DAL FUOCO ETNEO ALLE ACQUE POLESANE di  Maria Luisa Daniele Toffanin “ogni luogo ha luci suoni segni colori altri”

Toffanin dal fuoco etneo alle acque polesane

È passato tanto tempo dall’ultima volta che ho sentito Maria Luisa e che ho letto le sue poesie. Si, c’è stato di mezzo il Covid distanziatore. Marzo ci fa incontrare di nuovo, al telefono. E parliamo di tante cose, di stati d’animo, di progetti, di libri da condividere. Poi dopo qualche giorno, trovo nella buca delle lettere una busta gialla, corposa. Già, me l’aveva promesso, “passo da te e ti lascio alcuni libri.”

Oggi in un soffio prolungato, leggo il suo Dal fuoco etneo alle acque polesane, poesie tra  Sicilia e Veneto, tra la maestosità vulcanica dell’Etna e la fluidità infantile delle acque  polesane. I versi  di questa silloge mi catturano perché mi fanno da specchio, perché ritrovo tratti di identità nei profumi di Idda, ‘a Muntagna e nella vastità pianeggiante del Veneto. Sono nel mezzo, come nel mezzo è la mia montagna d’Abruzzo delle cui tracce cerco inconsciamente  la presenza  nei luoghi in cui ho vissuto e vivo.

Tra l’Etna e il Polesine, tra  Venezia e Catania c’è il volo, il  magico momento di sospensione tra gli immensi batuffoli d’ovatta bianca in cui lo spazio-tempo è rarefatto e ci assalgono pensieri “divini”:

Noi con le nuvole

E noi ancora con le nuvole

siamo greggi ora in un gioco di candore

ora inerpicati nell’aria

fino a svaporare nell’etere

illusione d’eternità Sempre.

da Venezia a Catania, 1 agosto 2014

Tante vele e tanti voli  nelle tue poesie, Maria Luisa! E tanto azzurro, nelle sue nuances di mare, di sogno, d’amore e di speranza. Ma anche qualche piccola zona grigio-rossastra d’inquietudine quasi “Etnea”, vulcanica, mimetizzata  in  un guizzare di segreti sentimenti.

Ed è vero, ogni luogo è specchio di attimi di vita, e vive solo perché ci siamo noi a viverlo e a trattenerlo nei volti delle persone che incontriamo, nei ricordi, nelle speranze, nei sentimenti.

Grazie del dono, ha nutrito il mio spirito.