Si parte-1 puntata
Venerdì 20 Novembre è andata in onda su RAI3 la prima delle sei puntate di Io e George con Simonetta Agnello Hornby e suo figlio George. A bordo di una veloce e scattante carrozzella George si imbarca con coraggio e passione in questa avventura eccezionale.
In Inghilterra è molto frequente imbattersi in persone che guidano queste carrozzelle magiche. Nel docufilm ne abbiamo incrociata una, typically British, guidata con gran sicurezza da una signora dal leggiadro cappello rosa.
George, affetto da sclerosi multipla progressiva. sembra fare buon viso a cattivo gioco mentre sperimenta questa nuova mobilità in un viaggio della vita sempre sognato e giunto ora al nastro di partenza: Viaggio in Italia con mamma alla ricerca delle bellezze d’Italia, mai viste anche se sempre conosciute, spesso sui libri o per bocca di questa mamma speciale, Palermitana, Italiana, Inglese e figlia dei suoi tempi in cui essere Internazionali era un pregio, un’opportunità, un’esperienza fondamentale nella vita. A dire il vero George è andato spesso in Sicilia a trovare i nonni con quello che lui chiama il Tubo (l’aereo), ma non ha mai visitato molte altre località italiane.
La prima puntata del Docufilm mi è piaciuta moltissimo. I was really impressed dal linguaggio usato. George e Simonetta parlano un Italo-palermitano inconfondibile e un London-English altrettanto inconfondibile e naturale. La realtà che ci hanno mostrato è vera e affascinante. Il party con gli amici per augurare loro buon viaggio, l’esplorazione di Brixton, suburb un tempo degradato e ghettizzato e oggi un’area di gran pregio, soprattutto immobiliare.
Mi ha colpito il passo tenuto dai due: la mamma che corre avanti e il figlio che la richiama al rispetto di una cadenza comune, in cui lui sia davanti con una visuale sgombra da ostacoli. Ho sentito con loro gli odori del cibo che aleggia in tutti i quartieri della Grande Londra, la conversazione con il gelataio Calabro-piemontese, con il cameriere del Reform Club, casa del partito Whig di cui Simonetta è socia convinta. Ma non è tutto solo colore e folklore. George rappresenta la vita e i bisogni di chi si trova nelle sue condizioni.
Ci sarebbe ancora molto da dire su questo bel programma di RAI3. Peccato che sia trasmesso un pò tardi, ma la durata delle singole puntate permette di non sforare troppo nella notte profonda.
Nel programma ho ritrovato con piacere la stessa atmosfera di La Mia Londra, lo stesso garbo narrativo, la stessa passione e l’ orgoglio per essere quello che si è, nel profondo. Ho riconosciuto anche la stessa ironia Siculo-Londinese. Altre riflessioni su questo libro le potete leggere nella recensione di Affascinailtuocuore.
Alla prossima puntata!
Io e George a Milano- 2 puntata
I due intrepidi viaggiatori arrivano a Milano. Puntata scoppiettante. Esilarante la cena al ristorante tipico con disputa sulla preparazione della classica cotoletta: burro sì-burro no.
Impariamo a conoscere George, che in albergo, da buon Londinese si intrattiene in modo intelligente e empatico con il receptionist Ibrahim.
Ora arrivano le scarpe di George, ordinate online ad un laboratorio che personalizza le snickers. le sue rivelano una scelta identitaria molto originale! Union Jack colorata di Italianità: verde-bianco-rossa.E tocco finale: less is more. A quando anche un tocco di Sicilia? Grandioso.
Simonetta, intanto recupera la cugina immigrata terrona non economica, che porta ancora i segni ben nascosti dietro un fisico di classe, di una integrazione non facilissima. Come la capisco! Insieme vanno dal parrucchiere, anzi dalla parrucchiera. Cinese e bravissima. Un siparietto multiculturale da gran teatro di vita. George prende il treno e il taxi in carrozzina. E non servono parole.
Poi scopro con loro uno splendido esempio di archeologia industriale , la “Factory Town”… a Crespi d’Adda
Mi piacciono sempre di più.
Io e George a Pisa- Miracoli. 3 puntata
I nostri amici si dirigono verso Pisa, alla ricerca delle antiche origini della famiglia Agnello. George indossa le originali scarpe milanesi e sua madre ne è davvero impressionata! Simonetta guida un pò impacciata e porta George a destinazione, ma non vuole essere distratta.
