Patria Aramburu

La storia

Nel cuore della storia vibrano le vicende di due famiglie Basche, un tempo molto amiche: quella dell’imprenditore Txato, ucciso dall’ETA, e quella del giovane terrorista Joxe Mari, irriducibile sostenitore della lotta armata per l’indipendenza. È una “storia di gente comune, di affetti, di amicizie, di sentimenti feriti”(IBS). In prima linea nel conflitto  psicologico e familiare troviamo le due madri, Bittori e Miren.

Gli altri componenti delle due famiglie entrano nel quadro, prendendo spessore progressivamente, tra le pieghe della loro fatica di vivere. La Storia e la Politica si insinuano tra le loro azioni e i loro pensieri, come nel caso di Arantxa a Gorka, il fratellino che si “dedicava alla lettura con passione”:

«Leggi tutto quello che puoi. Accumula cultura. Più ne metti insieme, meglio è. Per non cadere nel buco in cui stanno cadendo in molti in questo paese.»

La macchina del terrore

 “L’ETA deve agire senza fermarsi mai. Non ha altra scelta. È da tempo che è caduta nell’automatismo dell’attività cieca. Se non fa danni, non è, non esiste, non svolge nessuna funzione. Questo modo di funzionare mafioso è al di sopra della volontà dei suoi componenti. Nemmeno i suoi capi si possono sottrarre. Sì, va bene, prendono decisioni, ma è solo apparenza. Non possono comunque evitare di prenderle perché la macchina del terrore, una volta che ha preso velocità, non si può fermare.”

Ripercorrere la cronaca di una lunga storia, vera e complessa come quella dell’ ETA e dell’indipendentismo Basco, richiede al lettore  uno spazio ampio di  riflessione. Sebbene sia in forma di romanzo, la realtà salta violenta dalla pagina scritta e sferza il lettore.

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Quanti significati ha la parola Patria?

“«Ho scritto anche contro il delitto perpetrato con un pretesto politico, in nome di una patria dove una manciata di persone armate, con il vergognoso sostegno di un settore della società, decide chi appartenga a quella patria e chi debba lasciarla o scomparire. Ho scritto senza odio contro il linguaggio dell’odio e contro la smemoratezza e l’oblio tramati da chi cerca di inventarsi una storia al servizio del proprio progetto e delle proprie convinzioni totalitarie.» Non ne era sicuro.”

Patria e vigliaccheria “nel paese dei muti”

“«Esatto. Perché sono un vigliacco come lui e come tanti altri che a quest’ora, al mio paese, staranno dicendo a bassa voce per non farsi sentire: questa è una bestialità, un inutile spargimento di sangue, così non si costruisce una patria. Però nessuno muoverà un dito. A quest’ora avranno già ripulito la strada con una pompa perché non resti traccia del delitto. E domani ci saranno mormorii nell’aria, però in fondo tutto continuerà come prima. La gente andrà alla prossima manifestazione a favore dell’ETA, sapendo che conviene farsi vedere nel branco.” “È il tributo che si paga per vivere tranquilli nel paese dei muti.»”

 Verso la fine

Che intensità questo libro! Che galoppata emozionale tra le parole di una comunità in lotta. Quanto mi fa desiderare di conoscere le lingue dei libri stranieri che leggo! Che magia la traduzione! Che artisti i traduttori! Salti logici, temporali, sgrammaticature che rafforzano l’identità di chi parla, richiami e recuperi acrobatici del filo conduttore: avanti, indietro, di lato, sotto, sopra. Una vera magia linguistica.

A proposito di parole: il Glossario Euskara

Se vuoi capire il significato delle parole in Euskara, allora un tocco, sul piccolo schermo del Kindle e vai al Glossario, poi clic, un altro tocco sulla freccetta, indietro e torni alla storia. Avanti e indietro nel linguaggio e nella storia, come avanti e indietro va Bittori, la vedova dell’amatissimo Txato, tra le pieghe della sua vita, del suo dolore, della sua malattia ignorata, dei suoi sentimenti, alla ricerca di una sola parola: perdono.

Da una  scuola Romana una  guida creativa all’Euskara

Euskanta, progetto di poesia e canzoni degli alunni dell’ Istituto comprensivo Antonio Rosmini  di Roma, è come una piccola guida creativa all’Euskara, protagonista di rilievo in questo bellissimo romanzo.

Assaggi

Triste talora, e  piena di eccessi, ma è la vita  “Mi sono resa conto di una cosa. Ci sforziamo di dare un senso, una forma, un ordine alla vita, e alla fine la vita fa di noi quello che le va.”

