
A caldo e nella pienezza delle emozioni accumulatesi durante la lettura, comincio a scrivere di questo romanzo. La pagina dei ringraziamenti mi aiuta a rispondere alla domanda che mi ero posta nel corso degli eventi narrati. Verità o finzione? Di fatto Treno 8017 è una storia che si appoggia, delicatamente, su un incidente realmente accaduto e su una documentazione autentica.
Torino, giugno 1946. Nell’Italia liberata è tempo di postume vendette. Adelmo Baudino è un ex ispettore della polizia ferroviaria, di mezza età, partigiano. L’epurazione che ha risparmiato colleghi ben più compromessi di lui, lo ha colpito per pura stupidità burocratica. Ma quando muore l’unico pronto a testimoniare a suo favore, capisce che qualcosa non funziona e inizia a indagare. L’indagine che segue, per ottenere un titolo di merito che lo riabiliti, lo porta su una scia di sangue che da Torino attraversa la penisola.(descrizione IBS )
Precisa, dettagliata, realistica e tragica in questo suo realismo, la narrazione ha un bel ritmo, sostenuto da personaggi efficaci, umani e vitali che, guidati dalle loro passioni private e pubbliche, si muovono in un periodo della storia recente del nostro paese, che esercita un’attrazione particolare sui lettori.
Adelmo Baudino, il protagonista, viene rappresentato come una persona dotata di
grande intelligenza emotiva. Scopre, un passetto alla volta le connessioni tra gli eventi, fino alla deduzione finale. Magistrale. Ho davanti agli occhi la spilla da balia che sostiene la manica floscia. Un’epifania suscitata da questo piccolo oggetto brillante, stilisticamente bello, e molto utile…
Baudino è un uomo che ha provato e prova amore e pietà,
che si lascia guidare dal suo orgoglio e dalla sua dignità. La sua immagine prende corpo e si materializza nella mia mente con le fattezze decise e belle del Ferroviere-Pietro Germi e quelle un po’ malinconiche, dolci, forse a tratti decadenti e rassegnate di Erri de Luca a passeggio nel “Ventre di Napoli”, sopra e sotto la superficie.
E quest’ultimo contesto, in cui agiscono uomini senza scrupoli, faccendieri, politicanti e conquistatori, mi riporta ai nostri giorni e al Festival del Cinema di Venezia 2013 dove si proietta la versione restaurata del meraviglioso Le Mani sulla Città di Francesco Rosi. Bello questo viaggio da Nord a Sud, nell’immediato dopoguerra, in un momento di ricostruzione del paese.
Riconosco tanti luoghi e tante sensibilità che ho scoperto nel mio viaggio attraverso l’Italia, sebbene in tempi e circostanze meno problematici. Non riesco a non leggere questo tipo di storie senza farmi trascinare dal mondo della mia esperienza personale e di cittadina di un paese in continua costruzione.
La lettura è stata molto piacevole, veloce e coinvolgente. Questo romanzo mi apre una finestra sulla scrittura di Perissinotto, che continuerò ad esplorare.
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