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Cinque avvincenti racconti della scrittrice Danese Karen Blixen su un destino capriccioso che da sempre  tenta di condizionare la vita degli uomini e delle donne.

Il Pranzo di Babette

Incipit

“In Norvegia c’è un fiordo – un braccio di mare lungo e stretto chiuso tra alte montagne-che si chiama Berlevaag Fjord. Ai piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un balocco, composto da casine di legno tinte di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori…”p.7

Il primo racconto della raccolta apre il magico mondo di Blixen con i suoi tesori. Narrazione asciutta, venata da sentimenti   anch’essi “nordici” e asciutti, depurati di ogni sovrastruttura sentimentale. La stessa Babette, artista della cucina, come lei stessa si definisce, sembra aver assunto durante il suo soggiorno a Berlevaag una personalità asciutta, pur essendo Parigina e Comunard rivoluzionaria, profuga ed esule in Norvegia,  E tuttavia, alla fine del maestoso pranzo che cucina per gli ospiti delle due sorelle in commemorazione del centenario de Decano (se fosse vissuto) parla e parla e butta fuori parte della sua anima d’artista vera.

Impariamo a conoscere  i personaggi   tipici della scrittrice: donne, discrete e affascinanti, uomini in divisa religiosa o civile o militare, di poche parole e molti tormenti. Ambienti morbidi, soffici bianchi o colorati, avvolgenti come la grande nevicata del giorno dopo il grande pranzo. Il cibo portatore di peccato e perciò innominabile, compie il suo dovere divino sul corpo e sulle anime dei grigi commensali.

Un salto al cinema

Il pranzo di Babette  di Gabriel Axel 1987


Il pescatore di perle

Incipit

“Mira Jama iniziò il suo racconto. A Shiraz viveva un giovane studente di teologia chiamato Saufe, era molto dotato e puro di cuore. Leggendo e rileggendo il Corano rimase tanto assorto nel pensiero degli Angeli che l’anima sua finì per stare con essi assai più che accanto a sua madre o ai suoi fratelli, ai suoi insegnanti o ai suoi condiscepoli o a qualsiasi altro abitante di Shiraz.”

Raccontare storie è divino, quasi angelico. E qui Blixen racconta tanto e fa raccontare tanto, sugli angeli per esempio e sulle loro ali che li spingono sempre più in alto verso non si sa dove per poi, inevitabilmente cadere; su sirene e pesci che fanno scoprire agli umani il meraviglioso liquido che il creatore ha voluto perché essi non possano cadere, ma  grazie alle loro qualità mirabolanti, tra cui un silenzio loquace ed espressivo e la preziosa virtù di prendere “La forma dell’acqua”, di adattarsi con flessibilità e flessuosità al loro ambiente senza modificarlo.  E qui arrivano delle piccole epifanie: il bellissimo e pluripremiato film di Guillermo del Toro e i  I pesci che non chiudono gli occhi” di Erri de Luca.

Tutte queste suggestioni sono evocate dai racconti di Mira pescatore di perle, della sirena, del narratore anonimo che tira le fila e mette insieme le storie. Magia pura che Karen Blixen modella e trasmette in veste di destino capriccioso.

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John William Waterhouse A Mermaid

“Noi pesci riposiamo tranquilli, sorretti da ogni lato, in un elemento che sempre, in modo preciso ed infallibile, riesce a pareggiarsi. Un elemento che, si può ben dirlo, prende il posto della nostra stessa esistenza persona le, dato che, senza badare alla nostra forma individuale, o al fatto che noi si sia pesci piatti o pesci rotondi, il nostro peso e il nostro corpo sono calcolati secondo la quantità di materia circostante che spostiamo. La nostra esperienza ci ha provato, come un giorno te lo proverà la tua, che si galleggia benissimo senza speranza, anzi che si galleggia meglio quando non l’avremo. Di conseguenza, poi, la nostra fede stabilisce che per noi ogni speranza è lasciata. Non corriamo rischi[…]L’uomo, infine, è preoccupato dall’idea del tempo, e mette a repentaglio il proprio equilibrio vagando incessantemente tra il passato e l’avvenire. Gli abitanti d’un mondo liquido hanno unito il passato e l’avvenire nella massima: Après nous le déluge.”p.71


Tempeste 

Incipit

“C’era un vecchio attore e capocomico che si chiamava Herr Soerensen. Da giovane aveva recitato nei teatri di Copennaghen:era arrivato perfino a fare la parte di Aristofane nella tragedia Socrate di Adam Oehlenschlaeger selle tavole del Teatro reale. Ma era uomo di carattere prepotente e indipendente, e pretendeva di creare e controllare il mondo che lo circondava.”

