Il bello di Laura Vertigine
L’omicidio di una donna bella e famosa, l’indagine di un detective molto americano, nonostante le sue origini scozzesi, l’ amico della protagonista, innamorato e confidente, il bel giovane che sbaraglia tutti gli avversari grazie alla sua avvenenza, la zietta vanitosa, gli appartamenti newyorkesi upper class, le più squallide dimore di chi vuole salire la scala sociale, la casa di campagna rifugio di anima e corpo, le armi, i libri, i vasi di cristallo specchiato e tanto altro ancora sono i fili di una trama coinvolgente.
Alcuni aspetti della storia sono più convincenti di altri. Il punto di vista, per esempio. I personaggi più importanti, raccontano a turno la loro versione dell’accaduto. In questo modo il lettore entra in contatto con la loro psicologia attraverso la narrazione in prima persona.
Lo scrittore Waldo Lydecker fa sfoggio della sua sapienza descrittiva nel tratteggiare gli altri protagonisti con l’abilità e l’attenzione di un pittore o di un cesellatore:
“Sono un artista, è mio compito ricreare l’azione e dare vita alle emozioni. Conosco i personaggi, ho nelle orecchie il suono delle loro voci, e se chiudo gli occhi vedo i loro gesti abituali. I dialoghi che scriverò saranno più chiari, più concisi, più aderenti allo spirito dei protagonisti che non le loro stesse parole, perché io scelgo, critico, correggo scrivendo, mentre loro parlano in modo approssimativo e gratuito, senza aver coscienza della forma e della forza drammatica richieste dalla struttura del racconto”.
Ma la sua arte manipolatoria non riesce a nascondere l’ uomo in preda alle passioni:
“considero il romanzo giallo solo un condensato di “urlo e furore”, vale a dire, nel migliore dei casi, la risposta a un selvaggio bisogno di aggressività e spirito di vendetta insito nella pavida orda dei lettori…Eppure narrerò questa storia per le stesse ragioni che hanno costretto il detective a proseguire nelle indagini: per una profonda partecipazione emotiva alla morte di Laura Hunt. Ma non sarà un romanzo giallo: sarà una storia d’amore.”
È molto bella, infatti, la descrizione del graduale processo di innamoramento dell’investigatore McPherson. Egli conduce questa indagine cercando di scoprire:
“non l’enigma incidentale di un delitto, ma l’eterno segreto dell’animo femminile. Questa era una ricerca che nessun uomo avrebbe potuto fare solo con gli occhi; bisognava metterci il cuore.”
E tuttavia da bravo maschio, Mark McPherson si sorprende quando scopre che Laura “legge”! ben convinto che le donne usino i libri solo come oggetto di arredamento da spolverare regolarmente!
La personalità di Laura, la protagonista, è quella di una donna moderna, intelligente e colta, che apprezza i Viaggi di Gulliver, di J. Swift. Nel delineare il personaggio i suoi amori, le sue debolezze e la sua forza, Vera Caspary, rivela lo stile, la sensibilità e la delicatezza dell’intellettuale che vive in prima persona le dinamiche di una società moderna. Tema ricorrente nelle sue opere è infatti la donna che lavora e il suo diritto all’indipendenza. Nella sua autobiografia: The Secrets of Grown-Ups (1979) leggiamo:
“Questo è stato il secolo delle donne e io so di essere stata parte di quella rivoluzione. In un’altra generazione, forse la prossima, la parità sarà data per scontata. Coloro che verranno dopo di noi troveranno più facile affermare la propria indipendenza, ma si saranno perse la grande avventura di essere nate in un secolo di cambiamento”.
La musica è un’ altro importante personaggio della storia. La colonna sonora è basata sulla canzone Laura (qui nella versione di Ella Fitzgerald), che accompagna gli eventi in modo coinvolgente e a tratti struggente. Ruolo non secondario ha la canzone Smoke gets in your eyes di Jerome Kern. Evocativa, rivelatrice, struggente. In ogni caso, bellissima!
Il portasigarette d’oro
Il portasigarette d’oro è, al tempo stesso, simbolo di ricchezza, successo, amore e gelosia e prezioso device tecnico che determina una svolta significativa nella storia.
New York
New York interviene con le sue strade più o meno peccaminose, come la Bowery e il Village; gli appartamenti eleganti, le atmosfere uniche che si esaltano nelle passeggiate notturne e solitarie; Il ristorante Montagnino che diventa un luogo culto della brillante società newyorkese.
Dal libro al film
Il film Vertigine di Otto Preminger, bellissimo bianco e nero del 1944, con la fotografia da Oscar di Joseph La Shelle, aggiunge un tocco magico al piacere provato nel leggere il libro. Il Waldo del film, impersonato da Clifton Webb, è molto più attraente del Waldo descritto nel libro…
Leggete e ascoltate la presentazione di Claudio G. Fava, da Clandestino in Galleria per avere qualche notizia interessante sul film.
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