D’estate si fanno tanti giochi. Alla radio va di moda interpellare gli ascoltatori sulla canzone del primo amore. Mi sento coinvolta e ritorno al mio primo amore e alla sua colonna sonora.
Ho nove anni e mi sono innamorata di un mio coetaneo, Pietro. Suo padre ha un negozio di generi alimentari sul corso, molto vicino a casa mia ma nello stesso tempo molto lontano. Il corso è una zona proibita per noi bambini che abbiamo il permesso di giocare solo intorno al nostro palazzo.
Ho scritto una poesia d’amore per lui. La faccio leggere a mia sorella maggiore che rimane molto colpita. Ma cosa fa, la traditrice? Invece di custodire il segreto della sua dolce sorellina ne parla con i suoi coetanei, la legge con loro e insieme la commentano, forse ridendo di me:
” Caspita, a soli nove anni un amore così!”
Pietro, come tutti i bambini della sua età, non sembra molto interessato alle femmine. Io lo trovo bellissimo, unico. Qualche volta viene nella nostra zona a giocare con gli altri maschi del quartiere. Nelle serate d’estate, dopo cena, noi ragazzini usciamo per prendere il fresco sotto casa, per giocare e per raccontarci storie dell’orrore.
A fine Giugno mia sorella-la-traditrice, organizza una meravigliosa festa per il suo compleanno invitando anche alcuni bambini, tra cui Pietro (che l’abbia fatto apposta per me?). Io indosso un meraviglioso vestito a pois celesti, con la gonna ampia, stretta in vita, ideale per ballare e svolazzare per la stanza. Balliamo come pazzi il ballo del momento, ascoltiamo anche Forse forse di Adriano Celentano e io devo aver detto ai miei amici che quel disco mi faceva impazzire. Verso sera scendiamo in strada per le ultime chiacchiere.

Alle nove di sera, la festa è finita, sono tutti contenti e in famiglia ci affrettiamo a riordinare la sala, le sedie, la cucina che torna ad essere cucina e non rifugio dei matusa mentre i giovani si divertono. Sento bussare alla porta, è Walter l’amico del palazzo vicino. Timido e impacciato mi porge un disco e mi dice: “te lo manda Pietro”. Rimango di sasso e penso: “se mi manda il mio disco preferito forse prova qualcosa per me”.
Prendo il disco tra le mani, tremante, dico a Walter di ringraziare Pietro e lo saluto con un sorriso sognante. Un’emozione profonda mi accompagna per tutta la notte e per molti giorni a seguire, durante i quali il 45giri fa lavorare il mangiadischi a ritmo frenetico, voglio rivivere a loop tutte le emozioni provate il giorno della festa. Dopo quell’episodio Pietro scompare fisicamente dal mio orizzonte, ma io continuo a cullare il mio sentimento, da lontano.
Alle medie iniziano le festine tra amici e in alcune di queste appare Pietro, sempre bellissimo e scanzonato. Non si interessa a me. Anzi mi sembra di capire che gli piaccia la mia migliore amica. Lascio che tutto vada per il suo verso. Il tempo guarisce ogni ferita e anche io entro guarita nella piena adolescenza, con un altro amore nella testa e nel cuore.
Non so che fine abbiano fatto quei quattro versi nati dal primo incontro con l’amore. Un amore così forte, così innocente, eppure così sconvolgente, nutrito anche da Forse, forse di Adriano Celentano, che diventa così la colonna sonora di un primo amore incondizionato e poetico.
Forse Forse
Forse, forse tu mi lascerai
Senza dirmi dove te ne andrai
Forse, forse tutto finirà, ma resterà
Il mio amore per te
Forse un giorno piangerai
E mi cercherai
Io correndo incontro a te
Ti stringerò forte a me
Forte a me
Forse, forse io ti perderò
E per sempre non ti rivedrò
Forse, forse tutto finirà, ma resterà
Il mio amore per te
Forse, forse io ti perderò
E per sempre non ti rivedrò
Forse, forse tutto finirà, ma resterà
Il mio amore per te
Songwriters: Giulio Rapetti Mogol / Giovanni Marchetti / Carlo AndreoniForse forse lyrics © Universal Music Publishing Ricordi Srl.
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