
“certi episodi sono stati completamente rimossi dalla storia. Bisogna gridarli ai quattro venti”. N. Chomsky
Il titolo 11 Settembre. LE RAGIONI DI CHI? sintetizza in modo efficace l’impostazione della raccolta di interviste fatte a Noam Chomsky da diversi giornalisti, dopo l’evento che ha stravolto il mondo: l’attentato alle Torri Gemelle (Twin Towers) dell’11 settembre 2001.
Quello che emerge da queste interviste è sconfortante. Gli Stati Uniti d’America che, per anni abbiamo considerato la culla della democrazia moderna, vengono presentati, con prove documentate, come una grande potenza mondiale che esercita il “terrorismo di stato” nei confronti di paesi percepiti come una minaccia alla sicurezza, lo stile di vita e i valori americani.
Le domande abbracciano un ampio arco di tempo e si focalizzano sul ruolo degli USA nella politica, nell’economia, e nel governo di diversi paesi: dal Centro/Sud America (vedi oggile manovre lungo le coste del Veneziuela) all’Afghanistan, a tutta l’Asia Centrale, al Pakistan, all’India, all’Iraq, al Medio Oriente. a Israele, alla Palestina. Per non parlare di Nicaragua, Cile, Colombia, Indonesia. In tutte queste realtà, e altre ancora, gli USA, spesso attraverso la CIA, hanno interferito, a volte sanguinosamente, nelle scelte politiche ed economiche dei governi in carica, in spregio di tutte le innumerevoli risoluzioni dell’ ONU e di altri organismi internazionali. Vittime incolpevoli di tali manovre sono sempre la parte più debole e più “buona” di ogni paese: donne, bambini, vecchi, giornalisti, operatori sanitari, maestri.
La storia di Bin Laden e dell’Afghanistan ci riporta a Gaza, con lo stesso lancio idiota di cibo dagli aerei, che una volta raggiunto il suolo, creano enormi problemi di gestione. La strategia è abbastanza consolidata: affamare e spingere alla morte la popolazione inerme. Non è forse terrorismo questo?
lI discorso è ampio e complesso, ma tutto ci riporta ineluttabilmente all’ oggi. I paesi amici vanno rimpinzati di armi, sostenuti nelle loro azioni terroristiche, per proteggerli da altri “terroristi”. Ma, insomma, chi sono i veri terroristi? Vediamo come gli Usa definiscono il terrorismo.
“Un atto di terrorismo è da considerarsi un’ attività che:
- implica un’azione violenta o un’azione pericolosa per la vita umana che sia una violazione delle leggi penali degli Stati Uniti o di qualunque stato, o che costituirebbe un crimine se commesso all’interno della giurisdizione degli Stati Uniti o di qualunque stato;
- appare rivolto a intimidire e obbligare con la forza la popolazione civile; a influenzare la politica di un governo attraverso l’intimidazione o la coercizione; a orientare la condotta di un governo attraverso l’assassinio o il rapimento.” Da United States Code Congressional and Administrative News, 98° Congress, Second Session, 1984
Non vi sembra di ritrovare qualcosa delle azioni più recenti USA? La somiglianza è strabiliante.
Andiamo in Sudan. Cosa fanno qui gli americani? Democratici, repubblicani, non fa differenza. Bombardano e distruggono la grande fabbrica di farmaci Al Shifa a Karthoum, capitale del Sudan.
“La distruzione di questa fabbrica è una tragedia per le comunità rurali che hanno assoluto bisogno di medicine[ …] questo atto criminoso è stato di natura terroristica né più né meno di quanto è successo alle Torri Gemelle, con l’unica differenza che noi sappiamo chi è responsabile. Mi dispiace molto per i morti di (New York e di Washington), ma in termini di vittime e sofferenze, in rapporto a un paese povero(il bombardamento del Sudan) è stato molto peggiore”.
Focalizziamoci su alcune domande e le relative risposte di Chomsky:
Quali sono i fini politici del terrorismo? Che ruolo ha nel sistema dottrinale?
