Ma che Londra è mai questa?

 London Riots 2011

Woolwich fa parte della  Constituency di Greenwich & Woolwich e  si trova nell’area Sud-Est della Greater London.  Per ragioni familiari frequento questa area  da circa dieci anni durante i quali  ho visto crescere la cittadina. Ho visto la High Street trasformarsi lentamente in una zona commerciale vissuta e curata.

Ho visto anche gli angoli “bui” di questo suburb inquieto: i centri per l’impiego con lunghe code di disoccupati, per la maggior parte neri, in cerca di lavoro.  Ho visto anche  lunghe code davanti  agli sportelli delle banche, ben visibili e accessibili dalla strada. Ho  verificato  i miei pregiudizi e le mie effettive conoscenze della città e del Regno Unito  nel suo insieme. 

Molte le single mothers, accompagnate da giovani nonne e da pargoletti al seguito. I padri? Chi sono costoro? Spesso  partner di una serata al pub e poi via nel nulla…Quello  delle madri  singole  adolescenti, quasi sempre bianche, è un problema antico in Inghilterra. In molte scuole si affronta il problema  con l’ educazione preventiva per evitare gravidanze non volute e l’assistenza successiva, aiutando  le madri  a prendere un titolo di studio professionale e a inserirsi nel mondo del lavoro. Il più delle volte però, le giovani mamme “sole” rivevono un   sussidio   dallo Stato, e con questo  vivono e mantengono un’intera famiglia, spesso allargata ai genitori.

 A  Woolwich vive una popolazione in altri tempi definita di sottoproletariato urbano. Giovani e vecchi, bianchi e disoccupati, con problemi di alcolismo e di abbandono sociale. A Woolwich vivono anche  comunità di varia provenienza etnica. Tutti, a diversi livelli e nonostante tutto, credono  nel Sistema. E tuttavia, in questi tempi di  crisi e recessione, il lavoro diventa sempre più una chimera; lo studio non è più un’opportunità per tutti, tagli e aumenti delle tasse hanno prodotto insoddisfazione e mancanza di prospettive. Le famiglie sono sempre più problematiche. I vari fattori  vivono a Woolwich, come in molte  altre aree londinesi, in un eqiuilibrio molto delicato.

Lunedì, questo equilibrio si è spezzato violentemente. Ma le avvisaglie c’erano tutte, già da qualche tempo, evidenti e trascurate: La crisi  del  credito (credit crunch) e il crollo delle banche, le dimostrazioni  contro i tagli all’istruzione, la perdita di credibilità e prestigio   della Polizia, dei politici e della Stampa “Libera” a seguito dello scandalo Murdoch. I Pilastri  che da sempre hanno garantito certezze intoccabili ai cittadini britannici, hanno cominciato a mostrare delle crepe profonde e il governo  di Cameron da l’impressione di agire sotto la spinta  del recupero forzato, a tutto campo.

Angoscia, delusione, rammarico  mi  lasciano muta  mentre guardo su Utube i video  dei riots.
 Sembra incredibile che in questo  spicchio d’Inghilterra, dove fino a Lunedì fervevano i preparativi per le Olimpiadi e si procedeva a ritmo  incalzante nel costruire case, allestire spazi sociali, costruire vie di trasporto  veloci ed efficienti, come la metropolitana di superficie,   subisca un tale stop, almeno psicologico, che quasi riporta la lancette dell’orologio indietro nel tempo.

 Mi colpisce il fuoco. Incendi terribili, fiamme alte. Bruciano edifici simbolo della cittadina come il pub The Great Harry Wetherspoons che   si vede andare in fumo in un video amatoriale, lentamente e inesorabilmente e di  vigili del fuoco o forze dell’ordine neanche l’ombra. I tagli hanno colpito anche loro!

Impressionante il video sull’ attacco dei giovani  al piccolo  gruppo di poliziotti che indietreggiano, impauriti e inermi… nel centro di Woolwich.

E non sono  solo Black Riots, ci sono  “looters” bianchi  nei gruppi di rivoltosi,  tutti giovani disperati che assaltano  negozi non già di  alimentari, perché la fame li spinge a farlo, ma negozi di elettronica, di  abbigliamento e di alcolici. Non è un caso che Sainsbury, il grande supermercato del centro, non sia stato nemmeno sfiorato.

Sono stati particolarmente colpiti proprio  quei piccoli imprenditori  che stanno lavorando alacremente per migliorare se stessi, la propria vita e quella della comunità.  Sono  la parte attiva   della società che a Londra ha trovato terreno fertile per  realizzare i propri progetti.

Ma non ci si ferma, non ci si può fermare.  Si deve andare avanti  e gli Inglesi, vecchi e nuovi, lo sanno  e lo vogliono con convinzione, nonostante lo shock forte che stanno vivendo.

Si deve andare avanti e  senza “ronde”… Non sono i cittadini che devono garantire la sicurezza. Loro possono e devono essere prudenti e socialmente consapevoli, ma altra cosa è il mantenimento dell’ordine! Non si può delegare  a semplici cittadini, impreparati  e condizionati dalla paura, la tranquillità del paese. Si rischia di aggiungere violenza a violenza. Un esempio? A Eltham, vicino a Woolwich, una “ronda” di circa 200 residenti bianchi ha preso  d’assalto un autobus con dei giovani neri dentro. La polizia è dovuta intervenire per evitare  nuovi disordini…

Lasciamo lavorare la Polizia, mettiamola nelle condizioni di operare  efficacemente e correttamente, ma non  ricorriamo ai cannoni ad acqua, all’esercito,  ai manganelli e chi più ne ha più ne metta…Violenza porta violenza.

Torniamo  ai valori che hanno fatto grande l’Inghilterra e ne hanno fatto un punto di riferimento per tutto il mondo: Civiltà, Cultura, Rispetto del cittadino e delle Istituzioni.

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