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Ci sono dei libri che alleggeriscono l’anima, tanto che, quando arrivi all’ultima frase, li saluti con un sorriso e un grazie di cuore.
È il caso di OI DIALOGOI. I dialoghi di Bellavista di Luciano De Crescenzo. Ho sempre ammirato De Crescenzo, mi piacevano i suoi limpidi occhi azzurri pieni di ironia, il bianco candido dei suoi capelli, quella cadenza napoletana da gran signore che incantava l’ascoltatore. Sì, perché oltre a leggere questo libro, nel lontano 1985, già me lo godevo in TV o al cinema.

I Napoletani sono l’ingrediente magico della narrazione di De Crescenzo che  tira fuori da ciascuno dei suoi personaggi un aspetto caratteristico della caleidoscopica anima Partenopea. E lo fa anche con uno stratagemma narrativo e drammatico fantastico, il contrasto: con il milanese dott. Cazzaniga, con lo svizzero Herr Frankfutter, con Giorgio genero di Bellavista che viene a Napoli a sondare il terreno per vendere rifugi atomici! Esilarante. Il filosofo Bellavista coglie l’assurdità di tale progetto, ma lo sostiene per poter riavere la figlia a Napoli… Ci riuscirà?

Luciano e Socrate
Le lezioni di Bellavista sono perle di ironia e denuncia sociale. I suoi studenti (coinquilini, portiere…) lo amano e lo ascoltano quasi con devozione. Le sue riflessioni sui mali della società e sulle soluzioni proposte dai governanti spaziano nel tempo e mostrano somiglianze impensabili con la società contemporanea.

Godiamoci la lezione del professor Bellavista: Uomini d’Amore e Uomini di Liberta: Presepe vs Albero di Natale

Inno al dialogo

I dialoghi di Bellavista si ispirano a quelli di Platone in cui “la speculazione filosofica si mescola al racconto e al mito”. Il libro si apre e si chiude con un inno al dialogo:

Inizio-“Il valore di un dialogo dipende in gran parte dalla diversità delle opinioni concorrenti. Se non ci fosse stata la torre di Babele avremmo dovuto inventarla” Karl. R. Popper

Fine– “Dammi ascolto, o Critone, è la parola il vero dono del Dio, è il dialogo l’unica alternativa che hanno i nemici per evitare la contesa. Beati coloro che parlano, anche quando parlano troppo”

Assaggi

Prefazione: Signore e Signori vi presento Luciano e famiglia…

 “Quando nacqui io papà aveva cinquant’anni e mamma quarantacinque. Questa grande differenza di età tra me e loro, ha fatto sì che nessuno dei due abbia potuto seguire l’evolversi della mia vita. Papà mi lasciò che ero appena enytrato all’Università e mamma quando ancora non avevo dato le dimissioni dalla IBM. Io non so se esista il Paradiso e se loro se lo siano guadagnato, ma lo spero moltissimo. Per mia madre non ho dubbi: se ci fosse un Paradiso da qualche parte, lei sarebbe lì. Diciamo che le spetterebbe di diritto. Casa negozio e chiesa, chiesa, negozio e casa, mammà non ha fatto altro che lavorare e pregare tutta la vita. Quanto a mio padre invece ho qualche perplessità…”p.11

