Verità per Giulio Regeni-“La tua verità? No, la Verità, e vieni con me a cercarla. La tua, tientela.” A.Machado y Ruiz (Poeta Spagnolo 1875-1939)
I viaggi della speranza e della disperazione.
Viaggi nell'abisso. Samia: “Il Viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da quando siamo nati. Ognuno ha amici e parenti che l’hanno fatto, oppure che a loro volta conoscono qualcuno che l’ha fatto. È una creatura mitologica che può portare alla salvezza o alla morte con la stessa facilità. Nessuno sa quanto può durare. Se si è fortunati due mesi. Se si è sfortunati anche un anno o due…”p.122 -Non dirmi che hai paura-G.Catozzella
Io sto con Emercency
Guerre, Epidemie, Vite umane falcidiate... Per nostra fortuna c'è Emercency.
BREXIT- L’ora è scoccata
Sentimenti contrastanti accompagnano questo momento. Il mio cuore è lì, Oltremanica. E sento come uno strappo, un'ulteriore barriera tra me e i miei affetti. Ho bisogno di tempo e di freddezza per rielaborare il significato di questo evento .
10 Dicembre 1948 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Restare umani è un diritto-dovere. Dopo 70 anni, a che punto siamo?
25 Novembre 2020-Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
20 Novembre2020- Giornata Internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
5 Ottobre 2020-Giornata UNESCO dedicata agli Isegnanti
3 Ottobre 2013-3 Ottobre 2020 Ricordare, accogliere, progettare il futuro
Il 3 ottobre è diventato giornata della memoria e dell'accoglienza, una data in cui si ricordano le vittime del naufragio di Lampedusa e tutti i migranti che hanno perso la vita nel tentativo di arrivare in Italia, la porta dell'Europa.
23 Maggio-19 Luglio -Luci che non si spengono…
10 Maggio 2020-Festa della Mamma
dalla vita di una grande mamma...
2 Giugno 2020-Festa della Repubblica Italiana
Ossimori festosi: ferita, disorientata, fragile, eppure resiliente, meravigliosa e forte. La nostra Repubblica.
Amo l’Europa
1° Maggio 2020-Coraggio!
R.Guttuso-Portella delle Ginestre
25 Aprile 2020- Festa della Liberazione dal nazifascismo
23 Aprile-Giornata Mondiale del Libro
LIBERA-100 passi e oltre verso…
21 Marzo a Padova XXIV giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Con Amnesty International contro la pena di morte
8 Marzo 2020-Donne insieme con determinazione e speranza
21 Marzo-World Poetry Day. Arriva Primavera, in versi…
Il verso è tutto. G.D'Annunzio, Il Piacere, II,1
22 Marzo Giornata Internazionale dell’ACQUA-un diritto per tutti!
con Bertoli e Ligabue, nel vento che soffia e l'acqua che scorre...
27 Gennaio-Giornata della Memoria per continuare a ricordare, andando avanti
15 Marzo Climate Strike. Gli studenti del mondo manifestano per clima e ambiente
Fridays for Future- giovani alla riscossa- Appello disperato agli "adulti" Agite subito per questa nostra Terra! “Our house is on fire, I am here to say our house is on fire."
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Oggi il nostro pensiero va a tutti i rifugiati del mondo, uomini, donne, bambini in cerca di un posto che li accolga e li faccia vivere come persone libere.
No other words than Auden’s ones, in English, because only the original language of the poem makes you “breathe and sense” the sad rhythm of “Blues”.
Refugee Blues
by W H Auden (1939)
Say this city has ten million souls, Some are living in mansions, some are living in holes: Yet there’s no place for us, my dear, yet there’s no place for us.
Once we had a country and we thought it fair, Look in the atlas and you’ll find it there: We cannot go there now, my dear, we cannot go there now.
In the village churchyard there grows an old yew, Every spring it blossoms anew; Old passports can’t do that, my dear, old passports can’t do that.
The consul banged the table and said: ‘If you’ve got no passport, you’re officially dead’; But we are still alive, my dear, but we are still alive.
Went to a committee; they offered me a chair; Asked me politely to return next year: But where shall we go today, my dear, but where shall we go today?
Came to a public meeting; the speaker got up and said: ‘If we let them in, they will steal our daily bread’; He was talking of you and me, my dear, he was talking of you and me.
Thought I heard the thunder rumbling in the sky; It was Hitler over Europe, saying: ‘They must die’; We were in his mind, my dear, we were in his mind.
Saw a poodle in a jacket fastened with a pin, Saw a door opened and a cat let in: But they weren’t German Jews, my dear, but they weren’t German Jews.
