L’emozione di un regalo di compleanno speciale: la lettera di Lila
“Lila sapeva parlare attraverso la scrittura…lei si esprimeva con frasi sì curate, sì senza un errore pur non avendo continuato a studiare, ma-in più- non lasciava traccia di innaturalezza, non si sentiva l’artificio della parola scritta. Leggevo e intanto vedevo, sentivo lei. La voce incastonata nella scrittura mi travolse, mi rapì ancor più di quando discutevamo a tu per tu: era del tutto depurata dalle scorie di quando si parla, dalla confusione dell’orale; aveva l’ordine vivo che mi immaginavo dovesse toccare al discorso se si era stati così fortunati da nascere dalla testa di Zeus e non dai Greco, dai Cerullo…”p 222.
Bellissimo!
Non posso non riconoscere che questo romanzo è bellissimo. Tuttavia provo sempre un sussulto di “cuore anarchico” di fronte all’obbligo psicologico del “sequel” in storie costruite per avere un “dopo”, per lasciare in sospeso un’emozione che pretende invece di giungere a compimento nell’attimo in cui viene generata.
Ma non è certo il bisogno di cogliere l’ attimo fuggente, è piuttosto una questione di vivere fino in fondo un “moment of being”, come direbbe Virginia Woolf, con le sue profonde esigenze psicologiche.
La storia
Tornando alla storia, è evidente in essa una costruzione perfetta della trama, dell’ intreccio e dei personaggi, in uno stile da cesellatore: dettagliato e immaginifico, quasi scaturisse dalle viscere del Vesuvio, per diventare polvere, fuoco, lapilli, schegge brillanti di parole.
L’amica geniale è una storia scritta per me, baby boomer Abruzzese, classe 51, che non fa fatica a riconoscere ambienti e atmosfere centro-meridionali catalizzatrici di epifanie infinite, nostalgiche, avvolgenti e respingenti allo stesso tempo.
È la storia di un’amicizia /amore che rende le due protagoniste complementari e indissolubilmente necessarie l’una all’altra: la narratrice Elena, brava e diligente e la volitiva Lila, che insegue i suoi sogni e i suoi progetti fino alla loro apparente realizzazione. Chi delle due è l’autentica “amica geniale”?
Intorno a loro, sullo sfondo di una Napoli-post war, complessa e peculiare, crescono pulsioni, amori, odi, conflitti e soluzioni di ogni genere.
Un paio di piccole epifanie
Le ore di studio, sveglia la mattina alle 5.
Diceva la mia mamma che a quell’ora il cervello funziona meglio, soprattutto per ripassare gli argomenti studiati superficialmente il pomeriggio precedente. Sarà, ma come è difficile lasciare il calore del letto per avventurarsi nelle gelide stanze della casa vuota di vita. Anche Elena sperimenta questa tecnica…
La mia improbabile gara di pittura
Le gare di Elena e Lila, assomigliano alla mia gara di pittura con Bossi, il figlio del fioraio, quello che aveva un bel negozio di fiori e di cornici di fronte al piazzale della stazione di Avezzano. Di lui ricordo solo il cognome. Il solito professor Quaraglia che il destino, nei panni del Povveditore, aveva messo sulla mia strada sia alle medie che alle superiori, mi coinvolge in una gara di pittura.
Devo riprodurre un paesaggio a mia scelta; io scelgo un soggetto assurdo, un lungo viale, fiancheggiato da statue classiche, all’interno di un grande parco, o villa privata non ricordo bene. Compro la tela, i colori, forse ad acquarello. Tra mille difficoltà e crisi di identità artistica, copio la scena da un altro quadro o da una rivista. Dunque creatività zero e copia orribile.
Arriva il giorno del giudizio. Vengo invitata in 3A. Tutti maschi! Che vergogna. Bossi è lì, biondo con gli occhi azzurri, alto, magro e sicuro di sé. Si avvicina alla cattedra portando sotto il braccio un “capolavoro”: un acquarello delicato e convincente, meravigliosamente incorniciato. Pronto per essere appeso in salotto.
Io, piccola, nera e occhialuta, reggo goffamente una tela macchiata di verde, senza senso, originalità e bellezza.
Vince il bel fioraio! Quando anche l’abito fa il monaco, ovvero l’apparenza è sostanza. Il professore mi consola e mi segnala con garbo le bellezze del mio capolavoro e le cose che andrebbero migliorate.
Rossa come un peperone esco dalla tana dei lupacchiotti e me ne torno nella mia confortevole e rassicurante classetta, tutta femminile. Che esperienza!
Continua…
Dopo una lunga traversata di circa 400 pagine vibranti, si materializza nella mente, ospite non gradita, la parola continua…
Continuerò a leggere le altre puntate della trilogia plus?
Per ora mi prendo una pausa e mi immergo nella fredda atmosfera svedese di Liza Marklund. Ma sarà fredda davvero? Io un’idea ce l’ho.
Ho già incontrato l’investigatrice Annika, in TV…
5 pensieri riguardo “E. Ferrante-L’AMICA GENIALE. Sfide”
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