
Torniamo al giovane papa di Sorrentino. surreale e bellissimo. Tutto perfetto stilisticamente, come sanno essere le opere di Sorrentino, eppure tutto cosi tragicamente ironico e in definitiva umano, fino alle più profonde corde.
Qualche lentezza narrativa ha contribuito a farmi sonnecchiare nelle pause post pranzo di festa, ma sostanzialmente l’ho trovato “teso” ed efficace. Attori eccezionali e diretti magistralmente. 
Che bello questo papa e che bello sentirlo vicino e lontano allo stesso tempo ai problemi dell’umanità, anche se i suoi paramenti sono lussuosissimi, e il suo passaggio è illuminato più dall’oro e dalle gemme dei tessuti che dalla sua religiosità. Ma in fondo tutto fa parte della sua strategia di comunicazione.
Una scena paradossale, alla Monty Python mi ha colpito per la sua efficacia narrativa: reparto ostetricia, il papa visita la neo-mamma miracolata, moglie sterile di una guardia svizzera sterile, prende goffamente in braccio il neonato, lo guarda, lo coccola e poi, richiamato altrove, improvvisamente lo lancia verso la madre, facendolo schizzare dentro la culla come una palla impazzita tra lo stupore e il terrore dei presenti. Surreale e spassoso!
No, non sono in grado di esprimere la complessità del messaggio inviato dall’ineffabile papa di Sorrentino. Non ne sono proprio capace, ma l’ho trovato di “grande bellezza”. Il suo rapporto con l’arte e con la musica rafforzano l’universalità del suo mondo.