L’ho amato dalla prima scena. Lo trovo di una bellezza “stellare” che illumina la storia, le attrici, i colori, l’ambientazione, la forte carica sociale a fatica tenuta sullo sfondo, il ritratto struggente di relazioni amorose profonde e dolorose, la comunicazione nelle lingue del cuore: Spagnolo e Mixteco.
La cacca magica
La cacca dei cani…Che magia il cinema! riesce a veicolare significati inaspettati attraverso piccoli dettagli, non proprio piacevoli. Dettagli dall’infanzia del regista, dettagli da un mondo in ebollizione, dove si agitano i tradimenti dei coniugi, le mediazioni delle nonne, le liti isteriche tra fratelli, il mondo di fiaba in cui rifugiarsi per non ascoltare, per non vedere, come fa il piccolo di casa cullato dalle storie di Cleo, fidata vice-madre.
Una storia intima
La storia è molto intima: racconta la vita di una bella famiglia borghese del quartiere Roma di Città del Messico agli inizi degli anni 70: quattro figli, mamma e papà, nonna. Con loro vivono due cameriere, Cleo e Adela. Il papà Antonio, come spesso fanno gli uomini, ad un certo punto “sente il peso eccessivo della famiglia” e se la da a gambe con l’ altra donna più “fresca”. La madre sembra una trottola pronta per impazzire, e lo farà al momento dell’abbandono definitivo. La nonna si da un gran da fare per seguire i nipotini e placare le ansie della figlia.
Cleo
Ah, Cleo, sprovveduta sognatrice! Efficiente come una macchina, fa i lavori di casa alla perfezione e si prende cura dei bambini proprio come una madre, specialmente con il piccolino che stravede per lei. Purtroppo anche a lei capita di incontrare un “piccolo” uomo con manie di grande atleta, che la “usa e getta”, senza ritegno e pietà per la sua gravidanza inaspettata e non voluta. Tragica la sua figura nel momento del parto. La comunicazione del momento è puro dolore espressivo.
Cleo è indubbiamente la figura centrale del film, e forse dell’ infanzia di Alfonso. L’infanzia plasma l’ anima e la mente. Ha portato infatti Cuarón a cesellare questo gioiello. I momenti più belli del film ruotano intorno a Cleo. Uno su tutti, quello che ti lascia senza fiato per la sua tragica bellezza, è la gita a Veracruz, pretesto per permettere al padre di famiglia di “saccheggiare” la casa. È un momento catartico per tutti, un’avventura in comunione tra donne e bambini, che accompagnerà i protagonisti verso una nuova consapevolezza: si può uscire dal buio e tornare a vivere pienamente una vita degna di essere chiamata tale.
Il ritorno
Il ritorno a casa, una casa svuotata dal padre che è fuggito verso un nuovo amore, mostra la bellezza della speranza, mancano è vero molte cose amate, parti integranti e silenziose di un tratto di vita, manca il papà, ma la novità delle nuove camere, dei nuovi spazi vuoti, di un futuro ricco di sorprese sembra compensare le perdite.
Ma ora basta chiacchiere, questo film è da vivere in prima persona!
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