Alla fine ho ceduto. Sto cominciando a leggere l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri, Inseguendo un’ombra.
Per tanto tempo ho conservato nel mio privatissimo serbatoio i ricordi e le emozioni legate a tutte le storie di Camilleri che ho letto. Fanno parte di un felice tratto di vita in Sicilia. È lì che, nell’estate del 1995, sprofondata “scomodamente” su una sdraio, di fronte al mare dei Ciclopi, sono partita con Il Birraio di Preston, poi mi sono lasciata affascinare dalla Concessione del Telefono e via via da tutti gli altri fino ad oggi, incluse le serie televisive con il vecchio e il giovane Montalbano.
Non ho mai voluto parlare dei romanzi di Camilleri, perché ho sempre avuto la sensazione di non poter aggiungere nulla a quanto milioni di persone hanno già scoperto, amato e raccontato sui suoi libri. Un forma di pudore critico o forse di egoismo totale mi hanno frenato.
Ora faccio finta di partire da zero e inizio il mio viaggio attraverso la “potente azione narrativa” di Inseguendo un’ombra. Alla fine tornerò da voi per fare quattro chiacchiere.
E dopo la lettura, arriva puntuale la recensione
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