Went down the harbour and stood upon the quay, Saw the fish swimming as if they were free: Only ten feet away, my dear, only ten feet away.
Walked through a wood, saw the birds in the trees; They had no politicians and sang at their ease: They weren’t the human race, my dear, they weren’t the human race.
Dreamed I saw a building with a thousand floors, A thousand windows and a thousand doors; Not one of them was ours, my dear, not one of them was ours.
Stood on a great plain in the falling snow; Ten thousand soldiers marched to and fro: Looking for you and me, my dear, looking for you and me.
Quando senti una certa inquietudine che non riesci a decifrare, ma che ti fa vagare senza meta per casa, non c’è niente di meglio che tuffarsi nella poesia.
La frenesia dell’ordine che la quarantena Covid19 ha generato in noi confinati, ha portato a qualche risultato rigenerante e così, l’immersione nei vecchi scaffali polverosi di libri, ha visto riaffiorare piccole perle preziose, come l’edizione Poeti dello Specchio di Mondadori. Risale al 1943 Vita di un Uomo 1 -L’ALLEGRIA 1914-1919 di Giuseppe Ungaretti.
Mentre leggo e il libro antico sembra sfarinarsi tra le mie dita, prendo nota di alcune poesie, ma nel farlo mi rendo conto che é un lavoro inutile. Tutte sono legate indissolubilmente l’una all’altra, evocative, avvolgenti, potenti.
Parole che leggo ad alta voce, in solitudine, con nelle orecchie la voce del grande poeta che recita alcuni versi dell’Odissea prima di ogni puntata della serie televisiva (1968). Il suono rende in pieno il gioco studiato della composizione, come un martello che ti colpisce dritto al cuore.
E così, nell’arco di un’ora o poco più, nutro l’anima e la mente con le parole- immagini del poeta, scolpite in quel suo “linguaggio essenziale ad un punto estremo”…
Di questa essenzialità e della sua origine parla Ungaretti nel breve video:
IL PORTO SEPOLTO
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto
Mariano 19 giugno 1916
Di questa poesia a me resta la libertà di potere immaginare quello che voglio, ripescando nella profondità di esperienze vissute. E poi rimane il fascino di “quel nulla d’inesauribile segreto”.
La poetessa Maria Luisa Daniele Toffanin fa un dono speciale a noi tutti, fuscelli fragili ma resilienti, trascinati nel “vento virale” del temibile Covid19. Il suo dono ci richiama altri grandi messaggi poetici e ci solleva lo spirito.
Alla fine, perché una fine ci sarà, l’umanità saprà trovare il modo per placare il vento virale che tanta sofferenza ci sta portando. E lo stesso vento, d’altra parte, ci avrà mostrato una strada per non ripetere errori tragici.
RILETTURE
SAN MARTINO DEL CARSO
Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto ma nel cuore nessuna croce manca è il mio cuore il paese più straziato.
Ungaretti
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevano noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.
Quasimodo
“Questo nostro presente ora così fragile più effimero di una bianca farfalla tra il tuo verde perenne!”
A COLLOQUIO CON IL POETA NEL VENTO VIRALE
I – NEL TERZO CONFLITTO GLOBALE
Poeta, anche il mio cuore è il paese più straziato e vorrei appendere alle fronde dei salici la cetra ora che l’ordine vitale da tempo scardinato d’improvviso s’è squarciato azzerando ogni liturgia e noi travolti tutti nel girone infernale del terzo conflitto globale.
Eppure, poeta-respiro segreto dell’universo se la Parola tace e il bello muore si spengono tutte le stelle interiori e noi naufraghi nelle tenebre. II – L’URGENZA DI BELLEZZA
Allora nel mistero inquietante intorno cerco raccolgo ovunque l’umile bellezza madre meditante d’ogni emozione la stringo tra le mani per scaldarmi il cuore.
È la tenerezza del tuo primo fiore o rosmarino, l’azzurra tua innocenza che muove memorie visioni: gli occhi miti del padre internato ormai sfumati dal tempo lo sguardo ardente di Alex rugbista presente lontano nel vento virale.
III – PENSIERI FRAGILI
Mi lascio alla brezza della preghiera che sempre mi è compagna colloquio patteggio con Dio l’invoco ripensando alla vita nel suo dare-sottrarre ché nulla invero ci appartiene alla certezza di ieri all’ansia improvvisa dell’ora gli affetti rateizzati i gesti assediati senza fiori pietosi nei Commiati.
