Il Libro di Maggio 2012_Affascinailtuocuore 001
Another Time- di W.H Auden-La Grande Poesia-Corriere della Sera N.15-2012

 

Ogni tanto fa bene immergersi nella poesia. Non smette mai di sorprenderti. Pensi alla poesia come a qualcosa di alto, o meglio di visto dall’alto, lontano dalla terra, e ri-scopri, invece la vita, nei suoi molteplici aspetti. Vivi l’appassionata denuncia sociale, l’amore intenso per un’altra persona, i legami forti con i tuoi simili, il rispetto per i grandi, la pietà per gli umili e gli infelici.

In Another time (Un altro tempo) di W.H. Auden, trovo parole compagne di vita e specchio dell’attualità. Poesia universale.

Mi piace trascrivere qui alcuni dei versi che mi hanno coinvolto. Per cominciare, mi ritrovo nella bellissima prefazione di Sandro Veronesi al volume e nella sua  scelta dell’Ode al Cittadino Ignoto (The Unknown Citizen) come paradigmatica della poesia di Auden. Tutti siamo in fondo dei “John Doe”, dei cittadini comuni, anonimi che si  dividono  posti, situazioni, ansie e dunque tutti sanno tutto di tutti… Significativi i due musicalissimi versi finali.

Was he free? Was he happy? The question is absurd:
Had anything been wrong, we should certainly have
heard.

Efficace e suggestiva, anche agli occhi di un lettore di oggi Law, da People and Places:

“Law say the gardeners, in the sun,
Law is the one
All gardeners obey
To-morrow, yesterday, to-day

Nella stessa poesia Auden azzarda un’ intrigante similitudine tra Amore e Legge:

Although I can’t at least confine
Your vanity and mine
To stating timidly
A timid similarity,
We shall boast anyway:
Like love I say.
Like love we don’t know where or why
Like love we don’t compel or fly
Like love we often weep
Like love we seldom keep

Da Herman Melville, una suggestione antica: il male dentro, in eterna lotta distruttiva con il bene:

Evil is unspectacular and always human,
And shares our bed and eats at our own table,
And we are introduced to Goodness every day.

Even in drawing-rooms among a crowd of faults;
he has a name like Billy and is almost perfect
But wears a stammer like decoration: And every time they meet the same thing has to happen;

It is the Evil that is helpless like a lover
And has to pick a quarrel and succeeds,
And both are openly destroyed before our eyes.

Arriva il tempo, il tempo/amore, il tempo/vita in                 

XXVI  As I walked out on evening

In headaches and in worry
Vaguely life leaks away,
And Time will have his fancy
To-morrow or to-day.

Bellissima. Reminiscenze classiche, fascino eterno del tempo che scorre inesorabile e che spinge l’uomo a soggiacere al suo bisogno impellente di cogliere l’attimo.

E il legame con Another Time è immediato e inevitabile

For us like any other fugitive,
Like the numberless flowers that cannot number
And all the beasts that need not remember,
It is today in which we live.

So many try to say Not Now,
So many have forgotten how
To say I Am, and would be
Lost, if they could, in history…

Le Ballate contenute nei Lighter Poems, evocano suggestioni antiche, medievali e romantiche. Evocano Spoon River, ritratti eterni e situazioni moderne e reali. Sentite quello che dice il Dr Thomas dopo aver visitato Ms Gee , nell’omonima ballata

Said, “Cancer’s a funny thing.

“Nobody Knows what the cause is,
Though some pretend they do;
It’s like some hidden assassin
Waiting to strike at you.”

Sorte bizzarra attende il corpo di Ms Gee, dopo la sua morte: alla facoltà di anatomia…studenti di Oxford procedono con la dissezione del suo ginocchio.

Quasi soffocante, da stringere alla gola, il ritratto dello studioso James Honeyman, inventore tragico degli atroci gas bellici…

Ormai una poesia cult Funeral Blues, resa famosissima dal film Quattro matrimoni e un funerale (1994) di Mike Newell, è uno dei più caldi messaggi d’amore esistenti in poesia, sebbene ricchi di richiami classici come stelle, luna, punti cardinali… notte.

Cito con piacere anche Roman Wall Blues (Blues del Vallo Romano) perché mi riporta ai giorni intensi e sorprendenti che ho vissuto nel Nord dell’Inghilterra, alla scoperta dello Yorkshire (Auden nasce proprio nella magnifica York), del Vallo di Adriano, del suggestivo viaggio in Scozia, up and down the Roman Roads. E poi le North Yorkshire Moors coperte da mari d’erica colorata e l’apparizione agognata delle sorelle Brontë!

Over the Heather the wet wind blows
I’ve lice in my tunic and a cold in my nose.

The rain comes pattering out of the sky,
I’m a Wall soldier, I don’t know why…

E mi piace scoprire  i legami con l’attualità in Refugee Blues. Mi vengono in mente i CIE/Centri di Identificazione ed Espulsione, l’inumana condizione dei detenuti e le loro vite sospese “in attesa di IDENTIFICAZIONE”. Auden parla di guerra,  di rifugiati e soldati e burocrati pignoli e violenti. Tre strofe significativamente tragiche dalla poesia:

The consul banged the table and said:
‘If you’ve got no passport, you’re officially dead’;
But we are still alive, my dear, but we are still alive.

Went to a committee; they offered me a chair;
Asked me politely to return next year:
But where shall we go today, my dear, but where shall we go today?

Came to a public meeting; the speaker got up and said:
‘If we let them in, they will steal our daily bread’;
He was talking of you and me, my dear, he was talking of you and me.

Un salto nella gloriosa storia di rivoluzionari visionari in Spain (Occasional Poems 1937  ). Qui il contrasto tra ieri-il -progresso e oggi-la-lotta…una lotta destinata ineluttabilmente a fallire, nonostante la partecipazione di grandi anime e cuori da tutto il mondo: letterati, intellettuali romantici e idealisti che accorrono in soccorso della libertà.
Alla fine, nell’ultima strofa:

The stars are dead. The animals will not look.
We are left alone with our day, and the time is short, and
History to the defeated
May say Alas but cannot help nor pardon.

September 1° 1939 e 11/9 vengono spesso associate. Stesso setting: New York, stesso momento di stravolgimento del mondo. September 1° 1939, invasione tedesca della Polonia e di fatto inizio della seconda guerra mondiale; 11/9 attacco alle Torri Gemelle del World Trade Center.

Date simboliche di un Occidente in Fiamme! Giudicata troppo retorica e “infetta d’incurabile disonestà” dallo stesso Auden, September 1° 1939, torna attuale e condivisa dopo l’attacco alle torri. Pubblicata il 15 Settembre sul quotidiano The Guardian, comincia a circolare in Internet e

appare a moltissimi lettori come la descrizione più onesta e fedele del clima di paura e incertezza calato all’improvviso su New York e l’Occidente tutto”(note dall’Edizione del Corriere della Sera p.244)

Di Auden è l’appello controverso:

“We must love one another or die”!

W.H.Auden: un bell’incontro per andare verso l’estate, poeticamente, saltellando tra una quartina e l’altra dei suoi People and Places, Ballads, Blues and other Lighter  and Occasional Poems, con i  grandi della Modernità: Freud, Yeats, Melville, Pascal, Voltaire, Rimbaud…

Un pensiero riguardo “W.H.Auden-ANOTHER TIME. “Time will have his fancy”

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