
“L’officina del ‘giallo’ di Agatha Christie, la sua tecnica, i suoi accorgimenti, ci si mostrano come in una casa di vetro” Leonardo Sciasca
Colpisce di questa storia il punto di vista adottato per narrare gli eventi e forse il romanzo si riscatta, alla fine, proprio grazie a questo sapiente “technical device”. Qui sta la chiave del mistero, che certamente non svelerò.
La storia è semplice: Il signor Ackroyd, facoltoso gentiluomo Inglese, si sente in pericolo e ne parla con una persona fidatissima. Purtroppo non fa in tempo a prevenire l’inevitabile e poco dopo, viene pugnalato nel suo studio.
Anche la psicologia dei personaggi è semplice. Le celluline grigie di Poirot, invece, trasmettono l’immagine dell’acceleratore del CERN, una meraviglia della natura e della mente umana. Si susseguono ipotesi su ipotesi, misteri su misteri. Storie di amori segreti o palesi e di rincorsa sconsiderata della ricchezza e della felicità sociale.
Personaggio tipico inglese, amato dalla Christie e dai suoi lettori, è Caroline, vecchietta (forse!) pettegola e curiosa che conosce ogni minimo particolare della vita del “village”. È incuriosita da un Poirot pensionato, perso dietro le sue zucche, che viene ineluttabilmente richiamato in servizio.
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