K.Follett-LA CADUTA DEI GIGANTI. Ce lo racconta il nostro amico Vladimiro

Affidiamo al nostro amico  Vladimiro le riflessioni sul libro di Marzo, La caduta dei giganti di Ken Follett.

“Allora, Vladimiro, ci parli  di questo libro? perchè hai deciso di leggerlo? Cosa ti è piaciuto? Quali criticità hai notato? Quali conclusioni puoi trarre ?”

“Provo a rispondere per punti.

Perché ho deciso di leggerlo? Mi piace Follett, il suo stile, la sua ricerca storica e il modo in cui riesce a mediare tra vero e verosimile, tra Storia e Fiction.

I pilastri della terraHo adorato I Pilastri della Terra e mi sono predisposto al meglio nell’affrontare la nuova avventura con La Caduta dei  Giganti.

Cosa mi è piaciuto? Trovo fantastica la caratterizzazione e il punto di vista multiplo (un classico di Follett). Le stesse situazioni vengono vissute e raccontate da personaggi diversi, di diversa provenienza sociale (Lord, femministe, operai, minatori, religiosi, temibili estremisti ecc). Punti di vista dai vari “fronti”, spesso opposti, ma tutti  in qualche modo collegati tramite il sapiente filo rosso  con cui  l’autore riesce a tessere la tela del romanzo.

Bello  dunque il racconto delle varie  storie che si dipanano parallelamente in  cinque diversi paesi (Russia, America, Francia, Inghilterra e Germania). La grande Storia del periodo  1914-1920, suscita meno interesse, forse perché già nota  ai lettori di una certa età  e esperienza, come me.

Molto più interessanti sono invece le piccole grandi storie dei personaggi. Introdotti con una tecnica di “contrasto” (analfabeti espressivi ed efficaci, persone colte e presupponenti; donne di casa e suffragettes,   ecc) risultano convincenti e appassionanti.common-wikimedia-org 

Simpatico l’episodio che vede Billy nella Babele londinese alla ricerca di Ethel, sua sorella. Per la prima volta sente con stupore  una donna dire una parolaccia e  riesce a farsi capire pur non conoscendo  la “lingua”! I  personaggi prendono vita tramite le loro azioni, il loro comportamento, quello che gli altri  pensano e dicono di loro.

 Quali criticità ho notato? Ho provato una  sensazione molto forte e chiara che siamo di fronte a un’operazione commerciale. Il racconto nutre l’attesa del secondo e terzo volume. Si nota il tentativo di rendere la conclusione plausibile eppure aperta al sequel, se non “brusca” rispetto alla narrazione distesa del romanzo.

Finisce la guerra, il trattato di pace viene firmato, ma la Germania si sente umiliata…Cosa farà per recuperare? L’inflazione esplode: cosa accadrà? Cosa farà l’immigrato russo in America con le “opportunità” del proibizionismo? In una birreria di Monaco, viene un giorno bloccato un certo Adolf Hitler: chi sarà mai? In Inghilterra, tra Lord e amanti, troviamo due fratelli che non sanno di essere fratelli: cosa succederà? si “riconosceranno”?

Tutto è pronto per la prossima puntata eppure la tensione non è tale da spingermi a comprare il secondo volume  per leggere il seguito della storia. La conclusione? Sono sicuro che invece Follett mi conquisterà ancora…”

“Grazie Vladimiro. Alla prossima!”