L’appuntamento settimanale di Vladimiro con i Grandi Romanzi Storici è irrinunciabile.
L’uomo parte sulla sua Vespa, felice e con le ali ai “piedi”. Quando torna comunica esultante: “È lui, è quello che aspettavo!” e si ri-tuffa nella lettura.
Manda giù a ritmo frenetico: Il Falco di Svevia di Bordhin, Carthago di Forte, Cesare di McCullough, L’Assiro di Guild, Il Centurione di Augusto di Cervo…
Ogni tanto sente il bisogno di leggere qualche riga ad alta voce a chiunque si trovi accanto a lui, per condividere la caratterizzazione efficace, le scelte lessicali, gli eventi storici “romanzati”.
Quando finisce una storia il suo viso mostra una soddisfazione profonda, a volte accompagnata da un “Bello, peccato che sia finito!”. Ma davvero basterebbe guardarlo in faccia per capire che gli è piaciuto molto o che, al contrario, qualcosa non lo ha soddisfatto.
In ogni caso, non vede l’ora di “addentare” il prossimo, che sfila dalla pila dei compagni in fiduciosa attesa di essere sfogliati e divorati.
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