Il Trio Ereno-Rigatti-Parise di Padova, in uno spettacolo suggestivo e affascinante:
E caddi come corpo morto cade
Musica e danza in un percorso dantesco
“L’idea di questa rappresentazione è nata per caso, e molto lontano da qui, durante la mia permanenza in Africa australe (Namibia, Sudafrica, Botswana).
Alcune coincidenze hanno voluto che sul mio tavolo giacessero alcuni libri e pubblicazioni di antropologia e – contemporanemente – un’edizione integrale della Divina Commedia di Dante Alighieri, che per diletto mi rinfrescavo alla lettura.
Stavo studiando i medicine men, gli sciamani e i guaritori di alcune popolazioni locali. Mi interessava il loro ruolo psicoterapeutico nelle comunità e nei villaggi, il loro sapere intorno alla medicina tradizionale, basata sull’uso di sostanze naturali.
Nei testi sullo sciamanesimo che ho affrontato, venivano riportati i riti di iniziazione di sciamani appartenenti a gruppi etnici e geografici tra i più disparati, dall’Alaska al Kalahari, dalla Siberia all’Amazzonia.
Molte procedure, molti archetipi fantastici, molti luoghi e molte figure (quella per esempio del maestro iniziatore) erano comuni a culture molto distanti fisicamente tra loro. E non solo.
Cercando di staccarmi dalle autorevoli precedenti letture (tra le tante quelle teologica, filosofica, storiografica, psicanalitica) della Commedia, ho dovuto notare, aldilà del mio iniziale scetticismo e umana diffidenza, che molti passi della Commedia stessa potevano essere paragonati a altrettanti gradi di apprendimento che un allievo sciamano compie nel suo percorso di iniziazione.
Ho riempito uno dei miei quaderni di appunti, quaderno che è rimasto a dormire per quasi una decina d’anni, in un cassetto.
Quest’anno il tema della rassegna UNIVERSI DIVERSI 2012 organizzata e promossa dall’Assessorato alla cultura di Padova è “SACRO E PROFANO”.
Ricordare quelle mie notazioni e pensare a una loro resa artistica, musicale e di movimento, è stato un tutt’uno.
Il tentativo è stato quello di tradurre in musica e danza un percorso dantesco non alternativo alle altre letture, bensì evocante una visione ulteriore. È uno spettacolo, non una conferenza, dove le evocazioni e i paralleli sono molteplici (sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista dell’espressione corporea); non sarà quindi una lettura canonica, nella quale si sono già cimentati nomi illustri del nostro teatro.
A chiarimenti, dubbi e curiosità, rimando con piacere e disponibilità, ad altro luogo; uno spettacolo, a mio avviso, dovrebbe essere ciò che è, aria contenuta in un vaso.
La prima persona a cui ho pensato per la realizzazione di questo progetto è stata Maria Vittoria Campiglio, amica danzatrice e coreografa, cofondatrice del’associzione Charà per la danza, punto di riferimento per la danza contemporanea a Padova. È con lei che ho teso i primi fili dell’ordito.
La seconda è stata Paolo Agostini che ha strutturato la parte riguardante le percussioni; la conseguente trama è stata tessuta con arrangiamenti, suggerimenti e ricerche, dal resto della tribù, artisti che – entusiasti – hanno messo in gioco, oltre al loro tempo e alle loro energie, i loro precedenti e originari concetti e le loro assunzioni, dimostrando una luminosa disposizione e coinvolgimento artistico ed emotivo, una inaspettata personale apertura interpretativa.
Un doveroso e desiderato appunto prima di salutarvi: questo spettacolo non sarebbe potuto andare in scena senza l’indispensabile e entusiasta collaborazione di Valeria Stefanini, presidente del circolo ARCI ZOO-contenitori culturali, che ha messo a nostra disposizione i propri ampi e accoglienti spazi, e che fin dall’inizio ha condiviso la nostra avventura. Nessun contenitore migliore di quello, ricco di stimoli e richiami, per immergerci nel nostro futuro spettacolo, per assaporare il cammino della sua costruzione.
Vi aspettiamo, felici di incontrarvi ancora, Giovedì 24 maggio, quindi.
Saluti forti e chiari
Guido Rigatti
( scarica Locandina dell’evento )