Le è tornata alla mente, durante il Ruggito del Coniglio (Radio2). Si parla di come far addormentare i bimbi la sera, di suonerie del cellulare personalizzate, quando, sull’onda dei racconti degli ascoltatori, magicamente salta fuori dal groviglio dei suoi ricordi il rito antico della ninna nanna. Quante volte aveva cantato Lettera a Pinocchio alle sue due bimbe!
Le piaceva Pinocchio che prendeva vita attraverso la voce suadente di Johnny Dorelli e che ora si materializzava attraverso la sua voce. L’’atmosfera di magia che la melodia creava nella penombra della stanza, piena di giocattoli, colori ed ombre cullava le “tre” bimbe.
Cantava seduta sul tappeto accanto al lettino, con la sua mano rassicurante nelle manine calde delle bambine, forti nella presa per il timore di essere lasciate troppo presto alle ombre della notte, in solitudine, fino a che cedevano dolcemente al sonno felice.
Un’altra canzone regina dell’incontro con il sonno e con il sogno era Buonanotte fiorellino di Francesco De Gregori. E quando il repertorio ufficiale si esauriva e le dolci bambine ancora non si decidevano a prendere sonno, inventava sul momento altre melodie e altre storie. Inutili erano i richiami del papà da un’altra stanza. Continuava a cantare fino al “crollo” degli angioletti. Le è sempre piaciuto cantare.
La “ninna nanna pop” oltre ad addormentare le piccole serviva anche a placare le sue ansie di giovane donna, al termine di una intensa giornata di lavoro e di vita. Oggi anche le due magnifiche figlie, bambine di un tempo, amano profondamente la musica. E con loro i loro figli. Musica e Pinocchio per sempre!
Lettera a Pinocchio
Mario Panzeri – 1959
Carissimo Pinocchio,
amico dei giorni più lieti,
di tutti i miei segreti
che confidavo a te.
Carissimo Pinocchio,
ricordi quand’ero bambino?
Nel bianco mio lettino,
ti sfogliai, ti parlai, ti sognai.
Dove sei? Ti vorrei veder,
del tuo mondo vorrei saper:
forse Babbo Geppetto è con te…
Dov’è il Gatto che t’ingannò,
il buon Grillo che ti parlò,
e la Fata Turchina dov’è?
Carissimo Pinocchio,
amico dei sogni più lieti,
con tutti i miei segreti
resti ancor nel mio cuor come allor.
Questa canzone partecipò alla prima edizione del Festival dello Zecchino d’Oro del 1959 cantata da Giusi Guercilena. L’interpretazione di Johnny Dorelli è del 1961.
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