Questo nostro presente ora così fragile più effimero di una bianca farfalla tra il tuo verde perenne! Ma lei già palpita vibra più d’ogni attesa le ali subito tese a nuovi impegni di volo metafora dell’umano esserci conscio del suo limes ma così tracimante d’amore nei luoghi del dolore nelle opere dei giorni, dono di sé sempre. IV – CONFORTO E SPERANZA Conforto per noi all’enigma dell’oggi del dopo speranza in terra risanata rigenerata abiurato il folle volo di Ulisse rimesso il morso ai cavalli impazziti a lungo senza più redini etiche e solidali.
Oscillando tra l’alfa e l’omega non sono mai stato tanto attaccato alla vita che ovunque a più voci mi chiama.
C’è fede nel dopo pure nel nido vissuto due uova minute si schiudono ancora ali future librate ignare sicure nel vento a noi infido miei diamantini tedofori di vita!
O poeta custode di memorie profeta sempre in vivai gemmati di speranza schiatterà anche il virus schiatterà sorgerà alfine un nuovo mondo! V – ANNUNCIO DI UN SOGNO
Lo annuncia, Rilke, la Voce-Luce che fedele avvampa la terra l’accende d’iride vesperale, fiammella s’immilla nel notturno mai si spegne mai, devota all’universa gente immacolata si rinnova all’alba di ogni giorno finché non sorgerà, Rilke, la purezza di un’alba celestiale lenimento a tutti gli affanni non esploderà una luce d’oro su l’universo intero risposta al mistero.
Si daterà un tempo altro come dalla prima creazione ne sortirà un uomo nuovo plasmato dalle attese disperanti: muoverà umili passi in ascesa della montagna dei Beati per una diversa umanità.
Allora ovunque soffusa diffusa esplosa la sinfonia del nuovo mondo colmerà i cuori risorti e usciremo a riveder le stelle.
Ricordate il mio post sul libro di Carlo FrutteroMutandine di Chiffon? In uno dei ricordi, evocati dal libro, ho parlato del mio professore di Arte, Mario Quaraglia e della sua influenza sulla mia formazione.
“Flashback dalla mia adolescenza: scatta l’emozione. 1963, seconda media unificata di recente, in una piccola scuola del centro di Avezzano, (vicino a casa, ci andavo a piedi a scuola, sola, senza problemi di alcun tipo), un professore indimenticabile di disegno e applicazioni tecniche, Mario Quaraglia, il mito che rincontrerò alle superiori e che mi guiderà con sapienza a creare le mie reti concettuali dove Arte, Letteratura, Storia, Scienze e Filosofia si intrecceranno in un caleidoscopio di rimandi, collegamenti, scoperte. Lezione di disegno geometrico, quasi alla Escher, o Picasso o Braque, non so…rigoroso, spigoloso e flessibile allo stesso tempo.
Ci invita a lasciar libera la nostra creatività nella scelta dei colori. E lì mi saltano dagli occhi e dal cuore il giallo e il viola! Magicamente. Ed è lì che lui mi sorride compiaciuto e mi fa i complimenti per il miglior abbinamento possibile che si possa fare con il viola. Ora, Fruttero e la sua copertina di Lorenzo Mattotti aggiungono all’armonia del gialloviola il calore terreno del rosso e dell’ ocra. Nuova armonia che mi invoglia.”
Le sorprese della rete
Indovinate cosa mi è arrivato dalla ragnatela delicata e forte della rete? Il flusso di emozioni dei figli del Professore, Gianluigi e Gianfranca, che hanno vissuto tramite le mie parole momenti di sorpresa, emozione, orgoglio, tenerezza e affetto per loro padre e per quello che egli ha rappresentato nella loro vita e perché no, anche nella mia.
Gianluigi mi manda questi versi di Mario, che mi fa piacere pubblicare e offrire alla vostra lettura. La poesia, ancora una volta condensa emozioni e memorie senza tempo.
Posted on dicembre 31, 2019 by affascinailtuocuore
Ci sono dei libri che alleggeriscono l’anima, tanto che, quando arrivi all’ultima frase, li saluti con un sorriso e un grazie di cuore. È il caso di OI DIALOGOI. I dialoghi di Bellavistadi Luciano De Crescenzo. Ho sempre ammirato De Crescenzo, mi piacevano i suoi limpidi occhi azzurri pieni di ironia, il bianco candido dei suoi capelli, quella cadenza napoletana da gran signore che incantava l’ascoltatore. Sì, perché oltre a leggere questo libro, nel lontano 1985, già me lo godevo in TV o al cinema.
I Napoletani sono l’ingrediente magico della narrazione di De Crescenzo che tira fuori da ciascuno dei suoi personaggi un aspetto caratteristico della caleidoscopica anima Partenopea. E lo fa anche con uno stratagemma narrativo e drammatico fantastico, il contrasto: con il milanese dott. Cazzaniga, con lo svizzero Herr Frankfutter, con Giorgio genero di Bellavista che viene a Napoli a sondare il terreno per vendere rifugi atomici! Esilarante. Il filosofo Bellavista coglie l’assurdità di tale progetto, ma lo sostiene per poter riavere la figlia a Napoli… Ci riuscirà?
