È tempo di rileggere questo romanzo, anche sull’onda del successo della serie americana The Handmaid’s Tale prodotto da MGM Television.
Della precedente lettura non ricordo i dettagli. Sento tuttavia le forti emozioni che mi ha lasciato: oscillazione cromatica tra il rosso totale e il bianco, buio profondo dell’anima e poi stupore, violenza e Donne.
Distopia mon amour. Non vedo l’ora di riscoprire l’atmosfera distopica che mi aveva accolto e avvolto tanto tempo fa. E di arricchirne i contorni. E ho inoltre l’occasione di tornare ai miei amati Huxley e Orwell, con un tocco di classe al femminile, questa volta.
Dal risvolto di copertina
“In un’America reduce da una catastrofe ecologica, che ha falciato gran parte della popolazione e messo in forse la stessa sopravvivenza della specie, un gruppo di fanatici religiosi ha fondato uno stato totalitario, Galaad, riducendo in completa schiavitù le donne. I rapporti umani, sociali, culturali sono stati aboliti: unico supremo fine è la procreazione. Attraverso il diario segreto della giovane “ancella” Difred, si delinea l’inquietante profilo di un mondo futuro ma non troppo, già presente in embrione nella società degli anni Ottanta.”
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