Malli, la ragazza del mare, è figlia di un affascinante marinaio scozzese che conquista una giovin pulzella del luogo, dona amore e illusioni a piene mani, diventa padre e, riparata la nave su cui aveva fatto naufragio nel piccolo paese sui fiordi, scompare per sempre abbandonando Malli e sua madre al loro destino. Madre e figlia proseguono coraggiosamente la loro vita in una sorta di simbiosi autosufficiente, nutrita di sogni e rimpianti.

Siamo in compagnia di gente di mare e di teatro. Mr Sorensen decide di rappresentare La Tempesta di William Shakespeare per ringraziare Dio del successo ottenuto con le precedenti rappresentazioni. Si mette dunque alla ricerca degli attori e si imbatte in uno splendido Ariel. Malli è una creatura teatrale e il ruolo di Ariel sembra scritto per lei.

Quali sono le vere Tempeste?


John William Waterhouse- Miranda-The Tempest -“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.” (Prospero: atto IV, scena I.)

Il gioco di sovrapposizione tra realtà e finzione è talmente forte che determina il destino dei protagonisti.  Si narra che a seguito di una devastante tempesta una delle navi più grandi e veloci del vecchio e ricco armatore norvegese ha  rischiato di infrangersi contro le rocce aguzze del fiordo.

Si narra anche che a salvarla dalla distruzione fosse stata una giovane e coraggiosa ragazza che con la sola presenza  avesse aiutato i marinai, e tra questi il mitico Ferdinand, a portare la nave in salvo nel porto della città. Tutto il paese tributa omaggi e amore per questa fragile, coraggiosa ragazza.

Il suo destino è segnato dalla sua audacia, viene accolta infatti nella ricca dimora degli armatori, inizia una storia d’amore con il figlio del proprietario e si avvia felice verso il matrimonio, abbandonando il palcoscenico. La favola rosa sta per realizzarsi, ma il capriccioso destino butta una carta sul tavolo da gioco…

Poesie e lettere d’amore

La poesia di Malli per Arndt, il promesso sposo :

T’ho reso povero, dolce mio cuore.

Ti sono lontana quando siamo vicini.

T’ho reso ricco, cuore mio caro.

Ti son vicina quando siamo divisi. p.146

 Intense atmosfere Elisabettiane che richiamano Marlowe e la sua incalzante ultima ora di Faust.

“…pensavo che la tempesta fosse quella della commedia. Ora […] e penso che sarà bello e superbo lasciare che il battito dell’onda copra il battito del cuore”

“Adesso starò qua ferma e aspetterò un’ora prima di chiudere questa lettera. Così ho un’ora di più in cui non t’ho svelato nulla, e in cui nulla è finito tra te e me. E io sono soltanto il tuo amore, colei che deve sposarsi con te.”p. 148


  La storia immortale 

Incipit

“Attorno al 1860 viveva a Canton un commerciante di tè straordinariamente ricco, il signor Clay. Era un vecchio di alta statura, asciutto e chiuso. Aveva una splendida casa e una stupenda carrozza a cavalli. Troneggiava nell’una e nell’altra, eretto, silenzioso e solo.”

Andiamo con la fantasia in Cina, con un grande mercante francese che per un dissesto finanziario di cui torneremo a parlare, perde tutto,  compresa la magnifica villa dove passeggiano sontuosi i pavoni e dove ora vive il signor Clay.

Scamardistudio-Il pavone nell’orto

Blixen cesella i protagonisti di questo racconto con rotondità, precisione ed efficacia. Magistrale. Il signor Clay, straricco infelice uomo, Elishama commesso tuttofare-ebreo errante, lettore di libri mastri come ninna nanna per il signor Clay; Virginie gran dama innamorata e vendicatrice, Povl-Paolo marinaio innamorato, bello biondo e forte come un orso.

