Il libro dell’ES di Georg Groddeck si compone di 33 lettere che Patrick Troll medico psicoanalista scrive a un’amica che lo conosce bene e riesce a seguirlo in tutti i suoi “contorcimenti” psico-scientifici.
Mi piacciono molto i romanzi epistolari. Le lettere di Patrick vanno “studiate” una per una, con curiosità e applicazione. All’inizio ti trovi di fronte a qualcosa che ti destabilizza, ma lettera dopo lettera, quel qualcosa ti assorbe e ti fa sentire quasi immersa in un percorso di analisi involontariamente volontaria.
In ciascuna lettera, in ciascuna conversazione su questo o quel tema la lettrice o il lettore ritrovano qualcosa di se stessi, qualcosa di profondo a cui forse non avevano mai pensato, o forse avevano rimosso. Ma grazie alle parole in libertà di Patrick riaffiorano ricordi, sensazioni ed esperienze che ti stupiscono, ma ti fanno anche sorridere.
La raccolta non evoca angosce, perché la sua struttura conserva qualcosa di romanzesco, specialmente quando Patrick racconta le storie di alcuni pazienti a supporto di quelle che apparentemente potrebbero sembrare follie da psicoanalista. Patrick stesso avverte il rischio di apparire troppo “eccentrico” e dunque suggerisce all’amica, e indirettamente a noi lettori, la strategia giusta per “leggere” le sue lettere in modo sano e divertente:
“Si decida una buona volta a non cercare nelle mie lettere cose gradite e piacevoli per il Suo Io, ma legga come si leggerebbe un libro di viaggi o un romanzo giallo. La vita è già di per se stessa abbastanza seria, perché si debbano prendere veramente sul serio le letture, o gli studi, o il lavoro, o qualunque altra cosa”VII-79
Non mi soffermo sulle singole lettere, (troppo ampio il ventaglio degli appunti presi nel corso della lettura!) ma riassumo i temi sviluppati in ciascuna e “cuciti” dal filo conduttore dominante dell’ ES. Ma cosa è l’ES per Patrick Troll-Georg Groddeck?
“Io ritengo che l’uomo sia vissuto da qualcosa d’ignoto: vi è in lui un Es, un’entità prodigiosa che dirige tutto ciò che egli fa e tutto ciò che gli accade. L’espressione «io vivo» è vera solo in un certo senso, in quanto esprime solo un aspetto parziale e superficiale di questa verità fondamentale: l’uomo è vissuto dall’ ES. Di questo Es si occuperanno dunque le mie lettere: d’accordo?[…]Coraggio dunque, mio bel dottor Faust, il mantello è pronto per il volo; si parte per l’inconscio…”
Di stazione in stazione Patrick ci fa attraversare molteplici territori dell’inconscio: complesso di Edipo, procreazione, gravidanza, masturbazione, amore materno vs odio materno, transfert, rimozione, simbolismo, malattia, lutto, eros, voyerismo, castrazione, tradimento, senso di colpa, numeri, omosessualità, bisessualità, eterosessualità, identità sessuale, fiabe medici, infanzia, associazione, piacere, dolore.
“l’Es giuoca dei tiri magnifici: fa guarire, fa ammalare, costringe ad amputarsi degli arti e manda la gente incontro alle fucilate. Insomma è un signore lunatico, imprevedibile, divertentissimo” XXI-345
L’ultima lettera è come la batteria finale dei fuochi d’artificio. Un lungo racconto basato su associazioni e simboli che vogliono dimostrare come i sintomi delle malattie e la relativa cura abbiano origine nell’ES, fonte di vita.
“Ecco finalmente la parola liberatrice! Lei mi scrive: «Sono stufa di leggere le sue lettere!», e io ribatto: «sono stufo di scriverle!». Purtroppo però lei mi chiede ancora ( e per me ogni Suo desiderio è un ordine) di spiegarLe in modo breve e preciso che cosa intendo con la parola «ES». Non posso esprimermi meglio di quanto abbia già fatto finora: «L’ Es è la cosa che fa vivere l’uomo, è la forza che lo fa agire, pensare, crescere, ammalare e guarire: insomma , che lo vive». XXXIII-356
Groddeck il provocatore
“Era soprattutto la sua semplice, viva presenza a fare di Groddeck un partecipante insostituibile di quelle riunioni: ora provocando, ora esasperando, ora affascinando, egli costringeva ognuno a pensare con la propria testa” Convegno della “Scuola della saggezza” a Darmstadt-( postfazione di Hermann Keyserling)
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