Questa mattina, mi ha commosso la lettera di Luca Mercalli su La Stampa, tratta dal suo libro Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali.
È una lettera tenera, piena d’amore, proprio come quella che una mamma scriverebbe ai suoi figlioli per aiutarli a capire le loro scelte e a prendere le decisioni giuste per una vita migliore.
Come una mamma usa un linguaggio semplice e chiaro, per farsi capire meglio, senza toni paternalistici, ma con dolcezza. E si sofferma sulle bellezze di questa nostra Casa, sul nuovo che l’ha abbellita grazie all’intelligenza dell’ Homo Sapiens.
Allo stesso modo però mette in guardia dalle brutture che lo stesso Homo Sapiens è riuscito ad inventare e che hanno deteriorato tutto il sapiente lavoro di autoconservazione del Pianeta/Casa.
E arriva il richiamo finale a Darwin e all’ineluttabile destino che attende l’Homo Sapiens, se non cambia rotta:
“O saprete sbarazzarvi dell’arroganza e dell’indifferenza verso di me, e con un grande scatto culturale farete della vostra civiltà un membro sostenibile del mio ambiente, oppure – l’ha scoperto uno di voi che si chiamava Darwin- l’evoluzione vi eliminerà perché non adatti, e io guarirò presto delle vostre ferite. Però mi dispiacerebbe che dopo così tanta fatica per avervi fatto emergere falliste così miseramente. Vostra madre Terra.”
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