È la seconda volta che ricorro al “decalogo” di Pennac in questi ultimi anni.
Timothy Williams è in ottima compagnia, anche se solo l’idea di un paragone con Agatha Christie e il Poirot che ho interrotto, è decisamente fuor di luogo.
Nel caso di Big Italy i due diritti a cui mi appello come lettrice sono:
N. 3 Diritto di non finire un libro
N. 5 Diritto di leggere qualsiasi cosa
Leggo molte cose di natura diversa, Big Italy colpisce il mio immaginario in una splendida giornata di primavera, tra gli scaffali di Feltrinelli International. Un piccolo spazio della libreria è dedicato alle traduzioni in Inglese di famosi romanzi Italiani contemporanei, da Camilleri a Saviano.
Inciampo in uno scaffale girevole e l’occhio mi cade su un autore Inglese, a me sconosciuto, che scrive una storia tutta Italiana, o meglio tutta Padana.
È la storia dell’ennesimo commissario di polizia, Piero Trotti, in procinto di andare in pensione e trasferirsi nell’avita casetta sulle colline, alla ricerca dell’infanzia perduta! Faccio mio il diritto di leggere qualsiasi cosa, e lo prendo.
Mi incuriosisce incrociare lo sguardo di uno straniero sull’Italia e sulla ricca provincia Lombarda, sui suoi abitanti, la sua campagna, i suoi riti borghesi tra villa al lago e casa in collina.
Dopo circa 80 pagine sofferte, la storia è ferma, paludosa e inospitale. Per giunta scritta in un font piccolissimo che ora mi sembra insopportabile.
E qui scatta l’appello al diritto N.3: Diritto di non finire un libro.
Pagine inutili, zeppe di dialoghi e descrizioni noiosi, scialbi e ripetitivi, per “presentarci” Piero Trotti e il suo ambiente. Troppe! E ancora non è finita, Chissà quando e se si entrerà nel vivo di una bella storia gialla!
Neanche la pragmatica lingua Inglese riesce a dare ritmo alla storia. O forse è proprio l’incongruenza linguistico-culturale che avverto tra personaggi, ambientazione e lingua a non funzionare?
Devo andare avanti? E perché? Provo sempre un certo senso di colpa ad abbandonare un libro iniziato al suo destino. Sorry…
Fortunatamente però, arriva Pennac in mio soccorso.
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