Era il 14 Febbraio 2012, Giorno dedicato alla celebrazione dell’amore e queste erano le parole e i sentimenti che saltavano tra i tasti del mio computer per approdare nel post La Grecia strangolata… e L’Infedele.
Oggi è il 29 Giugno 2015, festa di San Pietro e Paolo (Bizzarre queste mie associazioni in un contesto così!) e le Borse mondiali, nuovi Templi, stanno celebrando ben altri riti.
La Grecia. ma a che punto siamo? Ancora un pasto fiero per tanti sciacalli che ci si buttano sopra per ragioni varie. Non aggiungo altro perché non capisco più niente, esprimo solo il mio compiacimento per l’ultima mossa politica (non economica) di Tsipras: Il Referendum. Audace, rischiosa, sconsiderata, inevitabile, populista? non so, credo tuttavia che sia l’unica vera azione che dopo anni di parole e fumo può forse far risvegliare le menti di questa massa mondiale di marionette che si muovono senza senso.
L’unico rischio che “sento” è che, ancora una volta, vengano messi l’un contro l’altro i cittadini comuni, che pure devono svegliarsi e assumersi le loro responsabilità, in Grecia come in tutta Europa, senza sbraitare, ma agendo razionalmente e non cedendo alle istigazioni alla paura di questo o quel politicante.
La Grecia strangolata…e l’Infedele
13 Febbraio 2012. “Stasera su La7 alle 21,10 L’Infedele vi propone un confronto in diretta con i protagonisti della crisi che sta lacerando l’Europa. E strangolando la Grecia…”
Ieri sera Gad Lerner ha messo il telespettatore in un profondo stato di disagio. Disagio consapevole, accompagnato e svelato da una sapiente narrazione nella composizione di un puzzle, tra lo storico e l’economico, il sociologico e il culturale. Tutti i pezzi si sono ritrovati organicamente insieme in un’immagine complessa e, in un certo senso, inquietante.
Una trasmissione di persone vive e lacerate. Ho impresso nella mente il viso del deputato della CDU (Democrazia Cristiana) tedesca Manfred Kolbe, che ha cercato di mantenere sempre la sua freddezza teutonica di fronte a continui spunti critici verso la Germania di Angela Merkel, ma che in certi momenti non ha potuto evitare il ripiegamento del suo corpo in una posizione di visibile disagio.
Durante il documentario sulle stragi naziste in Grecia e quella terribile scena di barche e di bandiere a lutto sventolanti sulle onde, ho ripensato alla visita di qualche anno fa al Reichstadt di Berlino , dove in compagnia di Rita, collega in un progetto europeo Leonardo, ci siamo fermati a guardare il paesaggio da dietro i cristalli di questo monumento alla Storia e lei, dolcemente e con una nota di sofferenza, finalmente liberata, mi racconta l’ultima visita alla nonna, bruscamente separata da lei dal famigerato muro. Solo l’avere un padre professore universitario, spesso in giro per conferenze, le aveva permesso qualche volta di rivedere i suoi nonni, come fossero prigionieri a cui è concesso un colloquio temporaneo con i familiari.
Fino a quel momento mi ero sempre chiesta come le generazioni tedesche post-seconda guerra mondiale avessero reagito alla loro grande tragedia storica e personale. Quella sera magica a Berlino ha come sollevato un velo nella vita di Rita, che con il uso racconto, magari ripetuto altre volte ad amici e visitatori, stava rielaborando il suo essere tedesca. Quell’episodio è stato importantissimo anche per me.
Il colpo inferto da Gad ieri è stato forte, ma Kolbe ha retto. Abbiamo retto meno noi che, forse, ancora non riusciamo a liberarci dei pregiudizi.
Tutte le ospiti greche presenti mi hanno lasciato addosso il loro sguardo penetrante e il sorriso sofferente ma ancora fiducioso nella capacità di reazione del popolo ellenico. Bellissimo l’appello di Mary Zygouri (reduce dalla manifestazione di piazza Syntagma e protagonista dell’autogestione in un teatro occupato) alla sua gente perché tutta la popolazione greca, unita, possa reagire e riorganizzare la propria vita. Mary è pronta a tornare subito nel suo paese e realizzare il suo progetto…
Gli esperti, invitati da Gad, hanno fatto il loro mestiere, alcuni meglio di altri.
Le giovani cilene? Spero proprio che abbiano provocato un sussulto di orgoglio nelle donne italiane e un dubbio nei cuori e nelle menti dei vecchi al potere.
Idee che camminano nella trasmissione, idee che si arricchiscono di emozioni e sentimenti, corpi che parlano.
Un riferimento dovuto alla sentenza Eternit. Come non ricordare l’intenso intervento della signora di Casale Monferrato davanti ad un sindaco perplesso condizionato dai numeri e dai bilanci che, fortunatamente, ci ha ripensato… E che la sentenza sull’Eternit assassino possa servire di monito, anche se proprio ora apprendo dei processi di Bagnoli-Napoli e Reggio Emilia in merito lasciati cadere in prescrizione…
Come sempre, grazie Gad per il tuo modo di intepretare la televisione.
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