Elishama è il catalizzatore della storia, colui che, come un filo di seta, va da un capo all’altro della tela mettendo insieme i punti di intreccio. Sin da bambino si porta al collo un pezzettino di carta che in Polonia un vecchissimo uomo gli donò conservato in un sacchetto rosso. A Londra incontra un Italiano che gli insegna a leggere e a scrivere, ma non a decifrare quel pezzettino di carta, che apprende essere in ebraico antico. Per saper cosa dica, paga l’uomo del banco di pegni che gli trascrive anche la traduzione in inglese.

Ognuno ha una sua storia da raccontare, ma le storie devono rimanere storie? O si può trasferirle nella realtà? E cosa nasce prima: la storia o la realtà?

Il racconto continua con la lettura della profezia di Isaia scritta sul prezioso fogliettino. Il signor Clay ne è affascinato  e decide di raccontare anche lui la sua storia, vera e dunque degna di essere raccontata. È la storia di un marinaio che inciampa in un’offerta irrinunciabile da parte di un vecchio e ricco signore: 5 ghinee d’oro per fare una certa cosa…

Elishama informa il  prescelto spiegandogli l’arcano. E da qui la storia prende una piega inaspettata.

“Era una notte d’Aprile, l’aria era calda e dolce, e già innumerevoli pipistrelli sfrecciavano silenziosi avanti e indietro. I cespugli di oleandro del giardino del signor Clay sembravano incolori al chiaro di luna, le ruote della sua Vittoria cigolavano piano piano sulla ghiaia del viale”p.187

Ora è il turno di Paolo e Virginie, marionette incerte nelle mani di Clay, Elishama e del solito destino capriccioso. Raccontano la loro storia e noi li seguiamo affascinati e felici di ascoltarli.

Ritroviamo suggestioni antiche su isole deserte (Robinson, Utopia, l’Isola del tesoro) e tempeste (Shakespeare) e vite avventurose, e sfarzo nei palazzi nobiliari di Francia e monete d’oro magiche, e sogni   da realizzare e amori proibiti e travolgenti..

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L’appello ai sensi ci ammalia, ci lasciamo suggestionare dai suoni dell’isola p.298, dalla voce del mare nelle conchiglie rare di Paolo p.220, dai gemiti e dalle parole d’amore dei due amanti, giovani e vecchi nello stesso tempo, dai fruscii degli abiti di Virginie che scivolano sulla sua morbida pelle.     

Quanta poesia in questo racconto! Dalla prima all’ultima parola ti trasporta in un mondo di fiaba, con Elishama che ci accompagna verso la conclusione, senza anticipare nulla, ma lasciandoci soli a scoprire come va a finire la relazione tra burattinaio e burattini:

ritaglio Blixen


 L’anello 

Incipit

“In una mattina d’estate di centocinquant’anni fa, un giovane gentiluomo di campagna Danese e sua moglie andarono a fare una passeggiata sulla loro terra. Erano sposati da una settimana. Il loro matrimonio non era stato facile, ché la famiglia della sposa era superiore per lignaggio e per ricchezza…”

   anello

E la storia va avanti nel loro personale Paradiso Terrestre, tra “scherzi e scherni, colazioni e pranzi, cani, mietiture e pecore” fino al momento in cui un anello viene sfilato dal delicato dito della bella Lovisa, detta Isa dal marito Sigismondo. Cosa accade poi, a voi scoprirlo.

Con questo breve racconto denso di significato, simboli e suggestioni, con tanto di giardino segreto si chiude la splendida raccolta dei racconti di Karen Blixen Una lettura piena di poesia, sapienza narrativa, richiami alla grande letteratura, che ha riempito Aprile dei toni profondi e affascinanti di una grande scrittrice.

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Un salto al cinema

“La mia Africa” di Sidney Pollack 1986, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Karen Blixen.

LA MIA AFRICA

 

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Un pensiero riguardo “K. Blixen-CAPRICCI DEL DESTINO, dal Pranzo di Babette a L’Anello. Quando l’Uomo propone e il Destino dispone.

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