NBC News profughi siriani

Oggi, 5 Marzo 2020

Sui profughi Siriani si continua a giocare una partita indecente per chi voglia chiamarsi “persona umana”. Chi  porrà fine a questo scempio? E quando?


Oggi, 23 Settembre 2017

leggo su Tuttolibri (Christian Raimo) che è stata pubblicata la versione Italiana del reportage  di Yazbeck, Passaggi in Siria. Finalmente. Ci ha pensato Sellerio.

passaggi in Siria yazbeck Samar

Oggi, 4 Aprile 2017

Esattamente un anno fa pubblicavo  questa recensione. Ricorrenza triste questa, arrivano notizie e immagini  di  ulteriori infamità dalla martoriata Siria. Un’arma antica, che sembra ormai fuori dalla storia della civiltà umana, il gas sarin, viene utilizzata per uccidere e annientare vite innocenti di bambini e adulti prigionieri di una follia incontrollata. Il  libro di Yazbeck torna  ancora una volta prepotentemente alla memoria


Ritmi di lettura, di guerra e di vita

the crossing_Yazbeck

Raramente mi sono soffermata così a lungo tra le pagine di un libro. Cosa rallenta il mio ritmo? L’attualità credo, che da anni ormai incombe sulle nostre vite, accompagnata da un  forte senso d’impotenza. I racconti di guerra provocano sempre una reazione viscerale, dalla quale riesci con difficoltà a prendere le distanze. Nel caso della sciagurata e oscura guerra Siriana questa operazione è ancora più difficile e dolorosa. A immagini letterarie si sovrappongono immagini reali di devastazione, dolore e umanità in fuga, alla ricerca di uno spiraglio di libertà e di vita.

“Can you believe that a government and a state could bomb its own people. I’ll never understand this for as long as I live! “ One thing you need to know” he added ”is that each region now has its own administration, and every village looks after itself. Everything has been turned upside down, as if every little community has become a state in itself. “This is the devastation that follows tyranny” I suggested. P.71

Ha un forte impatto sul lettore il punto di vista dell’ autrice,   una giornalista siriana in esilio a Parigi, che  decide di tornare nel suo paese per testimoniare  direttamente e  far conoscere al mondo  quello che accade nella sua terra. Insieme a lei entriamo nel mondo dilaniato delle famiglie Siriane coinvolte e travolte, nel tragico dopo-primavera di ribellione anti Assad.

 Progetti di sviluppo  tra le donne in tempo di guerra

SaraqebLa sua determinazione a scoprire o inventare progetti di sviluppo con le sue connazionali è commovente e la dice lunga sulla linfa di vita che pervade l’anima e il corpo delle donne.  Insieme a loro respiri l’odore degli ulivi, che fanno da sfondo a ogni azione, dalla più piccola e quotidiana alla più efferata e violenta.

Mohammed told me we needed to check the shelter near Saraqeb market that we were planning to turn into a women’s centre. The shelter wasn’t in an ideal location, but the space was available and the townspeople had offered to let us use it for free, so it was a good start. Although shelling was normally concentrated on the market itself, as though the objective of the bombing was to kill the largest number of civilians…p.159

Uomini e combattenti

E gli uomini? Combattono, come animali impazziti e confusi, sparano e feriscono e uccidono in nome di non si capisce bene cosa. Ribelli, mercenari, soldati turchi e russi e curdi e soldati di Bashar al Assad si mescolano in un guazzabuglio di morte e  di dolore sotto le bombe a grappolo, le schegge mortali, i missili.

 Gli uomini che fanno da scorta a Samar sanno bene invece contro chi  combattono. Sono  i ribelli della prima ora, quelli che avevano salutato la primavera araba come l’occasione della vita, per riportare la democrazia nel  loro paese,  quelli che mai avrebbero pensato di prendere un’arma e sparare contro un proprio simile. Le loro mogli, figlie, fidanzate, nonne sono al loro fianco, orgogliosamente e amorevolmente. E accolgono  Samar come una di famiglia e dividono con lei tutto: lo scarso cibo, l’affetto, la paura, i  pochi sogni rimasti.

“They went to their revolution full of dreams of freedom and justice, They paid the price of their miscarried dreams heavily in blood.” p.275

Arrivano le bombe!

Le notizie e gli inviti a proteggersi dai bombardamenti selvaggi, volano tramite   radio ricevitori artigianali. Il ritmo dei bombardamenti da il passo ai movimenti di donne, bambini e  combattenti.

Ospedali di guerra 

E vengono bombardati anche gli ospedali! La cosa più atroce, disumana e “illegale” che possa accadere in guerra. I feriti vengono lasciati morire in stanze distrutte, con un solo medico, anch’egli disperato, che non sa a che santo votarsi.

