L.Marklund-Finché Morte non ci separi. Un tuffo nel cuore nero del freddo di Svezia

 

 

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C’è una sensibilità particolare nella scrittura al femminile,  in cui mi riconosco. Indubbiamente. Finchè morte non ci separi, di Liz Marklund non sfugge a questa “regola della lettrice empatica”. La protagonista di questa classica storia di investigazione è Annika Bengtzon, giornalista incasinata del giornale “Stampa della Sera “. Altro personaggio di peso è Nina, poliziotta altrettanto incasinata e misteriosa.

Nina è di pattuglia con il suo collega quando viene allertata da una chiamata. Qualcosa è successo in una strada di Stoccolma, Bondegatan. Un omicidio che farà ballare Stoccolma. Comincia così un susseguirsi di eventi, ricerche e scoperte che porteranno Annika ad indagare all’interno del mondo della vittima illustre: un commissario di polizia, eroe pluridecorato. Nell’appartamento non c’è traccia del piccolo Alexander, figlio della coppia. Dove è finito?

Unica indiziata del brutale omicidio  è Julia, poliziotta anche lei e moglie tradita dell’eroe, che Nina trova sotto shock nell’appartamento. Julia è una donna fragile, provata da una vita complicata accanto a un uomo difficile da gestire nella sua grandezza e notorietà. Nina e Julia sono amiche intime da sempre, praticamente cresciute insieme, sia come donne che come poliziotte. Tra loro esiste un rapporto profondo che l’assassinio di David mette a dura prova.

Gamla Stan Stoccolma vecchiaAnnika è in piena crisi esistenziale. Il marito Thomas l’ha lasciata per la bionda e altera Sofia-Fifì- Facciadaculo, con cui vive in un super attico di super lusso. A rendere il momento ancora più tragico per lei, qualcuno decide di dare fuoco al suo appartamento, distruggendo tutto ciò che resta della ex-famiglia felice. Annika riesce comunque a mettere in salvo i suoi gioielli più preziosi: i suoi due figli Ellen e Kalle, e se stessa.

Entra in crisi anche il suo rapporto con l’amica di sempre Anna, che non è disposta ad ospitarla subito dopo l’incendio. Nello stesso frangente  Annika scopre invece l’umanità e l’empatia della collega Berit, che l’accoglie immediatamente e le da tutto l’aiuto necessario e le confessa anche  di aver avuto una relazione extraconiugale . Lei? a cinquant’anni? ma come è possibile? I giovani realizzano sempre con grande sorpresa che amore e sesso continuano ad esistere, anche in età matura…

 

“Il tempo è l’unica cosa che un essere umano possiede. Come la giovinezza e la vita, è scontato solo finché lo si ha a disposizione, poi svanisce e basta” p.337

 

Con la sua solita determinazione Annika Bengtzon comincia a investigare ed è un succedersi di piccole grandi scoperte, anche all’interno della sua stessa esistenza, fino alla inevitabile soluzione del caso.  Il romanzo procede a ritmo incalzante, da Giugno a Dicembre, catapultandoci tra uno scenario e l’altro, nel bel mezzo di vite squassate da eventi di ogni tipo e di istituzioni non sempre trasparenti ed efficienti.

Alla guida di una macchina, in un momento in cui è bello essere soli e “staccare il cervello”, arriva la sua canzone preferita.

 

Anche l’Epilogo riserva una sorpresa che aggiunge piacere e soddisfazione alla lettura: è venerdì 24 Dicembre. Vigilia di Natale e, qualcuno si sta avvicinando alla terribile prigione…

finchè morte non ci separi

 Leggere il romanzo con in testa la serie TV ha, in questa occasione, aggiunto nuovi elementi di apprezzamento, già manifestato per lo sceneggiato. Mi è venuta voglia di andare a Stoccolma, nonostante il freddo che il vento, la neve, il paesaggio brullo di fine Autunno e le situazioni descritte mi hanno provocato.