“Gli Stati Uniti sono ufficialmente votati a quella che oggi viene definita “guerra a bassa intensità”. La dottrina ufficiale è questa. Se confrontiamo la definizione corrente di conflitto a bassa intensità con la definizione ufficiale di “terrorismo” nei manuali militari, o nel codice statunitense scopriamo che sono quasi identiche. Terrorismo è ricorso all’uso di mezzi coercitivi rivolti contro la popolazione civile al fine di perseguire scopi politici, religiosi o di altra natura. E questo è stato l’attacco al World Trade Center: un atto criminoso terroristico di particolare crudeltà. Secondo le definizioni ufficiali il terrorismo fa semplicemente parte dell’azione di stato, nella dottrina ufficiale, ovviamente non solo degli Stati Uniti. Non è affatto, come si dice spesso, “l’arma dei deboli.”
Possiamo parlare di scontro tra due civiltà?
“È un’espressione alla moda, ma non ha senso. In molti paesi “terroristi” tipo Indonesia, Washington chiamava il presidente “Il nostro uomo”. Dunque quale scontro di civiltà?”
In che senso si può parlare di “attacchi d’odio” come è stato definito l’attentato dell’11 settembre?
“L’ odio è stato strumeto di lotta e di governo per anni e anni e gli Stati Uniti sono stati ben felici di sostenere l’odio di questa o quella fazione, a seconda di come e cosa fosse loro utile in quel dato momento”.
Chiudiamo con una domanda strettamente connessa a guerra, terrorismo, violenza, politica: la libertà di informazione.
La circolazione libera delle informazioni è una delle prime vittime di ogni guerra. La situazione odierna costituisce in qualche modo un’eccezione? Si possono fornire esempi?
“Ostacoli alla libera circolazione delle informazioni, in paesi come gli Stati Uniti, raramente sono imputabili al governo, ma dipendono piuttosto dalle forme di autocensura che ben conosciamo[…]
Ci sono, invece, alcuni sorprendenti esempi di sforzi compiuti dal governo americano per restringere il libero flusso delle informazioni all’estero.(vedi il caso Al Jazeera temutissimo canale televisivo qatarino). Il mondo arabo possiede un mezzo di comunicazione libero e autonomo, il canale televisivo Al Jazeera che ha sede in Qatar e trasmette via satellite. Creato su modello della BBC, ha un’audience eccezionale nei paesi di lingua araba…”
A supporto di quanto scrive Chomsky, si fa sentire chiara e forte una voce autorevole: la scrittrice indiana Arundhati Roy, (ricordate il suo capolavoro Il Dio delle piccole cose?):
“Qualunque politica sarà adottata su questo punto (es. lanciare cibo dagli aerei) di qui in avanti, una tragedia umanitaria già in atto, mentre una ancora peggiore si prepara. forse il commento più adeguato è stato quello della scrittrice e attivista indiana Arundhati Roy, una donna coraggiosa e splendida, che riferendosi all’operazione “Giustizia infinita” indetta dall’amministrazione Bush ha detto: «Guardate bene la “ Giustizia infinita” del nuovo secolo: la popolazione civile muore di fame mentre aspetta di essere ammazzata» The Guardian, 29 settembre.
(Chomsky) La forza del suo giudizio non è diminuita dopo che gli esperti di comunicazione del governo si sono accorti che l’espressione “Giustizia infinita” richiamava un attributo divino ed era quindi l’ennesimo errore di propaganda, come il termine “crociata”. Il nome dell’operazione è stato cambiato in “Libertà duratura- Enduring Freedom”. Alla luce di ciò che sta accadendo, una definizione che non ha bisogno di ulteriori commenti.”
Leggere le considerazioni di Chomsky aiuta a contestualizzare nel tempo il ruolo dei diversi attori geopolitici delle guerre dei giorni nostri. Chomsky descrive con lucidità e razionalità un mondo che continua a esercitare il proprio potere nel determinare il destino di quei paesi che non vogliono accettare la sua idea di “democrazia”.
L’autore
Avram Noam Chomsky, nato a Filadelfia nel 1928, è un linguista, filosofo, scienziato cognitivo e attivista politico di fama internazionale. Considerato una delle figure intellettuali più influenti dei tempi moderni, è noto per aver rivoluzionato il campo della linguistica con la sua teoria della grammatica generativa. La grammatica generativa è una teoria linguistica rivoluzionaria elaborata da Noam Chomsky a partire dalla fine degli anni Cinquanta. La sua idea centrale è che il linguaggio umano non sia solo un insieme di abitudini apprese, come sostenuto dal comportamentismo, ma una capacità biologica, innata e geneticamente determinata, propria della specie umana.