Le lezioni di Bellavista sono perle di ironia e denuncia sociale. I suoi studenti (coinquilini, portiere…) lo amano e lo ascoltano quasi con devozione. Le sue riflessioni sui mali della società e sulle soluzioni proposte dai governanti spaziano nel tempo e mostrano somiglianze impensabili con la società contemporanea.
La lezione del professor Bellavista: Uomini d’Amore e Uomini di Liberta: Presepe vs Albero di Natale
Inno al dialogo
I dialoghi di Bellavista si ispirano a quelli di Platone in cui “la speculazione filosofica si mescola al racconto e al mito”. Il libro si apre e si chiude con un inno al dialogo:
Inizio-“Il valore di un dialogo dipende in gran parte dalla diversità delle opinioni concorrenti. Se non ci fosse stata la torre di Babele avremmo dovuto inventarla” Karl. R. Popper
Fine– “Dammi ascolto, o Critone, è la parola il vero dono del Dio, è il dialogo l’unica alternativa che hanno i nemici per evitare la contesa. Beati coloro che parlano, anche quando parlano troppo”
Assaggi
Prefazione: Signore e Signori vi presento Luciano e famiglia…
“Quando nacqui io papà aveva cinquant’anni e mamma quarantacinque. Questa grande differenza di età tra me e loro, ha fatto sì che nessuno dei due abbia potuto seguire l’evolversi della mia vita. Papà mi lasciò che ero appena enytrato all’Università e mamma quando ancora non avevo dato le dimissioni dalla IBM. Io non so se esista il Paradiso e se loro se lo siano guadagnato, ma lo spero moltissimo. Per mia madre non ho dubbi: se ci fosse un Paradiso da qualche parte, lei sarebbe lì. Diciamo che le spetterebbe di diritto. Casa negozio e chiesa, chiesa, negozio e casa, mammà non ha fatto altro che lavorare e pregare tutta la vita. Quanto a mio padre invece ho qualche perplessità…”p.11
Il Mancini di papà, l’arte contemporanea e il suo significato
L’arte moderna insegnata agli alunni di Bellavista è esilarante. Burri e Fontana visti attraverso gli occhi dei lavoratori Enel in gita aziendale alla mostra romana. “ «E dopo Burri ecco a voi Fontana ! »esclama Salemi e si ferma come folgorato . Evidentemente Fontana deve essere uno dei suoi autori preferiti. Il gruppo si distribuisce come può intorno all’opera e per qualche secondo nessuno osa fiatare. Il quadro in questione si presenta come una tela di colore begiolino, al centro della quale l’artista ha praticato, probabilmente con una lametta, un taglio in diagonale. Saverio, Salvatore e Luigino guardano in silenzio il taglio e si scambiano un’occhiata d’intesa. « Quando si parla di Fontana » inizia a dire Salemi «è improprio parlare di pittura. Anzi, diciamo le cose come stanno: sarebbe preferibile ammettere una volta per tutte, che per questo maestro non esiste una vera e propria distinzione tra pittura scultura e grafica,, secondo i significati tradizionali che si è soliti dare a questi generi. Lo stesso Fontana, nel suo Manifesto Blanco, preferisce collocarsi al di là di ogni definizione. Salvatore non ce la fa più: vorrebbe dire qualcosa, ma proprio in quel momento il prof. Salemi gli rivolge la parola «A questo punto lei potrebbe chiedermi: ‹Ma, allora se non è un quadro, che cos’è?› ‹Ecco professo’›: mi avete tolto le parole di bocca› esclama Salvatore felice di essere stato autorizzato a parlare .«che cos’è ?» «è un concetto spaziale» «questo è il titolo?» «No, il titolo è L’ Attesa...»p.29
A mezzanotte va: la “fame americana”, se non spari i botti a Capodanno sei un fallito e i tuoi figli sono tristi.
