Sting-performing-Russians today

Sting canta di nuovo Russians, dopo 37 anni. È una canzone figlia della guerra fredda tra Est e Ovest, tra gli Stati Uniti d’America e l’ Unione Sovietica, guerra che tutti noi  credevamo  ormai fuori dalla Storia. Lo abbiamo sperato, ci abbiamo creduto quando abbiamo assistito al crollo del muro di Berlino nel 1989.

Sting dedica la nuova versione della canzone agli Ucraini in lotta contro il violento attacco predatorio di Vladimir Putin. Ma la dedica anche a quei cittadini  Russi che, rischiando  la loro libertà e perché no, la loro vita,  stanno coraggiosamente  manifestando contro la cecità assassina di Putin.

“Ho cantato solo raramente questa canzone nei tanti anni trascorsi da quando è stata scritta – afferma il cantautore britannico nel post – perché non avrei mai pensato che sarebbe stata di nuovo rilevante”[…]Ma, alla luce della decisione, sanguinosa e sbagliata, di invadere un vicino pacifico e non minaccioso, la canzone è, ancora una volta, un appello alla nostra comune umanità”.

È una canzone stupenda che mi riporta agli anni in cui  la usavo durante le  lezioni d’Inglese  con i miei studenti.  Mi sembrava il modo  migliore per affrontare una tema  civile attraverso il medium universale e incredibilmente eloquente della musica. È un inno alla pace e alla collaborazione, è un invito a non cedere all’escalation isterica del terrore di un attacco nucleare all’umanità  che, allora come oggi, ci attanaglia. È una richiesta urgente, impellente di far prevalere la pace,  tacitando il funebre suono delle armi. Governanti di tutto il mondo, sveglia! 

Russi, Ucraini, Europei, Cinesi, Americani, tutti amano i loro figli. Nessuno  prova piacere nel vedere i propri figli combattere e morire. A maggior ragione se vengono tirati in ballo  i “giocattoli mortali di Oppenheimer”, come li chiama Sting, le armi nucleari! Scorrendo il testo, cambiando i nomi  dei “protagonisti” ci ritroviamo nello stesso incubo del 1985. Vogliamo uscirne, subito! Senza ulteriore spargimento di sangue.

Russians

In Europe and America

There’s a growing feeling of hysteria
Conditioned to respond to all the threats
In the rhetorical speeches of the Soviets

Mr. Khrushchev said we will bury you
I don’t subscribe to this point of view
It would be such an ignorant thing to do
If the Russians love their children too

How can I save my little boy
From Oppenheimer’s deadly toy?
There is no monopoly in common sense
On either side of the political fence

We share the same biology
Regardless of ideology
Believe me when I say to you
I hope the Russians love their children too

There is no historical precedent
To put the words in the mouth of the President
There’s no such thing as a winnable war
It’s a lie – we don’t believe anymore!

Mr. Reagan says we will protect you
I don’t subscribe to this point of view
Believe me when I say to you
I hope the Russians love their children too

We share the same biology
Regardless of ideology
What might save us – me, and you
Is if the Russians love their children too

Sting 1985