«La mia aspirazione più forte era il teatro, ma i parenti avevano altre idee»

ritrovo in queste parole l’atmosfera di Conversazione in Sicilia in cui Elio Vittorini da vita e passione alla casa cantoniera e alla passione paterna per il teatro. Qui il punto di vista è di Iole, di una donna che avrebbe voluto realizzarsi in tutt’altro modo, ma la vita è così…Se la sorella di Shakespeare…

Donne della realtà

di Iole Vittorini*

Mio padre era intanto diventato direttore artistico del dopolavoro ferroviario, con l’incarico di formare una filodrammatica. Era l’8 ottobre del 1927 ed Elio era sposato con Rosina dal 10 settembre.

La sede si trovava in piazza S. Lucia, nell’omonimo quartiere dove sorge la chiesa romanica della santa.

Il dopolavoro era fornito di un confortevole Caffè e da una sala da gioco. Il teatro, un vecchio cinema inutilizzato, godeva di una vasta platea e di comodi camerini.

Assunta con molto piacere la carica di direttore artistico, mio padre s’immerse nella organizzazione della filodrammatica, lavorando intensamente alla scelta dei testi che si dovevano rappresentare

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