Lettera al viaggiatore

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Caro Lorenzo,

ti scrivo dopo aver letto Il Grande Boh! che ho vissuto come un dono di energia e vitalità. L’unico modo possibile per recensire il tuo diario di viaggio, dopo le altezze di Fernanda Pivano, è mettere insieme, in un ritmo di parole sulla nuvola/albero, quelle che mi hanno colpito e che trovo ricche di significato.

La nuvola/albero del Grande Boh!

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 Si, viaggiare

Molto vicina allo spirito di Affascinailtuocuore è la tua riflessione sul viaggio, sui collegamenti e sulle relazioni che scattano tra ciò che si fa, si legge e si ascolta in viaggio (anche tra le righe di un buon libro!) e il mondo  di  conoscenze e di esperienze che ci portiamo  dentro:

 “Durante i viaggi la mente fa mille collegamenti, riceve tutti questi stimoli e allora crea le relazioni con ciò che uno  ha studiato a scuola e ha vissuto fino dai ricordi più remoti, forse addirittura fino a eventuali esperienze in altre vite. Questo è l’aspetto più bello del viaggiare e anzi credo sia il senso stesso del viaggiare. Si viaggia sempre in avanti nella misura in cui si procede a ritroso dentro la propria esperienza umana. Può capitare di incontrare la tua innocenza intatta e di riconoscerla e giuro non è niente male.” p.143

 Del tuo libro, mi rimane l’energia che lo percorre, il profondo conflitto interiore di un giovane uomo di successo, la religiosità del suo andare e l’innocenza della sua corporeità.

L'Albero di Jovanotti

Lorenzo, fai venire voglia di esplorare il nostro self e il nostro corpo, senza troppa paura di perdercisi dentro, proprio come hai fatto e continui a fare tu, attraverso mondi altri che ti aiutano a capire e ad amare sempre più e sempre meglio.

Buon viaggio dunque, dal Grande Boh! a un approdo più chiaro, dal quale ripartire,  verso nuove avventure.

 Grazie!

 Una vecchia signora “in viaggio”

p.s. Bellissima copertina. I tuoi disegni sono pura fantasia colorata! Vie di fuga verso l’avventura.

Citazioni di lusso

Dal risvolto posteriore di Il Grande Boh! di Lorenzo Cherubini Jovanotti, la riflessione di Fernanda Pivano sul libro:
Eccolo il libro che Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, tanto atteso dalle folle di ragazzi che vanno in tilt negli stadi quando lo ascoltano cantare o anche solo lo vedono sul palco.
È un libro di ricordi e di pensieri, che io ho letto non ancora sistemati in un ordine definitivo, ma già divisi in blocchi molto chiari: l’Africa e New York, il diario della Patagonia del 1998 e la storia quasi giorno per giorno della creazione del disco L’Albero.
Le pagine che narrano la sua vita da solo sotto la tenda nel Sahara sono pagine bellissime, da grande scrittore di viaggio, con qualche reminiscenza di Jack Kerouac( il notturno” cielo uterino”) del quale ha letto l’opera lì sotto la tenda, ma sempre intrise della sua innocenza, della sua apparente ingenuità che hanno reso singolari e fascinose le sue canzoni. Questo deserto, questo Sahara, gli è entrato sotto la pelle, e Lorenzo lo ha cantato da poeta, con parole sorprese, commosse, felici.
Forse l’impresa della traversata della Patagonia in bicicletta, nata da una battuta detta in un’intervista e forse ispirata dal romanzo Patagonia Express dello scrittore Luis Sepùlveda, è la parte più sensazionale del libro: descrive il bagaglio minimalista dei pedalatori solitari, i duemila chilometri lontano un mese e mezzo da casa, il mito del viaggio(di nuovo Kerouac nel suo corpo e nella sua mente), il dolore della solitudine, le canzoni italiane al grande magazzino, la ragazza al telefono, la Carretera Austral simile al letto pietroso di un fiume in secca, e via via un diario quasi minuto per minuto intercalato da poesie d’amore, da citazioni e. Lorenzo incorreggibile, dal  ricordo di mamma e papà.
Un libro bellissimo per giovani e anziani, per chiunque ami il mondo, la frontiera e la loro scoperta.

Fernanda Pivano

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