Oggi l’America e il mondo attendono con il fiato sospeso il discorso di Barack Obama, primo presidente nero d’America, che dal Lincoln Memorial , celebra Martin Luther King e il suo discorso immortale sul diritto di tutti, senza distinzione di razza e colore, alla libertà, all’eguaglianza, al lavoro e al rispetto reciproco, alla giustizia e alla ricerca della felicità.
Nel 1963, centinaia di migliaia di persone, bianchi e neri, donne e uomini parteciparono alla lunga marcia di lotta che si concluse al Reflecting Pool di Washington. Anche cinquanta anni fa c’era una guerra contro cui manifestare, in Vietnam.
Da anni ormai, sembra di essere in guerra perenne. Proprio oggi Obama, massima espressione di un sogno realizzato e di barriere razziali abbattute, deve decidere se intervenire o meno in Siria. Ma, i cittadini americani, e non solo loro, non vogliono un altro conflitto. Oggi tra gli striscioni della manifestazione si legge:
«Le bombe in Vietnam, come in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Siria esplodono a casa nostra».
Iraq, Afghanistan, Libia non hanno certo testimoniato la validità della guerra, per quanto lampo e chirurgica pretenda di essere, come strumento di risoluzione dei problemi tra popoli e fazioni.
La guerra incide la carne viva di uomini, donne e bambini inermi e degrada la civiltà dei paesi coinvolti e di quelli che nulla fanno per evitarle. Perché continuare su questa strada? Bisogna tacitare i grandi produttori di armi? Bisogna dimostrare di avere “gli attributi”? Perché non riusciamo a coltivare e a realizzare sogni di pace e di giustizia alimentandoli con il dialogo e l’ascolto reciproco?
Il Discorso del 28 Agosto 1963
Leggetevi tutto il discorso, sarete colpiti dalla sua straordinaria forza politica.Interessante e molto attuale è la metafora bancaria dell”assegno “da incassare”, della banca della giustizia che, fortunatamente, non è in bancarotta e dunque può e deve onorare gli impegni presi con i “Negri”(oggi aggiungeremmo tutti i gruppi discriminati per sesso, razza, religione e condizioni di vita ), che ancora devono subire le ingiurie di una feroce segregazione di fatto…
Tanti passi avanti sono stati fatti verso il progresso, ma moltissimo resta ancora da fare. Il viaggio è lungo e tormentato, ma si può fare.
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