“Ad Alfonso il non avere i soldi per comprare i fuochi spiaceva solo per i bambini che ci avevano «messo il pensiero». « Cento volte meglio se fossi rimasto a lavorare in America” pensò Alfonso. In questo momento non mi troverei in una simile situazione. Dice: «ma anche lì tu facevi la fame?» «Sì, ma facevo la fame americana, non la fame italiana! A New York il sussidio di disoccupazione e di 300.000 lire alla settimana, in pratica quanto guadagna oggi in Italia un impiegato del Ministero con dieci anni di anzianità. Uno dice: “la fame” come chissà che avesse detto! E no, non basta, bisogna anche precisare: “la fame dove? “ perché una cosa è avere fame in America, un’altra cosa averla in Italia e un altro ancora in Etiopia. L’importante è scegliere un paese che abbia una fame accettabile.” P.61
Socrate, Napoli, l’automobile e le soluzioni filosofiche
Socrate. Io credo che tutto quello che ha inventato questo nuovo Dio che tu chiami Progresso sia solo una serie di- prolunghe- . L’automobile è una prolunga delle gambe, il telefono una prolunga dell’ orecchio, il televisore dell’ occhio e il computer del cervello; ma nessuno di questi nuovi marchingegni, che io sappia, è mai riuscito a cambiare l’Uomo nel suo profondo. Passano gli anni infatti e, malgrado le nuove prolunghe immesse sul mercato, gli uomini continuano a comportarsi come sempre. Non ci sono forse, ancora oggi, uomini ambiziosi come i Alcibiade, gelosi come Menelao e invidiosi come Tieste? Quando, come spero, il Progresso sarà capace di produrre a un prezzo conveniente anche l’Amore e la Libertà, allora io, caro Aristogamo, diventerò un suo fervido seguace. “p77
The day before: Scatena la paura, e dunque il bisogno di un bel rifugio antiatomico.
«Io invece penso un’altra cosa: qua è tutta una questione di strategia, di marketing, come dicono gli americani. Adesso ce ne occupiamo o e Salvatore e vi facciamo vedere come si vendono i rifugi antiatomici.» «quando si tratta di vendere, io sto sempre a disposizione» dice Salvatore «allora sentite a me, noi facciamo così,» dice Saverio «io e Salvatore ci avviamo in avanscoperta a seminare il panico… «il panico?» chiede Giorgio. «Sì» prosegue Saverio infervorandosi « noi propaghiamo la psicosi della guerra atomica. Andiamo in giro a dire che abbiamo saputo dal nostro parente russo che stanno per bombardare la Nato. Poi arriva l’architetto con un’offerta lancio per 10 rifugi in economia…”
Socrate e gli Ufo: bisogno di speranza…in chi?
“Socrate. L’animo dell’uomo ha bisogno di nutrirsi di speranza, così come lo stomaco ha bisogno di cibo. La vita invece è spesso amara e non concede scappatoie ai desideri dei mortali. Alcune verità sono senza alternativa: tutti dobbiamo morire, chi è brutto non potrà mai diventare bello, chi è vecchio non potrà mai ritornare giovane e chi vive una vita opaca e senza entusiasmi sa che molto difficilmente riuscirà a cambiarla. E allora che fare? Non resta che rifugiarsi del mistero, evadere nel trascendente. Ed ecco fiorire da ogni parte le favole, i miti, di extraterrestri, gli oroscopi, le droghe e gli estremismi politici. Appena nasce la domanda sul mercato, subito appare l’offerta spuntano come funghi sfruttatori delle angosce altrui, gli indovini, i capipopolo, gli spacciatori di droga e i venditori dei biglietti della lotteria” p. 153
Il sosia, la monnezza, il fisco e l’arte di arrangiarsi- Maradona è onnipresente nella vita dei napoletani, quasi un incubo…e non mancano i “sosia ufficiali”
“ Vedete, io modestamente, per quanto riguarda l’immondizia, sono un tecnico. Faccio il netturbino da cinque anni e vi assicuro che con un colpo d’occhio, senza nemmeno aprire il sacchetto a perdere, v’indovino il tenore di vita di una famiglia dall’immondizia che porta giù al palazzo. Se fossi il ministro delle Finanze, per gli accertamenti fiscali, come prima cosa controllerei la monnezza di tutti i contribuenti. Ora invece l’Istat, per stabilire il reddito medio di una città, si rifà alle statistiche delle dichiarazioni dei redditi, e allora per forza che Napoli finisce agli ultimi posti.” p.159
«In Grecia l’arte di arrangiarsi aveva addirittura un Dio protettore: si chiamava Poro, ovvero “l’Espediente” o se preferite “l’arte di arrangiarsi”» precisa il professore « un dio che veniva invocato dai poveri quando si trovavano in difficoltà. Ce ne parla Platone in uno dei suoi dialoghi più belli: Il Simposio.» Alla parola Platone tutti si dispongono intorno al professore per ascoltare meglio. Nella portineria di via Petrarca 58, Platone ha un largo seguito, merito di Bellavista che nei suoi racconti ha saputo renderlo familiare.”p. 163
Il lamento del padrone di casa- Nei momenti di crisi che caratterizzano ogni epoca, a quanto pare, si evocano fantasmi come o’ munaciello.