Il Mancini di papà, l’arte contemporanea e il suo significato

L’arte moderna insegnata agli alunni di Bellavista è esilarante. Burri e  Fontana visti attraverso gli occhi dei lavoratori Enel in gita aziendale alla mostra romana.
“ «E dopo Burri ecco a voi Fontana ! »esclama Salemi e si ferma come folgorato . Evidentemente Fontana deve essere uno dei suoi autori preferiti. Il gruppo si distribuisce come può intorno all’opera e per qualche secondo nessuno osa fiatare. Il quadro in questione si presenta come una tela di colore begiolino, al centro della quale l’artista ha praticato, probabilmente con una lametta, un taglio in diagonale. Saverio, Salvatore e Luigino guardano in silenzio il taglio e si scambiano un’occhiata d’intesa. « Quando si parla di Fontana » inizia a dire Salemi «è improprio parlare di pittura. Anzi, diciamo le cose come stanno: sarebbe preferibile ammettere una volta per tutte, che per questo maestro non esiste una vera e propria distinzione tra pittura scultura e grafica,, secondo i significati tradizionali che si è soliti dare a questi generi. Lo stesso Fontana, nel suo Manifesto Blanco, preferisce collocarsi al di là di ogni definizione. Salvatore non ce la fa più: vorrebbe dire qualcosa, ma proprio in quel momento il prof. Salemi gli rivolge la parola «A questo punto lei potrebbe chiedermi: ‹Ma, allora se non è un quadro, che cos’è?› ‹Ecco professo’›: mi avete tolto le parole di bocca› esclama Salvatore felice di essere stato autorizzato a parlare .«che cos’è ?» «è un concetto spaziale» «questo è il titolo?» «No, il titolo è L’ Attesa...»p.29

A mezzanotte va: la “fame americana”, se non spari i botti a Capodanno sei un fallito e i tuoi figli sono tristi.

“Ad Alfonso il non avere i soldi per comprare i fuochi spiaceva solo per i bambini che ci avevano «messo il pensiero». « Cento volte meglio se fossi  rimasto a lavorare in America” pensò Alfonso. In questo momento non mi troverei in una simile situazione. Dice: «ma anche lì tu facevi la fame?» «Sì, ma facevo la fame americana, non la fame italiana! A New York il sussidio di disoccupazione e di 300.000 lire alla settimana, in pratica quanto guadagna oggi in Italia un impiegato del Ministero con dieci anni di anzianità. Uno dice: “la fame” come chissà che avesse detto!  E no, non basta, bisogna anche precisare: “la fame dove? “ perché una cosa è avere fame in America, un’altra cosa averla in Italia e un altro ancora in Etiopia. L’importante è scegliere un paese che abbia una fame accettabile.” P.61

Socrate, Napoli, l’automobile e le soluzioni filosofiche

Socrate. Io credo che tutto quello che ha inventato questo nuovo Dio che tu chiami Progresso sia solo una serie di- prolunghe- . L’automobile è una prolunga delle gambe, il telefono una prolunga dell’ orecchio, il televisore dell’ occhio e il computer del cervello; ma nessuno di questi nuovi marchingegni, che io sappia, è mai riuscito a cambiare l’Uomo nel suo profondo. Passano gli anni infatti e, malgrado le nuove prolunghe immesse sul mercato, gli uomini continuano a comportarsi come sempre. Non   ci sono forse, ancora oggi, uomini ambiziosi come i Alcibiade, gelosi come Menelao e invidiosi come Tieste? Quando, come spero, il Progresso sarà capace di produrre a un prezzo conveniente anche l’Amore e la Libertà, allora io, caro Aristogamo, diventerò un suo fervido seguace. “p77

The day before: Scatena la paura, e dunque il bisogno di un bel rifugio antiatomico.

«Io invece penso un’altra cosa: qua è tutta una questione di strategia, di marketing, come dicono gli americani. Adesso ce ne occupiamo o e Salvatore e vi facciamo vedere come si vendono i rifugi antiatomici.» «quando si tratta di vendere, io sto sempre a disposizione» dice Salvatore «allora sentite a me, noi facciamo così,» dice Saverio «io e Salvatore ci avviamo in avanscoperta a seminare il panico… «il panico?» chiede Giorgio. «Sì» prosegue Saverio infervorandosi « noi propaghiamo la psicosi della guerra atomica. Andiamo in giro a dire che abbiamo saputo dal nostro parente russo che stanno per bombardare la Nato. Poi arriva l’architetto con un’offerta lancio per 10 rifugi in economia…”

Socrate e gli Ufo: bisogno di speranza…in chi?