Veleni: “Siccome il fiume trascina residui industriali, dopo la terra emana un odore fortissimo. Lui dice di fabbrica. Miren gli risponde: «Di veleno. Uno di questi giorni moriremo con dolori di pancia spaventosi».”

Paura “La paura è per chi ne ha bisogno (Jokin).”

Aborto a Londra “Tutte quelle donne sembravano più rilassate e, naturalmente, molto più loquaci che all’andata.”

Come un film western “La campana della chiesa batté l’una proprio quando loro si stavano guardando. Rimasero per un istante l’uno di fronte all’altro, fermi, muti, il Txato aspettando che Joxe Mari dicesse qualcosa, Joxe Mari come paralizzato, le mani nelle tasche del giubbotto. Di colpo distolse lo sguardo; di colpo fu sul punto di parlare, ma non lo fece; di colpo si voltò e a passo svelto, quasi correndo, se ne andò giù per la strada, piantando il Txato all’angolo, con la voglia di parlare, con la voglia di domandargli…”

Come nel covo di Moro “Loro due e Koldo abitavano al primo. Enorme macchia di umidità e cerchi neri (muffa?) sul soffitto. Il guasto non pareva recente.”

Miren, la madre del terrorista “«Ah, io starò sempre dalla parte di mio figlio qualunque cosa succeda. Non m’importa un fico secco di quello che dice la gente. È chiaro che preferisco averlo vicino e che lavori e si faccia una famiglia; però, se così non è, bisogna affrontare quello che viene.”

Nerea e il Voto di laurea “Il massimo dei voti? Mai. Non ce n’era bisogno. Non ebbe tanto la sensazione di aver raggiunto una meta quanto quella di essersi liberata da un peso. Ne sei sicura? Sicurissima. La mattina in cui seppe l’ultimo risultato, all’uscita dalla facoltà, sulle scale dell’ingresso, scelse una nuvola, quella, lì in fondo, a cui sussurrare: «Aita, hai visto? Ho fatto quello che mi hai chiesto. Ora sono padrona di decidere da sola ilvmio futuro».”

Motivazioni  “Però, è chiaro, bisogna riempire la vita di motivazioni, possedere un ordine e una direzione, trovare per ogni giornata una ragione davvero stimolante per balzare giù dal letto, se non con gioia, almeno con energia e impedire che, a forza di inattività, ti si anchilosino anche i pensieri. «Ah, figlia mia, quanto sei diventata filosofa”

Il tuffo di Quique a Praga “La Moldava, passando per Praga, è un signor fiume…”

Dissetarsi con l’odio “L’odio serviva a Joxe Mari come bibita rinfrescante nei giorni estivi, come riscaldamento nelle notti d’inverno. Lo rendeva insensibile a qualunque accenno di sentimentalismo.”

Lettere agli eroi in carcere “lettere di ragazze che li consideravano autentici eroi. Lettere traboccanti di ammirazione e simpatia, di voglia di infondere coraggio e di far sentire meno soli i gudaris detenuti. Lettere che, con il tempo, potevano anche prendere una piega di aspettative amorose.

Joxe Mari: e dopo il sesso la riflessione “all’improvviso sentì un sapore amaro in bocca, e anche oltre la bocca, nel centro stesso delle sue convinzioni e dei suoi pensieri.”

Mezzogiorno di fuoco-Come un film western 1 “Festa, domenica, bel tempo: la piazza era piena zeppa…In quel momento Bittori aveva il sole in faccia; si mise una mano a mo’ di visiera e, merda, si sarà accorta che l’ho vista; ma non mi faccio da parte. Miren si avvicinava camminando a passi domenicali, spensierati, all’ombra dei tigli e quella là mi sta guardando, ma sta fresca se crede che mi faccio da parte. Avanzavano in linea retta l’una verso l’altra…”

 Intervista con l’Autore 

Fernando Aramburu

Il laboratorio di Patria

“Se il sequestro del console tedesco mi aveva colpito con un leggero schizzo della realtà circostante, l’as­sassinio di Enrique Casas mi cadde addosso come un’enorme ondata. L’immediatezza fisica della morte e l’evidenza dell’ingiustizia brutale che comportava mi commossero. È possibile che, senza che lo sapessi, Patria abbia cominciato a svilupparsi dentro di me in quel lontano e triste pomeriggio del 1984…”continua in il Libraio.it

2 pensieri riguardo “F. Aramburu-PATRIA.Vittime e carnefici insieme, nelle terre di confine. Chi è chi?

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