
Un inizio difficile. Per quasi cento pagine ho ballato tra piani temporali diversi-1800 e giorni nostri-alternanza di nomi, coppie, località da mettere a fuoco. Non si arrivava mai al punto. Crimini accennati, rimandi a episodi tragici del passato recente. Poi accade quello che deve accadere: un uomo viene ucciso. Da lì inizia il processo di investigazione, lungo e articolato.
Non è semplice descrivere la trama di questo noir. L’intreccio di vite e di coppie rende tutto complicato. Tuttavia ho trovato il mio filo conduttore che mi ha spinto ad arrivare all’ultima pagina: la violenza di genere, fisica e psicologica, all’interno delle “belle famiglie” strutturate e integrate nella società, e di quelle che vivono al confine della legalità. Un tema che rispecchia fedelmente una delle piaghe più diffuse delle società moderne. In Italia, come in Svezia, come altrove. Ho trovato interessante le incursioni di Läckberg nelle associazioni antiviolenza che cercano disperatamente di proteggere donne e bambini dalla furia criminale di maschi feroci.
«Fristad è unica nel suo genere» disse alla fine. «Normalmente nelle attività di supporto alle donne vittime di violenza non sono ammessi gli uomini. Anzi, mi spingerei a dire che è un tabù invalicabile. Quando Matte lavorava qui, invece, l’equilibrio tra i generi era perfetto: due donne e due uomini. Ed era esattamente quello che volevo quando ho avviata Fristad. Ma non sempre è stato facile.»p.159
Il giallo segue i soliti canoni investigativi, tra poliziotte e poliziotti “figurine”, che potrebbero essere tranquillamente italiani o francesi o altro.
L’ambientazione è suggestiva: gli affascinanti arcipelaghi svedesi, tra paesini che d’estate si affollano di turisti e di delitti. E si staglia maestoso il faro nell’isola, piccolo rifugio per disperati, famosa per la sua bellezza e i suoi fantasmi chiacchieroni.
La storia di Emelie potrebbe essere un romanzo a se stante. Qui assolve il compito di rafforzare il tema della violenza di genere e quello del noir al Faro.
La trama risulta forse dispersiva nel portare avanti tante storie parallele, ma si può arrivare alla fine, se si riesce a superare le prime 100 pagine.
