Un attimo di pausa, ma solo un attimo, perché voglio fare qualche riflessione a caldo. Sono  in spiaggia, attraverso le onde che lambiscono il bagnasciuga, il mare fa sentire la sua voce fresca e rigenerante. Immediatamente associo a questo effetto benefico quello generato da Oscar e la dama in rosa,  di Eric-Emmanuel Schmitt. La storia con i suoi personaggi  è come un’ondata di freschezza, una pausa dagli affanni, nonostante il suo contenuto decisamente  “duro”. 

Detto questo, Oscar e la dama in rosa è un genere di  storia che non avrei mai letto, se non me l’ avesse suggerita un’amica entusiasta. Non mi piacciono  le  storie di bambini malati e sofferenti, mi sembra come se la situazione venisse strumentalizzata a fini editoriali.  Eppure, nel caso di Oscar  il tocco è lieve. E Schmitt racconta di un bambino  che viaggia verso  la meta inevitabile, sulle ali della fantasia e della leggerezza, con l’aiuto amorevole e intelligente  della dama in rosa.

Alcuni stratagemmi narrativi  non possono  non catturare il lettore. Intanto i 12 giorni sotto Natale in cui  ogni giorno vissuto vale 10 anni, come una sorta di Calendario dell’Avvento personalizzato. Infatti Oscar riesce a diventare vecchio nello spazio di ore e a percorrere la sua esistenza a ritmo incredibile con grande intensità. Il pensiero corre  alla sua storia d’amore con Peggy Blu.

Oscar deve gestire anche il rapporto con i genitori. Che disastro sono “I cretini”, come li apostrofa spesso, ma grazie a nonna Rosa riuscirà anche a comprenderne debolezze e fragilità. Anche loro soffriranno per la sua morte.

Decisamente efficace narrativamente è la corrispondenza con Dio, fino all’ ultima lettera. Nel  biglietto lasciato sul comodino poco prima di  morire Oscar scrive:

“Solo Dio  ha il diritto di  svegliarmi…”  

Quanti spunti  si trovano in questo libro, così esile, così veloce da leggere, e tuttavia così denso! Mi è piaciuto soffermarmi a riflettere sulle annotazioni e sottolineature di Daniela. Ce ne sono molte che condivido e mi piace pensare che anche lei  le abbia fatte riflettendo sulla sua esperienza di vita, grazie a Oscar e a nonna Rosa.

È stata una lettura gradevole, a tratti commovente, a tratti ironica. Ho provato tristezza, ho sorriso, ho apprezzato i racconti fantastici di Rosa, le nonne spesso lo fanno per intrattenere i nipoti! E voglio allora accettare l’invito implicito di Schmitt a volgere lo sguardo verso la positività, verso la vita che comunque va vissuta pienamente, giorno dopo giorno.

 La lettera di  Nonna Rosa riassume meravigliosamente questo invito…

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Un pensiero riguardo “Eric-Emmanuel Schmitt OSCAR E LA DAMA IN ROSA. Corrispondenza, vita, amori e morte di un angelo

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