Sono anni che non vado al cinema da sola. Il film di Giuseppe Tornatore La Corrispondenza mi offre l’occasione. Sto già pregustando il piacere di divertirmi o annoiarmi in beata solitudine.
14:55. Sala 5, Porto Astra. Padova. Sono sola, al centro di una sala calda e confortevole, ma nel giro di qualche minuto si aggiungono tre compagni di visione. Sul grande schermo la pubblicità di negozi, prodotti locali e film in programmazione. Uffa! Finalmente comincia il film ed io sono nella migliore predisposizione d’animo.Due ore di trionfo estetico e narrativo.
La storia
Amy, stuntgirl e studentessa di astrofisica e Ed, illustre vecchio professore della stessa materia, si innamorano. Fin qui la trama è ben nota: scatta l’ incantesimo tra l’autorevole e affascinante docente e l’allieva stregata dal suo carisma. Ma nel film, a questa trama scarna e quasi banale, si aggrappano con determinazione magica molteplici elementi cinematograficamente “efficaci”. Tra questi eccone alcuni, nell’ordine in cui il mio vissuto emozionale li ha colti.
York
Bellissima la scelta di un setting romantico come lo Yorkshire, che evoca passioni incancellabili come quella di Heathcliff e Catherine, sulle Cime Tempestose (Emily Brontë), che dominano le moors. Sullo sfondo la magia della maestosa Cattedrale e la suggestione dell’antica città medievale che, insieme a Durham e alla “sua” Cattedrale, mi appartengono sentimentalmente.
Edimburgo
Una delle città in cui avrei voluto vivere. Luoghi, momenti e atmosfere indimenticabili che hanno segnato il mio cuore e che sicuramente cattureranno gli spettatori del film.
Lettere d’amore
E il colore rosso. Rubino? Sangue? Inutile soffermarci più di tanto, l’odore e la consistenza della carta, l’illusione di sentire ancora lo scratch del pennino che lascia sul foglio il senso e il sentimento da comunicare, sono qualcosa che chi ha avuto la fortuna di sperimentare queste sensazioni, può capire e sentire, profondamente.
Arte
Elemento vitale nei film di Tornatore (La Migliore Offerta). Il calco sofferente di Amy diventa opera d’arte che trascende il freddo materiale bianco di cui è fatto, per trasmettere dolore e passione. Ma, alla fine, anche amore e speranza.
Viaggio
È il viaggio di rinascita attraverso la morte, che Amy vive, anche tra le fiamme e la violenza degli urti cinematografici da Kamikaze, come ama chiamarla il suo Ed.
Fascino della Cultura
Il fascino della cultura, della ricerca di un punto di origine, tra stelle, università, biblioteche e gallerie d’arte.
Bellezze d’Italia
L’immaginario Borgo Ventoso nasce dalle suggestioni dell’ Isola di San Giulio sul lago d’Orta e di alcuni scorci di Villa Frua a Stresa, che, insieme alle montagne del Trentino sono spot di bellezza Italiana.
Tecnologia
E poi la tecnologia. Cosa dire? Un tuffo nevrotico nella modernità, che smorza tutte le critiche di superficialità e di abbandono della comunicazione autentica. Il ritmo della corrispondenza, apparentemente maniacale, tra Ed e Amy è il ritmo della vita nel XXI secolo, anche per persone abituate a ben altri sistemi, come il vecchio professore. Anzi, Ed lo controlla e lo gestisce come un abile psichiatra impigliato tra le maglie di un transfert ineludibile, ma ancora consapevole di come si aiuta una giovane paziente-amante a trovare la sua strada.
I dispositivi elettronici? Grande, inevitabile spot per i vari produttori. Skype la fa da padrone, con tutti i suoi limiti di sincronizzazione. Sincronia: parola non a caso ricorrente nel film.
Bravissimi i protagonisti. Jeremy Irons è vecchio e fa il vecchio, senza trucchi senza inganni. Olga Kurylenko è giovane, bella, intelligente e credibilissima nel suo ruolo. Gli altri? Scompaiono.
Sapienza cinematografica
Tanti contenuti, tanti spunti, alcuni banali che tralascio volentieri, tutti comunque intrecciati da Tornatore con la sapienza antica delle merlettaie di Burano o Siciliane. Raffinato, colto, emozionante. Sapiente nell’alternare scene spesso sdolcinate, a veri, piccoli capolavori d’azione, La Corrispondenza è un film da assaporare fino all’ultima scena.
Come Nuovo Cinema Paradiso, risente forse di una eccessiva lunghezza, ma i tempi dell’anima, si sa, sono lenti e lunghi. Alla fine del viaggio, il dolore profondo che attraversa la corrispondenza tra Amy e Ed, lascia gradualmente posto alla speranza di tornare a vivere e di amare ancora.
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