È vero, spesso i quadri sollecitano ricordi custoditi in angoli remoti. Durante la visita alla mostra Gaugin e gli Impressionisti. Capolavori della collezione Ordrupgaard, mi cattura La foresta di Fontainebleau di Camille Corot. Risveglia il ricordo bellissimo di numerosi viaggi in macchina verso l’Inghilterra, con l’attraversamento dei sublimi tunnel naturali della foresta Francese e la sosta all’ Hotel de Londres della cittadina “reale”.
Dalla nostra stanza si vede il maestoso Chateau de Fontainebleau,
“The true home of kings, the house of ages”VA
(Napoleon in Saint Helena, August 1816)
e si assapora con calma l’emozione suscitata dalla grande foresta. È come approdare in un magico mondo di fiaba.
A prescindere dai ricordi, si sono stampati indelebili negli occhi, nel cuore e nella memoria L’Inganno, episodio di caccia al capriolo di Gustave Courbet e La piccola sogna di Paul Gaugin, dolcissima bimba che dorme con il suo sonarello ai piedi del lettino.
Sulla passerella de Il molo a Trouville di Eugene Boudin ti sembra di sentire la brezza marina sferzarti il viso e far svolazzare gli abiti delle piccole donne sotto la bandiera.
Il fascino dell’universo femminile di Manet, Renoir, Morisot, e Gonzalès è una sezione davvero intrigante con la figura femminile, in veste di modella o di autrice del ritratto, che spicca per la sua rilevanza artistica e sociale.
Ho detto altrove che mi piace andar per mostre, da sola o in compagnia. La vicinanaza di un’amica cara in questa visita ha aggiunto all’esperienza il piacere della condivisione e della diversità delle reazioni e delle emozioni provocate dai quadri in mostra. Di fronte alla bellissima Natura morta di Odilon Redon mi ha commosso e divertito il suo commento:
“ è un quadro materno… mi riporta alla cascata di peperoni in casa di mia madre”
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