Pisa è spettacolare, la piazza dei miracoli avvolgente e stupefacente. La casa blu degli Agnello da su un lungarno magico. L’antenato di George era un bel “filibustiere”. Bella storia!
La loro lezione di Arte all’interno della Cattedrale di Pisa è fantastica, umana e normale: cosa è bello? per chi? perchè? George si sente sopraffatto, schiacciato dal potere religioso. Simonetta si sente sì schiacciata, ma dalla bellezza creata da uomini. I due mostrano qualche contrasto, anche sulla “cattolicità”, ma sono un bell’ ascoltare: ironico e punzecchiante.
Vicino Grosseto, in un paesaggio collinare incantato, gli Anglo-Agrigentini si incontrano. Si parla di nonne, di mamme chiocce, di creatività, di esercizio della fantasia. Camilleri e Simonetta spiegano a George l’ambiguità di certe parole in dialetto siciliano. Mòvete che per noi vorrebbe dire Muoviti! significa invece Stai fermo! Sti’ Siciliani, valli a capire!
Poi arriva la visita lunare alla casa domotica. George fa amicizia con la bella napoletana giramondo in carrozzella e… con il Robot Doro che esegue gli ordini sgranando i suoi occhioni tondi. Arrivederci a Roma, ragazzi! Sono sicura che ne vedremo delle belle…
Io e George a Roma- Grandi bellezze. 4 puntata
Roma è immensa nella sua bellezza e nella sua storia. Attraverso gli occhi degli Hornby, il quartiere EUR mi appare sotto un’altra veste. La sua architettura e i suoi vuoti e pieni di luce sono quasi lunari. George incontra parecchi ostacoli. I sanpietrini non perdonano. Incontro con il presidente della Repubblica nella maestosità del Quirinale. Tutto è così istituzionale…
Io e George a Napoli- Grandi dolcezze, forti emozioni e cocenti delusioni. 5 puntata
Puntata commovente, ricca di emozione, anche rabbiosa. La fermata di Toledo della metropolitana è affascinante. Ma i treni? Assurdo, George deve controllare una rabbia violenta che cerca di farsi spazio nella sua testa. e nel suo cuore. Ma come è possibile che una metropolitana fatta tre anni fa, così bella e artistica, non abbia treni attrezzati per permettere ai disabili in carrozzella di salire senza dover chiedere aiuto alle persone e sentire un profondo senso di disagio e di colpa. Però i segnali luminosi fanno bella mostra di sé lungo la piattaforma. Assurdo! Le strade poi, impraticabili per George. Simonetta esplora la Napoli sotterranea ricca di mistero e sorprese. D’obbligo passeggiare per San Gregorio Armeno. George compra cornetti e souvenir. D’obbligo anche la scorpacciata di babà, di cui George è un grande estimatore. Napoli è bellissima, dal traghetto che va in Sicilia, madre e figlio ammirano il rosa diffuso del tramonto sul Vesuvio e si strugge il cuore.
Finalmente La Sicilia!
Il 25 Dicembre 2015 va in onda l’ultima tappa del viaggio, ma io riesco a guardarla solo oggi, 26 gennaio 2016.
Mi commuovo sia di fronte alle meraviglie di Palermo che di fronte alle sue inadempienze assurde. La scena dell’ascensore dentro il Palazzo dei Normanni è terribile. Simonetta vive con malcelata trepidazione l’ingresso di George nella scatoletta. Pieghiamo i piedi, alziamo la pedana, pieghiamo di qua, pieghiamo di là, come se si stesse giocando con una bambolotto di gomma.
Per fortuna torniamo a Mosè, una miniera di ricchezze naturali dove Simonetta, felice e curiosa, si muove come una vera regina. Siamo accolti nelle “gioie” della grande famiglia, imbarazzata davanti alle telecamere, ma festosamente complice all’apertura dei regalini comprati da George lungo il viaggio. Nel sentire i giovani ho avuto un sussulto. Mi sembrava di sentire e vedere i miei piccoli tre Londoners che cercano di parlare Italiano, su incoraggiamento della nonna e del papà. Quite peculiar!
Magica è la gita alla Valle dei Templi. Ciascun membro della comitiva, compresi i ragazzi, hanno un loro scopo, e questo traspare dai singoli corpi e dalla loro andatura. Anche George riesce a soddisfare il suo bisogno, sulla sua irinunciabile “macchinetta”.
Si conclude nel relax il lungo viaggio degli Agnello-Hornby. Dall’Inghilterra a Mosé. Affascinante!
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