“Socrate. L’animo dell’uomo ha bisogno di nutrirsi di speranza, così come lo stomaco ha bisogno di cibo. La vita invece è spesso amara e non concede scappatoie ai desideri dei mortali. Alcune verità sono senza alternativa: tutti dobbiamo morire, chi è brutto non potrà mai diventare bello, chi è vecchio non potrà mai ritornare giovane e chi vive una vita opaca e senza entusiasmi sa che molto difficilmente riuscirà a cambiarla. E allora che fare? Non resta che rifugiarsi del mistero, evadere nel trascendente. Ed ecco fiorire da ogni parte le favole, i miti, di extraterrestri, gli oroscopi, le droghe e gli estremismi politici. Appena nasce la domanda sul mercato, subito appare l’offerta spuntano come funghi sfruttatori delle angosce altrui, gli indovini, i capipopolo, gli spacciatori di droga e i venditori dei biglietti della lotteria” p. 153

Il sosia, la monnezza, il fisco e l’arte di arrangiarsi- Maradona è onnipresente nella vita dei napoletani, quasi un incubo…e non mancano i “sosia ufficiali”

“Vedete, io modestamente, per quanto riguarda l’immondizia, sono un tecnico. Faccio il netturbino da cinque anni e vi assicuro che con un colpo d’occhio, senza nemmeno aprire il sacchetto a perdere, v’indovino il tenore di vita di una famiglia dall’immondizia che porta giù al palazzo. Se fossi il ministro delle Finanze, per gli accertamenti fiscali, come prima cosa controllerei la monnezza di tutti i contribuenti. Ora invece l’Istat, per stabilire il reddito medio di una città, si rifà alle statistiche delle dichiarazioni dei redditi, e allora per forza che Napoli finisce agli ultimi posti.” p.159

«In Grecia l’arte di arrangiarsi aveva addirittura un Dio protettore: si chiamava Poro, ovvero “l’Espediente” o se preferite “l’arte di arrangiarsi”» precisa il professore « un dio che veniva invocato dai poveri quando si trovavano in difficoltà. Ce ne parla Platone in uno dei suoi dialoghi più belli: Il Simposio.» Alla parola Platone tutti si dispongono intorno al professore per ascoltare meglio. Nella portineria di via Petrarca 58, Platone ha un largo seguito, merito di Bellavista che nei suoi racconti ha saputo renderlo familiare.”p. 163

Il lamento del padrone di casa-Nei momenti di crisi che caratterizzano ogni epoca, a quanto pare, si evocano fantasmi come o’ munaciello.

“Insomma, per farla breve, il mio inquilino paga solo la metà del canone perché sostiene che l’altra metà me la debbo far pagare dal munaciello”. “E voi non potete fare niente?” chiede Salvatore. “E che posso fare? Più che di vincere la causa!” risponde il barone allargando le braccia. “L’anno scorso per impaurirlo gli comunicai con una raccomandata che volevo vendere l’appartamento e gli mandai un finto compratore, un amico mio. Lui, prima lo fece accomodare, poi per spaventarlo gli disse di non entrare nel salotto perché quella era la stanza preferita d’ ’o munaciello. Il salotto stava al buio, ma il mio amico ci volle entrare lo stesso: ebbene, sapete che successe?…che non fece nemmeno un passo e si prese due schiaffoni in faccia e un calcio nel di dietro.”p. 197

Socrate e la TV-Il totem miete vittime, sia esso a colori sia esso in bianco e nero, e resta vittima di se stesso. Viva il dialogo! Popper forever.

Socrate e la TV

A proposito di Media, per incontrare San  Gennaro Faccia Gialla, il suo  mondo e un preciso riferimento a Luigino, poeta del gruppo di Bellavista, vai a  RAIPLAY:

San Gennaro faccia gialla

UOMINI E PROFETI

“Le vie dei Santi”
Con Marino Niola
II puntata

Per tutto il mese di dicembre l’antropologo Marino Niola racconterà la storia di una santa o di un santo al fine di tracciare una piccola mappa della devozione popolare lontana dai dogmi della teologia. Un percorso che mostrerà quella parte dell’Italia che vive il rapporto con il sacro fatto di “cuore e di pancia”.
Questa mattina e’ la volta di San Gennaro