“The people here lived side by side with death. This was no metaphor but reality.They didn’t think about any big issue, they weren’t interested in understanding the military situation or the political context; they had no space to think. All they could do was to struggle to survive…”p.131

La nostra testimone racconta in modo accorato, ma lucido e realistico, i suoi tre “passaggi” clandestini in Siria, dal 2011 al 2013, prima ancora che la guerra infame divenisse  ancor più tragica e distruttiva. Le sue parole fanno materializzare davanti agli  occhi i fiumi di persone,

“Hordes of people departing as if it was the Day of Judgement” ,

che scappano dalle bombe, dalla miseria, dalla confusione fisica, mentale e politica. Tanta confusione. Troppa e non casuale, forse.

 La scuola  al tempo della guerra

children from the world_UNICEF

E non voglio parlare dei bambini e delle bambine che Yazbeck incontra in questo inferno. Fermatevi un attimo a riflettere sulle notizie che giornalmente affollano le nostre inutili televisioni e mettetele accanto alle immagini di infanzia violata, che si sono nel tempo stratificate nella vostra memoria. Vi apparirà un quadro orrido, di vero disarmante terrore.

Eppure qualcuno  trova il modo di inventarsi una scuola perché l’educazione è “irrinunciabile”. Sono le donne di Saraqeb e gli studenti universitari del Karama Bus Project (a sort of mobile school for displaced people) che proiettano film e fanno disegnare i bambini sotto le bombe e gli sguardi critici degli uomini del Fronte  Nusra.

…Diaa who managed the temporary school she had set up, explained to me the importance of establishing networks of women who were able to educate children in their homes: we couldn’t risk children gathering in old- fashioned school buildings where bombing might result in many more casualties than if they were taught elsewhere. Communities were already beginning to establish these privately run schools as local initiatives; where lessons took place depended on the intensity of the shelling.While this meant there were no set school days, at least the children were receiving a little education.p.162

La quotidianità  sotto le bombe

Se migliaia di persone  lasciano il  paese altrettanti restano e cercano  di  ricostruirsi una prospettiva di vita.  Vivere la quotidianità di una guerra assurda, dove spesso si perde di vista chi sia il vero nemico da combattere, dove le uniche vittime certe sono  i  più deboli, dove la razionalità è morta e la speranza è in fin di vita, porta Samar a porsi  continue domande sul suo  compito iniziale, sulle sue capacità di rappresentare in modo  chiaro e corretto  tutto ciò che le sta accadendo intorno.

Sentimenti e sensazioni  contrastanti la assalgono: dubbi, tristezza, rabbia,  rassegnazione, desiderio di fuga, che non le impediranno comunque  di  andare avanti, fino alla fine del suo doloroso ma illuminante   viaggio. Molto  intensi sono  i  racconti di Hossam (187); dell’inquietante Emir of war  Abu Ahmed(231); di Raed (191)che ripercorre gli inizi e i  momenti salienti  della ribellione a Kafranbel; e per finire, quello del rabbioso Hajji del campo profughi Palestinese a Latakia(254)

Sprazzi di poesia

Ma  non mancano brevi  intermezzi di struggente poesia:

The sky was clear and there was a full moon as we passed through the olive and figs groves.What was happening now in the country seemed closer to fiction than reality, and I took a moment to concentrate pn the surrounding silence and stillness, which was nothing short of pure magic-no fear of death for the moment. Yet…p.182

Al fronte

per incontrare Abu Hassan, l’emiro locale  di  Nusra Front. La sua versione dei fatti sugli inizi del conflitto coincide sostanzialmente con quella dei ribelli…

…an ancient Roman Mausoleum. The architecture was exquisite but it had been struck by a missile. Inside, many stores had been looted and there were only a few remaining. At the far end lay only rubble-the remnants of arial  bombardment. The burial ground was nearly two thousand years old, but the Nusra Front was now using it as a meeting place. 

the crossing_ raccontar storie

The Crossing è  un libro che “will give voice to the voiceless”, come Samar spiega all’emiro Abu Hassan. E allora, siete pronti a leggerlo? Spero di sì, ne vale davvero la pena. La foto  sopra riproduce un passaggio   molto piacevole in cui    Yazbeck fa riferimento ai racconti di Le mille e una notte e allo scambio  di ruoli  nella narrazione, che l’ha coinvolta in prima persona.(248)

 Libro e dintorni

Cristina Lamb (Sunday Times) scrive nella premessa:

These are the accounts of the people on the ground collected on  three journeys between 2012 and 2013, people who are living through the war, feeling as if the world has abandoned them. This book will remind you of the initial hope of 2011 and the Arab Spring. The earnstness of the early revolutionaries who wanted democracy is heartbreaking. And their warnings of how  their fight might be hijacked by well-funded extremists if they continued to get no Western  help are horribly prescient. 


Echi Italiani

repubblica.it3 Aprile 2016, a 5 anni dall’inizio della Primavera Araba,   l’articolo di De Feo (Repubblica.it)   ci riporta in qualche modo a The Crossing: Siria, il documento degli alawiti: “Con Assad al potere non ci saranno riforme”

Un pensiero riguardo “S.Yazbeck-PASSAGGI IN SIRIA (The Crossing). Storia di un viaggio nel cuore dilaniato della Siria. Una lettura necessaria.

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