“Insomma, per farla breve, il mio inquilino paga solo la metà del canone perché sostiene che l’altra metà me la debbo far pagare dal munaciello”. “E voi non potete fare niente?” chiede Salvatore. “E che posso fare? Più che di vincere la causa!” risponde il barone allargando le braccia. “L’anno scorso per impaurirlo gli comunicai con una raccomandata che volevo vendere l’appartamento e gli mandai un finto compratore, un amico mio. Lui, prima lo fece accomodare, poi per spaventarlo gli disse di non entrare nel salotto perché quella era la stanza preferita d’ ’o munaciello. Il salotto stava al buio, ma il mio amico ci volle entrare lo stesso: ebbene, sapete che successe?…che non fece nemmeno un passo e si prese due schiaffoni in faccia e un calcio nel didietro.”p. 197
Socrate e la TV-Il totem miete vittime, sia esso a colori sia esso in bianco e nero, e resta vittima di se stesso. Viva il dialogo! Popper forever.
A proposito di Media, per incontrare San Gennaro Faccia Gialla, il suo mondo e un preciso riferimento a Luigino, poeta del gruppo di Bellavista, vai a RAIPLAY:
UOMINI E PROFETI
“Le vie dei Santi” Con Marino Niola II puntata
Per tutto il mese di dicembre l’antropologo Marino Niola racconterà la storia di una santa o di un santo al fine di tracciare una piccola mappa della devozione popolare lontana dai dogmi della teologia. Un percorso che mostrerà quella parte dell’Italia che vive il rapporto con il sacro fatto di “cuore e di pancia”. Questa mattina e’ la volta di San Gennaro
Ci sono dei libri che alleggeriscono l’anima, tanto che, quando arrivi all’ultima frase, li saluti con un sorriso e un grazie di cuore. È il caso di OI DIALOGOI. I dialoghi di Bellavistadi Luciano De Crescenzo. Ho sempre ammirato De Crescenzo, mi piacevano i suoi limpidi occhi azzurri pieni di ironia, il bianco candido dei suoi capelli, quella cadenza napoletana da gran signore che incantava l’ascoltatore. Sì, perché oltre a leggere questo libro, nel lontano 1985, già me lo godevo in TV o al cinema.
I Napoletani sono l’ingrediente magico della narrazione di De Crescenzo che tira fuori da ciascuno dei suoi personaggi un aspetto caratteristico della caleidoscopica anima Partenopea. E lo fa anche con uno stratagemma narrativo e drammatico fantastico, il contrasto: con il milanese dott. Cazzaniga, con lo svizzero Herr Frankfutter, con Giorgio genero di Bellavista che viene a Napoli a sondare il terreno per vendere rifugi atomici! Esilarante. Il filosofo Bellavista coglie l’assurdità di tale progetto, ma lo sostiene per poter riavere la figlia a Napoli… Ci riuscirà?
Le lezioni di Bellavista sono perle di ironia e denuncia sociale. I suoi studenti (coinquilini, portiere…) lo amano e lo ascoltano quasi con devozione. Le sue riflessioni sui mali della società e sulle soluzioni proposte dai governanti spaziano nel tempo e mostrano somiglianze impensabili con la società contemporanea.
La lezione del professor Bellavista: Uomini d’Amore e Uomini di Liberta: Presepe vs Albero di Natale
Inno al dialogo
I dialoghi di Bellavista si ispirano a quelli di Platone in cui “la speculazione filosofica si mescola al racconto e al mito”. Il libro si apre e si chiude con un inno al dialogo:
Inizio-“Il valore di un dialogo dipende in gran parte dalla diversità delle opinioni concorrenti. Se non ci fosse stata la torre di Babele avremmo dovuto inventarla” Karl. R. Popper
Fine– “Dammi ascolto, o Critone, è la parola il vero dono del Dio, è il dialogo l’unica alternativa che hanno i nemici per evitare la contesa. Beati coloro che parlano, anche quando parlano troppo”
Assaggi
Prefazione: Signore e Signori vi presento Luciano e famiglia…
“Quando nacqui io papà aveva cinquant’anni e mamma quarantacinque. Questa grande differenza di età tra me e loro, ha fatto sì che nessuno dei due abbia potuto seguire l’evolversi della mia vita. Papà mi lasciò che ero appena enytrato all’Università e mamma quando ancora non avevo dato le dimissioni dalla IBM. Io non so se esista il Paradiso e se loro se lo siano guadagnato, ma lo spero moltissimo. Per mia madre non ho dubbi: se ci fosse un Paradiso da qualche parte, lei sarebbe lì. Diciamo che le spetterebbe di diritto. Casa negozio e chiesa, chiesa, negozio e casa, mammà non ha fatto altro che lavorare e pregare tutta la vita. Quanto a mio padre invece ho qualche perplessità…”p.11
