Domenica 11 Novembre, si festeggia San Martino con tutte le tradizioni che si porta dietro. Compresa l’apertura delle porte al generale Inverno,
A Selvazzano le tradizioni vengono rispettate, questa volta con uno spettacolo che mi ha divertito e commosso, Polenta e…voci di donne di Fiorella Mauri
“un intenso dialogo tra fole, poesie, testimonianze e il suono di ‘na volta, con canti della tradizione Veneta che si alternano a brani di cantautori (spicca Faber- De André) Donne di un tempo coraggioso dove il girotondo delle stagioni scandiva le giornate tra i lavori dei campi o fuori casa, la maternità, l’amore, il matrimonio, la preghiera e…la polenta”
Voce possente, squillante ed autenticamente popolare quella di Fiorella Mauri, accompagnata dai toni cupi ma sonori di Luciano Zanellato e dei suoi strumenti. Bravissima anche Irma Sinico, voce narrante che ha conferito brio ed empatia ai suoi interventi.
Vivo in Veneto ormai da quasi trenta anni, ma non sono Veneta. Vengo dall’Abruzzo Marsicano e ritrovo me stessa e le mie radici nei canti e nei racconti di questo spettacolo. Quante cose in comune! Quelle autentiche, quelle che non si lasciano macchiare da campanilismi e politicismi.
La polenta poi, che rito nella nostra casa Avezzanese! Flashback: mi sono rivista girare e girare la polenta, a turno con il mestolo lungo di legno nel paiolo di rame. Pesante, faticoso, e non ci si può fermare… un incubo. Poi pian piano la crema dorata comincia a staccarsi e voilà la polenta è pronta. Papà la versa sulla spianatoia, mamma la stende con la “cucchiarella di legno” e attribuisce a ciascuno di noi una “regione”.
Ebbene sì, mangiando la polenta studiavamo geografia e portavamo avanti una piccola guerra di conquista… C’erano in palio, paesi, città e … le fantastiche salsicce di maiale che davano al ragù domenicale un sapore indimenticabile. A dire il vero non si poteva sconfinare, ma devo confessare che qualche piccola incursione altrove l’ho fatta.
Lo spettacolo organizzato dalla Pro Loco di Selvazzano ha riempito di passione un grigio pomeriggio domenicale di Novembre. Le storie di tante donne che tra mille difficoltà hanno permesso a questo paese di progredire possono dare coraggio e visione alle moderne “combattenti” che hanno nuove, enormi sfide da fronteggiare.
Le parole finali di Irma hanno lasciato una leggera vena malinconica e nostalgica, ma anche qualche speranza:
” Se si rompono le tradizioni… il mistero non vive più tra noi”
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