La morte di Giorgio Faletti è la notizia che oggi ha rattristato la mia giornata. Non dico nulla di originale affermando che la prima immagine di lui, che subito si affaccia alla memoria, sono i suoi bellissimi occhi azzurri, ironici e dolci allo stesso tempo.
Non sono stata tenera con il suo Io uccido, che tuttavia ho bevuto e goduto come una birra gelata in una calda serata estiva.
Tutto mi era sembrato così banale, già sentito e visto, eppure…eppure mi sono unita ai milioni di persone che lo hanno letto.
Poi ho capito. L’immagine di Faletti era, fino a quel momento, associata ad una leggerezza diversa, da entertainer anni 80 e dunque, trovarmelo scrittore di successo, mi aveva un po’ spiazzato.
Nel tempo ho cominciato a guardarlo con altri occhi e con altra mente. Non ho letto altre sue opere, ma l’ho apprezzato al cinema, nelle coversazioni televisive, nella sua discrezione di vita.
Oggi mi sento un po’ orfana di questa bella persona che ha avuto l’intelligenza e il coraggio di vivere la sua vita, affrontando con determinata leggerezza le sfide e le avventure che ogni giorno bussano alla nostra porta e che solo pochi sanno accettare e affrontare, con successo.
Giorgio è stato uno di quei pochi.
Tra echi di Cohen e sfumature di “rosso rappreso” ti salutiamo con il tuo Nudi.
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