Il Mancini di papà, l’arte contemporanea e il suo significato
L’arte moderna insegnata agli alunni di Bellavista è esilarante. Burri e Fontana visti attraverso gli occhi dei lavoratori Enel in gita aziendale alla mostra romana. “ «E dopo Burri ecco a voi Fontana ! »esclama Salemi e si ferma come folgorato . Evidentemente Fontana deve essere uno dei suoi autori preferiti. Il gruppo si distribuisce come può intorno all’opera e per qualche secondo nessuno osa fiatare. Il quadro in questione si presenta come una tela di colore begiolino, al centro della quale l’artista ha praticato, probabilmente con una lametta, un taglio in diagonale. Saverio, Salvatore e Luigino guardano in silenzio il taglio e si scambiano un’occhiata d’intesa. « Quando si parla di Fontana » inizia a dire Salemi «è improprio parlare di pittura. Anzi, diciamo le cose come stanno: sarebbe preferibile ammettere una volta per tutte, che per questo maestro non esiste una vera e propria distinzione tra pittura scultura e grafica,, secondo i significati tradizionali che si è soliti dare a questi generi. Lo stesso Fontana, nel suo Manifesto Blanco, preferisce collocarsi al di là di ogni definizione. Salvatore non ce la fa più: vorrebbe dire qualcosa, ma proprio in quel momento il prof. Salemi gli rivolge la parola «A questo punto lei potrebbe chiedermi: ‹Ma, allora se non è un quadro, che cos’è?› ‹Ecco professo’›: mi avete tolto le parole di bocca› esclama Salvatore felice di essere stato autorizzato a parlare .«che cos’è ?» «è un concetto spaziale» «questo è il titolo?» «No, il titolo è L’ Attesa...»p.29
A mezzanotte va: la “fame americana”, se non spari i botti a Capodanno sei un fallito e i tuoi figli sono tristi.
“Ad Alfonso il non avere i soldi per comprare i fuochi spiaceva solo per i bambini che ci avevano «messo il pensiero». « Cento volte meglio se fossi rimasto a lavorare in America” pensò Alfonso. In questo momento non mi troverei in una simile situazione. Dice: «ma anche lì tu facevi la fame?» «Sì, ma facevo la fame americana, non la fame italiana! A New York il sussidio di disoccupazione e di 300.000 lire alla settimana, in pratica quanto guadagna oggi in Italia un impiegato del Ministero con dieci anni di anzianità. Uno dice: “la fame” come chissà che avesse detto! E no, non basta, bisogna anche precisare: “la fame dove? “ perché una cosa è avere fame in America, un’altra cosa averla in Italia e un altro ancora in Etiopia. L’importante è scegliere un paese che abbia una fame accettabile.” P.61
Socrate, Napoli, l’automobile e le soluzioni filosofiche
Socrate. Io credo che tutto quello che ha inventato questo nuovo Dio che tu chiami Progresso sia solo una serie di- prolunghe- . L’automobile è una prolunga delle gambe, il telefono una prolunga dell’ orecchio, il televisore dell’ occhio e il computer del cervello; ma nessuno di questi nuovi marchingegni, che io sappia, è mai riuscito a cambiare l’Uomo nel suo profondo. Passano gli anni infatti e, malgrado le nuove prolunghe immesse sul mercato, gli uomini continuano a comportarsi come sempre. Non ci sono forse, ancora oggi, uomini ambiziosi come i Alcibiade, gelosi come Menelao e invidiosi come Tieste? Quando, come spero, il Progresso sarà capace di produrre a un prezzo conveniente anche l’Amore e la Libertà, allora io, caro Aristogamo, diventerò un suo fervido seguace. “p77
The day before: Scatena la paura, e dunque il bisogno di un bel rifugio antiatomico.
«Io invece penso un’altra cosa: qua è tutta una questione di strategia, di marketing, come dicono gli americani. Adesso ce ne occupiamo o e Salvatore e vi facciamo vedere come si vendono i rifugi antiatomici.» «quando si tratta di vendere, io sto sempre a disposizione» dice Salvatore «allora sentite a me, noi facciamo così,» dice Saverio «io e Salvatore ci avviamo in avanscoperta a seminare il panico… «il panico?» chiede Giorgio. «Sì» prosegue Saverio infervorandosi « noi propaghiamo la psicosi della guerra atomica. Andiamo in giro a dire che abbiamo saputo dal nostro parente russo che stanno per bombardare la Nato. Poi arriva l’architetto con un’offerta lancio per 10 rifugi in economia…”
Socrate e gli Ufo: bisogno di speranza…in chi?
