Ho incontrato spesso William Shakespeare, vestito dei suoi drammi, delle sue commedie, dei suoi sonetti, della sua vita. E grazie a lui si è spalancato davanti ai miei occhi un meraviglioso mondo nuovo, ampio e profondo.
Ho incontrato con passione anche la Hogarth Press. Me l’hanno presentata Virginia e Leonard Woolf, suoi visionari fondatori. Sono stata bene con loro. Ho capito e vissuto esperienze esistenziali uniche, odorose di stampa, di piombo e di ispirazione.
Ho incontrato solo di recente Tracy Chevalier nei suoi romanzi ricchi di fughe avventurose nel mondo della letteratura e della storia, in un’affascinante miscela di passato e presente.
Ed è nel suo New Boy, Othello retold che torno ad incrociare i tre mondi in una sorta di rivisitazione in chiave moderna di The Tragedy of Othello, sotto l’egida della nuova Hogarth Shakespeare.
Gli editori hanno affidato a scrittori contemporanei molto famosi il compito di “retell” alcune delle opere più rappresentative dell’immenso Will. Tracy Chevalier ci ha provato con The Tragedy of Othello, ambientando la vicenda in una scuola pubblica Americana, dove arriva per frequentare l’ultimo mese di scuola Osei, il tornado imprevisto, che determinerà con la sua presenza il precipitare sconvolgente degli eventi.
Osei è figlio di un diplomatico Ghanese che ha girato il mondo con la famiglia al seguito. Da Accra in Ghana a Roma a Londra, a Washington D.C. Osei si è portato dietro tutto il peso e la ricchezza della sua pelle nera. Nella scuola Osei è il nuovo, il New Boy, il diverso che deve trovare immediatamente il suo posto in un sistema già strutturato e palesemente ostile. Ma il ragazzo si sente pronto all’impresa grazie alle precedenti esperienze vissute in altre scuole e paesi.
La storia procede nella banalità più assoluta, con personaggi banali in situazioni scontate, ma ad un certo punto prende una piega inaspettata, a tratti tragica, che tuttavia non riesce a coinvolgere il lettore adulto. Ci riuscirà con i più giovani? Ne dubito. Nonostante la bravura di Chevalier e i nomi dei protagonisti che richiamano vagamente quelli Shakespeariani, ci si trova nel bel mezzo di una realtà già vista e rivista in insulsi filmetti americani, sebbene condita con qualche ingrediente drammatico pseudo-Shakespearinao. L’unica nota amaramente ironica riguarda gli insegnanti, decisamente “politically incorrect” e inadeguati a gestire situazioni nuove e insolite.
Il progetto Hogarth Shakespeare parte forse dall’idea di mostrare ai lettori l’universalità dei sentimenti che coinvolgono l’essere umano e l’attualità delle opere di Shaespeare, ma la strategia scelta non risulta particolarmente efficace. In New Boy, Othello retold, manca l’anima.
Will, viva il tuo Othello! E che rimanga per sempre così come è stato da te concepito.
“Beware of jealousy, my lord! It’s a green-eyed monster that makes fun of the victims it devours. The man who knows his wife is cheating on him is happy, because at least he isn’t friends with the man she’s sleeping with. But think of the unhappiness of a man who worships his wife, yet doubts her faithfulness. He suspects her, but still loves her.”
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d’amore! » traduzione italiana di Cesare Vico Lodovici)
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