí el martirio o el sosiego.
Esili! La distanza
Si fa densa,
respiriamo l’aria della ferita:
vivere è un precetto obbligatorio.
È così ingiusta l’anima senza radici:
rifiuta la bellezza che le offrono,
cerca il suo disgraziato territorio
e solo in esso il martirio o la pace.
Ho sentito un tocco di farfalla colorata leggendo
Ode a un Mattino del Brasile
La mariposas
Bailan
Rápidamente
Un
Baile
Rojo
Negro
Naranja
Verde
Azul
Blanco
Granate
Amarillo
Violeta
En el aire,
en las flores,
en la nada,
volantes,
sucesivas
y remotas…
E sento tenerezza leggendoLa Casa, nell’immagine infantile del treno-casa con quel “oruga orgullosa”-bruco orgoglioso regno di suo padre;
E provo stupore nell’ Ode al dente di capodoglio, testimone istoriato di una storia di separazione dolorosa tra due innamorati;
e poi rincorro l’ape operosa e silenziosa di
Abeja blanca zumbas, ebria de miel, en mi alma
Bianca ape assente, ancora ronzi nella mia anima.
Risusciti nel tempo, sottile e silenziosa.
Ah silenziosa.
Quanti versi ho sottolineato, quante immagini mi hanno colpito il cuore, gli occhi e la mente! Ma non credo sia il caso di procedere oltre con tentativi inutili di spiegare, spiegare, spiegare. La poesia non si spiega, si sente e basta.
E guarda caso oggi mi sono imbattuta in questa immagine che voglio riportare, a chiusura dell’emozione Neruda:
Un pensiero riguardo “P. Neruda-POESIE. Sorprese in versi”
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