“Socrate. L’animo dell’uomo ha bisogno di nutrirsi di speranza, così come lo stomaco ha bisogno di cibo. La vita invece è spesso amara e non concede scappatoie ai desideri dei mortali. Alcune verità sono senza alternativa: tutti dobbiamo morire, chi è brutto non potrà mai diventare bello, chi è vecchio non potrà mai ritornare giovane e chi vive una vita opaca e senza entusiasmi sa che molto difficilmente riuscirà a cambiarla. E allora che fare? Non resta che rifugiarsi del mistero, evadere nel trascendente. Ed ecco fiorire da ogni parte le favole, i miti, di extraterrestri, gli oroscopi, le droghe e gli estremismi politici. Appena nasce la domanda sul mercato, subito appare l’offerta spuntano come funghi sfruttatori delle angosce altrui, gli indovini, i capipopolo, gli spacciatori di droga e i venditori dei biglietti della lotteria” p. 153
Il sosia, la monnezza, il fisco e l’arte di arrangiarsi- Maradona è onnipresente nella vita dei napoletani, quasi un incubo…e non mancano i “sosia ufficiali”
“ Vedete, io modestamente, per quanto riguarda l’immondizia, sono un tecnico. Faccio il netturbino da cinque anni e vi assicuro che con un colpo d’occhio, senza nemmeno aprire il sacchetto a perdere, v’indovino il tenore di vita di una famiglia dall’immondizia che porta giù al palazzo. Se fossi il ministro delle Finanze, per gli accertamenti fiscali, come prima cosa controllerei la monnezza di tutti i contribuenti. Ora invece l’Istat, per stabilire il reddito medio di una città, si rifà alle statistiche delle dichiarazioni dei redditi, e allora per forza che Napoli finisce agli ultimi posti.” p.159
«In Grecia l’arte di arrangiarsi aveva addirittura un Dio protettore: si chiamava Poro, ovvero “l’Espediente” o se preferite “l’arte di arrangiarsi”» precisa il professore « un dio che veniva invocato dai poveri quando si trovavano in difficoltà. Ce ne parla Platone in uno dei suoi dialoghi più belli: Il Simposio.» Alla parola Platone tutti si dispongono intorno al professore per ascoltare meglio. Nella portineria di via Petrarca 58, Platone ha un largo seguito, merito di Bellavista che nei suoi racconti ha saputo renderlo familiare.”p. 163
Il lamento del padrone di casa- Nei momenti di crisi che caratterizzano ogni epoca, a quanto pare, si evocano fantasmi come o’ munaciello.
“Insomma, per farla breve, il mio inquilino paga solo la metà del canone perché sostiene che l’altra metà me la debbo far pagare dal munaciello”. “E voi non potete fare niente?” chiede Salvatore. “E che posso fare? Più che di vincere la causa!” risponde il barone allargando le braccia. “L’anno scorso per impaurirlo gli comunicai con una raccomandata che volevo vendere l’appartamento e gli mandai un finto compratore, un amico mio. Lui, prima lo fece accomodare, poi per spaventarlo gli disse di non entrare nel salotto perché quella era la stanza preferita d’ ’o munaciello. Il salotto stava al buio, ma il mio amico ci volle entrare lo stesso: ebbene, sapete che successe?…che non fece nemmeno un passo e si prese due schiaffoni in faccia e un calcio nel didietro.”p. 197
Socrate e la TV-Il totem miete vittime, sia esso a colori sia esso in bianco e nero, e resta vittima di se stesso. Viva il dialogo! Popper forever.
A proposito di Media, per incontrare San Gennaro Faccia Gialla, il suo mondo e un preciso riferimento a Luigino, poeta del gruppo di Bellavista, vai a RAIPLAY:
UOMINI E PROFETI
“Le vie dei Santi” Con Marino Niola II puntata
Per tutto il mese di dicembre l’antropologo Marino Niola racconterà la storia di una santa o di un santo al fine di tracciare una piccola mappa della devozione popolare lontana dai dogmi della teologia. Un percorso che mostrerà quella parte dell’Italia che vive il rapporto con il sacro fatto di “cuore e di pancia”. Questa mattina e’ la volta di San Gennaro
Poliedricamente ARTE: Fotografia, Poesia, Musica, Cittadinanza. 14 tra gli scatti Sivigliani più significativi di Stefania Scamardi, accompagnate da una poesia di David Eloy Rodriguez, diventano il CALLEndario 2020, perfetto souvenir della meravigliosa città Andalusa.
Goditi il ritmo dolce del videopromo di Scamardistudio