Dopo ore di caldo infernale e di pioggia monsonica, oggi, in questa gloriosa giornata di fine Luglio, mi immergo nel Crocevia delle Tre Vedove di Georges Simenon.
Gradevole, veloce e ricco di personaggi che ormai ci sembra quasi di riconoscere al loro apparire sulla scena.
Personaggi
L’assicuratore Michonnet, il meccanico Oscar, la bella e intrigante nordica Else, tenuta sottochiave da Carl-dal-monocolo-nero, strambo gentiluomo Danese, Guido Ferrari, l’Italiano “hai tutta l’aria del sicario…” (questa caratterizzazione mi piace poco. Stereotipi), mogli scialbe e complici, mariti maschilisti, ma deboli e pericolosi. Poliziotti sempre efficienti, ma spesso beffati da astute avventuriere.
Setting
La suggestiva ambientazione è un crocevia fuori dai circuiti cittadini, con tre case in croce, all’interno e intorno alle quali accade di tutto. Tende che si muovono furtive, occhi che spiano e morti ammazzati.
Tanti spari riempiono l’aria e sembra di assistere a un film poliziesco americano dove poliziotti e criminali si affrontano a colpi di pistola e fucile. bum, bum, bum…
Non manca il brillio dei tagli di sole tra polvere e finestre chiuse e, soprattutto gioielli e diamanti.
Non ritrovo in questa storia la sapienza psicologica di Maigret nello svelare, poco a poco, non solo i contorni del delitto, ma quelli delle personalità coinvolte. Trovo invece un Maigret reattivo più del solito di fronte alle provocazioni e alle seduzioni…
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