Quando senti una certa inquietudine che non riesci a decifrare e che ti fa vagare senza meta per casa, non c’è niente di meglio che tuffarsi nella poesia.
La frenesia dell’ordine che la quarantena Covid19 ha generato in noi confinati, ha portato a qualche risultato rigenerante e così, l’immersione nei vecchi scaffali polverosi di libri, ha visto riaffiorare piccole perle preziose, come l’edizione Poeti dello Specchio di Mondadori. Risale al 1943 Vita di un Uomo 1 -L’ALLEGRIA 1914-1919 di Giuseppe Ungaretti.
Mentre leggo e il libro antico sembra sfarinarsi tra le mie dita, prendo nota di alcune poesie, ma nel farlo mi rendo conto che é un lavoro inutile. Tutte sono legate indissolubilmente l’una all’altra, evocative, avvolgenti, potenti.
Parole che leggo ad alta voce, in solitudine, con nelle orecchie la voce del grande poeta che recita alcuni versi dell’Odissea prima di ogni puntata della serie televisiva (1968). Il suono rende in pieno il gioco studiato della composizione, come un martello che ti colpisce dritto al cuore.
E così, nell’arco di un’ora o poco più, nutro l’anima e la mente con le parole-immagini del poeta, scolpite in quel suo
“linguaggio essenziale ad un punto estremo”...
Di questa essenzialità e della sua origine parla Ungaretti nel breve video:
IL PORTO SEPOLTO
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto
Mariano 19 giugno 1916
Di questa poesia a me resta la libertà di potere immaginare quello che voglio, ripescando nella profondità di esperienze vissute. E poi rimane il fascino di
“quel nulla d’inesauribile segreto”.
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