Le ragioni di una scelta
Nel 2018 ho letto diversi libri di autori italiani e stranieri, che mi hanno provocato emozioni profonde. Tuttavia ho sentito un’attrazione speciale per alcuni libri ”antichi”, e credo proprio che sceglierò tra questi il mio Libro dell’Anno, quello che mi ha lasciato qualcosa in più rispetto agli altri.
Mi piace ritrovare nelle storie e nei personaggi l’attualità esistenziale del momento, i percorsi sentimentali e civili di donne e uomini che si sono trovati di fronte a scelte impegnative, personali o politiche, simili a quelle che potrebbero determinare il destino di molte persone del nostro tempo.
Riassumo in questa lista le motivazioni che mi hanno spinto a leggere gli autori selezionati (link alle recensioni)
-
Un particolare bisogno del momento di leggere una determinata storia o di riscoprire un determinato autore: Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway, E. Maria Remarque, Karen Blixen;
-
Un salto nella grande poesia: Pablo Neruda;
-
I suggerimenti di un’amica: Javier Marías, Susan Vreeland;
-
La curiosità generata dal titolo, dall’autore, da recensioni lette, dalla novità editoriale: Kate Tempest, Jhumpa Lahiri;
-
Il bisogno di riflettere sull’attualità e sull’universo: Vito Mancuso, Stephen Hawking, Guido Ceronetti, Italo Calvino
-
L’inevitabile contagio da best sellers: Fernando Aramburu;
-
Le conseguenze inevitabili di una lettura precedente: Theodore Dreiser;
Alla fine della fiera
Alla fine della fiera, due sono i “classici” tra cui sono costretta a scegliere. Scese dal “vecchio scaffale” le due storie raccontano scelte di vita opposte: in una si fugge per continuare a vivere da “umani”, nell’altra si rimane per sopravvivere agli eventi e a se stessi:
-
Grazia Deledda – La via del male, mi porta nel mondo antico della scrittrice Sarda, nei riti popolari, nei bisogni e nelle paure della dura vita di una comunità ancestrale. La sua scrittura mi fa sentire molto vicina alle diverse sensibilità narrate. Mi fa respirare la stessa aria opprimente che avvolge le donne e i poveri, in tutta la potenza dei loro sentimenti e del desiderio di emergere dalla mediocrità.
-
Erich Maria Remarque – La notte di Lisbona mi affascina per l’atmosfera che lo scrittore crea intorno ai suoi personaggi. La solitudine e l’angoscia che attanaglia coloro che sono costretti a lasciare il l proprio paese perché non si riconoscono più nella fisionomia politica, sociale, umana che i nuovi governanti gli hanno cucito addosso.
La scelta è fatta! Il Libro dell’Anno 2018 è La notte di Lisbona di E. M. Remarque. Mi ha lasciato l’emozione più forte, legata anche al Porto di Lisbona, meravigliosa città da sempre presente nel mio mondo ideale. Lisbona è una città universale, che nel tempo ha fatto da madre accogliente a moltissime persone in difficoltà, ridando loro una speranza di vita.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.