Durante la visione dei sei episodi di THIS ENGLAND (stagione 1- Serie Sky-2022) mi sono spesso chiesta:
“vedremo mai qualcosa del genere in Italia? Ne avremo il coraggio?”
Kenneth Branagh/Boris è stato impietoso. Ha messo a nudo l’umanità stravagante di Boris Johnson, la sua fissazione per la cultura classica, i suoi tormenti di padre. Ha messo a nudo con minore indulgenza la pochezza, la protervia e l’ottusità dei politici che lo hanno affiancato nel governo del paese durante la Brexit e, soprattutto, durante la pandemia da Covid.
Il contrasto tra le condizioni in cui si sono trovati a lottare contro il Covid medici e paramedici, soprattutto nelle case di riposo (moltissime in UK) e negli ospedali pubblici, colpisce profondamente lo spettatore. La serie fa vivere momenti intensi di dolore e ansia. I “poveri vecchi” lasciati in balia dell’inefficienza dell NHS (National Health Service), dei parenti distrutti dall’impossibilità di aiutare i loro cari. Strazianti sono infatti i saluti sul cellulare, distacchi dolorosissimi con la consapevolezza di andare verso l’ignoto.
Caricati sulle autoambulanze le persone vanno in un non-mondo, verso l’ignoto in cui nessuno può entrare. E intanto l’Establishment fa l’Establishment e persegue obiettivi, numeri, quantità che perdono di senso di fronte alla tragedia. Ma questa, è purtroppo un’esperienza in parte condivisa. Anche l’Italia sa bene cosa ha sofferto.
Boris placa le sue ansie citando i grandi classici che diversi suoi spocchiosi compagni di viaggio ignorano (ironia amara). Fa sfoggio della sua cultura e nei momenti più critici si rifugia nella scrittura del suo libro.
Negli ultimi anni, gli innamorati del Regno Unito (e in Italia ce ne sono davvero tanti) hanno subito diverse cocenti delusioni. Il mito britannico e quello che per molto tempo è stato il riferimento principale della “correttezza” del “welfare state”, del “buon governo stabile”, puff! sembra sfaldarsi anno dopo anno, governo dopo governo, primo ministro dopo primo ministro. Comincia ad assomigliare a tanti altri paesi che hanno spesso sofferto di una sorta di complesso di inferiorità verso il mondo britannico.
Dopo tanti tragici errori commessi da Boris e dal suo governo, Branagh offre nella serie un momento di “riscatto” all’uomo Johnson e tira fuori un gioiello: This England di William Shakespeare. Boris declama la poesia, mentre alla finestra rivolge lo sguardo verso l’esterno e forse si rende conto di quanto male abbia gestito il Covid e la maledetta faccenda Brexit.
Una nota tra il ridicolo e l’affettuoso che alleggerisce il tono della serie? Il cagnolino di Boris e Carrie, Dilyn. Il piccolo deve essere accompagnato a fare la solita passeggiata e viene spesso affidato alle cure di “increduli” assistenti di Downing Street, sacchetto per raccogliere la “cacca” incluso.
Bravo Branagh!
This England
from Richard II “This sceptered isle speech”
William Shakespeare
This royal throne of kings, this scepter’d isle,
This earth of majesty, this seat of Mars,
This other Eden, demi-paradise,
This fortress built by Nature for herself
Against infection and the hand of war,
This happy breed of men, this little world,
This precious stone set in the silver sea,
Which serves it in the office of a wall,
Or as a moat defensive to a house,
Against the envy of less happier lands,
This blessed plot, this earth, this realm, this England,
e la storia continua con immensi attori britannici (John Gielgud…)
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