Camilleri_inseguendo un'ombra

Tra casualità o inevitabili collegamenti tra autori e storie,  questo lavoro  ci riporta diritti dritti nel ricchissimo mondo della cultura. Incontriamo felicemente alcuni grandi del passato, come Pico della Mirandola e i sempre- amati del presente come  Calvino,  Saba, Borges e l’ispiratore Sciascia con la sua Faccia ferina dell’Umanesimo:

 “Entrando nella ‘galleria 32’, nel maggio 1969, mi trovai improvvisamente dentro una di quelle coincidenze che sembrano magiche o sognate-alla Borges tanto per intenderci. Qualcosa di essenzialmente speculare: come se cose estrinsecamente diverse, lontane nello spazio e nel tempo, eludendo spazio e tempo venissero ad un punto-per una sorta di una mediazione psichica e mentale- a materializzarsi, a realizzarsi, a specchiarsi, a riconoscersi, a mutarsi. Io stavo inseguendo un’ombra: un personaggio di difficile, sfuggente e mutevole identità…”p.79

Camilleri, per sua natura super curioso, fa sua questa ricerca e si mette sulle tracce di  Guglielmo Raimondo Moncada. Il lettore viene aiutato a ‘visualizzare’ l’ anima inquieta del personaggio con una suggestione di  Saba:

Il cane

Il cane,

bianco sul bianco greto,

segue inquieto

un’ombra,

la nera

ombra di una farfalla,

che su lui gialla,

volteggia.

Ignara

ella del rischio, a scorno

gli voli intorno

potrebbe.

Ignara

gli viene, o astuta, addosso.

Egli di dosso

la scuote,

e volgesi

vorace all’ombra vana,

che si allontana

dal greto…

Guglielmo Raimondo Moncada

Quale ombra stiamo inseguendo? L’ombra di  Guglielmo Raimondo Moncada, uomo di grande cultura e di forti istintualità e corporeità, uomo di  incontenibili passioni per gli uomini  e per i libri.

Il suo  unico vero  amore, Lancillotto, testimone di questa sua natura,  ha un  nome che evoca davvero storie  infuocate di passione.

Percorrono questa strana storia personaggi famosi, importanti e sfaccettati, insieme ai luoghi del potere, tra Umanesimo e Rinascimento,

 Mi piace-Non mi piace  

Mi piace il riferimento all’estremo valore aggiunto che rappresenta la conoscenza delle lingue. Flavio sceglierà di chiamarsi Mitridate perché si dice che il grande re fosse in grado di parlare più di 20 lingue. L’ebreo convertito, eccellente conoscitore di lingue orientali,  ne conosce meno, ma comunque molte di più sia dei suoi pari che dei grandi del tempo

Interessante l’intervento “quasi didascalico” di Camilleri che, nel bel mezzo della storia, ci prende per mano e ci spiega le sue scelte narrative.

Mi piace molto la conclusione o meglio i quattro finali  sulla fine di Samuel-Raimondo-Flavio. L’immaginazione del lettore guiderà la scelta.

Non mi piacciono le biografie. Certo Camilleri  reinterpreta quella di  Samuel a modo suo, seguendo l’onda della moda  editoriale Bio-Fiction. Cerca  così di ricostruire la psicologia del personaggio centrale, protagonista affascinante di metamorfosi continue. Una biografia verosimile quella di Samuel, un po’ romanzata, ma molto ispirata alle reali notizie disponibili sulla sua avventurosa esistenza.

Questo Camilleri mi interessa, ma non mi prende. Continuo a leggere il suo libro più per dovere di conoscenza che per piacere di lettura e coinvolgimento.

Perché ho cominciato a leggerlo?

Perché volevo tornare a Camilleri. E dunque, ho comprato un Camilleri, un Sellerio e la certezza di trovarmi di fronte qualcosa di buono. E molte cose buone ci sono in questa storia che, come afferma lo stesso autore:

“alla fin dei conti forse non potrà essere definito nemmeno romanzo” p.86,

Un pensiero riguardo “A. Camilleri-INSEGUENDO UN’OMBRA. Ovvero, sulle tracce dell’imprendibile

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