storia Half

Sarà perché la storia mi è nota e tutti la stiamo ricordando in questi giorni di celebrazione della nostra Repubblica, sarà che non esiste il “bisogno” impellente di rincorrere, pagina dopo pagina, il ritmo incalzante di una vicenda sconosciuta e intrigante, fatto sta che a  metà del libro, continuo a voler  assaporare il gusto lento di una lettura riflessiva.

Certamente mi interessa lo sviluppo dei personaggi, della loro storia privata e pubblica, ma ho come l’impressione di conoscerli già da tempo e per questo, di voler restare in loro compagnia, facendo mio il  loro ritmo e  quello degli eventi che li coinvolgono. Un tempo oggettivaente non lunghissimo, che le minuziose descrizioni e i freschi sprazzi poetici di Useppe e Carulì e Nineddu rendono intensamente lento. Ma si sa il tempo è soprattutto una variabile psicologica.

Leggere La Storia di Elsa Morante in questi giorni di ricorrenze e campagne elettorali più o meno selvagge,  mi aiuta a riappropriarmi di un sentimento di appartenenza civile che negli anni è andato sfumando, quasi sfocandosi. Ascoltando le grandi Ragazze del 46 , che per la prima volta votarono per intervenire nella vita del proprio paese, e  guardando i loro occhi vecchi brillare di una luce di passione che raramente trovo nella gente che mi circonda, sento quasi sulla mia pelle il brivido di ansia, felicità e senso di responsabilità che devono aver provato quel 2 Giugno di 70 anni fa, quando per la prima volta nella loro vita, e nella vita dell’Italia post-fascista, misero nell’urna la scheda elettorale ancora calda e stropicciata dal segno indelebile della matita. Finalmente le donne Italiane esercitavano un diritto-dovere negato loro dall’insulsaggine delle paure e dei pregiudizi del potere maschilista e fascista.  

E la lettura, come la storia, prosegue coinvolgente. 

 

p.s. il segnalibro  è uno dei miei “oggetti del cuore”, regalo di una grande amica: Thea Khamis.