Michela Murgia (Chakra) consiglia di leggere Cronache Marziane, di Ray Bradbury, romanzo distopico-catastrofista di grande fascino. Accolgo l’invito e mi faccio accompagnare dai protagonisti, Terrestri e Marziani, a spasso nel nuovo mondo per capire meglio, tramite le loro vite spaziali, quelle dei nostri contemporanei sul pianeta Terra.
La raccolta si compone di 28 racconti nati come storie autonome e tuttavia connesse da un filo conduttore che conferisce loro una coerenza e un’anima narrativa uniche. Nonostante queste “Cronache” siano molto “USA bound,” esse permettono al lettore di ritrovarsi nel dubbio, nella meraviglia, nella curiosità, nella delusione e nella solitudine cosmica che i viaggiatori dello spazio Americani sperimentano durante la loro vita su Marte.
Il lettore può inoltre riconoscere la brama di potere e la spinta colonialista del mondo moderno, che hanno portato all’invasione e alla distruzione di intere comunità “indigene”. E tuttavia, anche i terrestri sono costretti ad emigrare. Fuggono dalle macerie della distruzione atomica per cercare rifugio, asilo, opportunità in un’altra realtà.
Colpiscono le date degli eventi su Marte e sulla Terra: siamo alla fine del secondo millennio/inizio del terzo (1999-2026). Coincidenze stupefacenti se si pensa che la prima pubblicazione di Cronache Marziane risale al 1950 e la seconda, rivisitata dallo stesso Bradbury, agli anni ’70. Dalla Guerra Fredda post-bellica ai tormentati anni ’70, tra paure atomiche, giochi di potere, guerre e rivoluzioni epocali. Il presente?
“È come quando ero ragazzo» disse padre Peregrine. «Si sentiva parlare della guerra in Cina, di più guerre, anzi, ma nessuno ci credeva veramente. Erano troppo lontane, le guerre in Cina. E troppa gente moriva. Era impossibile. Anche quando lo vedevamo al cinema, non ci credevamo. Be’, ora è così di nuovo. La Terra è la Cina.”
Una vena di dolente malinconia attraversa tutti i racconti. Bradbury invia un messaggio forte alla nostra cara vecchia Terra, così verde, così bella e suggestiva agli occhi dei Nuovi Marziani Terrestri, giunti sul pianeta rosso per riprodurre un modello di civiltà antica, in via di estinzione a casa propria. La guerra distrugge tutto, uomini, ideali, felicità e condivisione. Ma l’essere umano è essere umano, in tutti i suoi pregi e difetti, e su Marte le vecchie pulsioni riemergono…
“Alle nove la Terra parve esplodere, incendiarsi, ardere furiosamente. La gente sulle verande alzò le mani al cielo, come a spegnere l’incendio. A mezzanotte, l’incendio era estinto. La Terra era ancora là, nel cielo.”
Alcune visioni marziane sono struggenti, alcune profetiche. Oggi si fa un gran parlare di robot intelligenti. Quelli marziani non sono fabbricati per provare dolore, sono condannati alla felicità.
“Papà non ci ha insegnato come si faccia a piangere, capisce?”
I nostri giornali sono pieni di articoli sul presente e sul futuro dei Robot. Invaderanno le nostre fabbriche (già ora lo fanno)? le nostre case? i nostri letti? Forse. Cronache Marziane ci mostra qualche spaccato di ciò che potrebbe essere il nostro futuro prossimo.
“La vita sulla Terra non s’è mai composta in qualcosa di veramente onesto e nobile. La scienza è corsa troppo avanti agli uomini, e troppo presto, e gli uomini si sono smarriti nel deserto meccanizzato come bambini che si passino di mano in mano congegni preziosi, che si balocchino con elicotteri e astronavi a razzo; dando rilievo agli aspetti meno degni, dando valore alle macchine anziché al modo di servirsi delle macchine.”
“Che cosa guardi con tanta forza, papà?» «Sto cercando la logica e il buonsenso terrestri, il buon governo, la pace e il senso di responsabilità, sempre terrestri.» «Tutte queste cose sono là, sulla Terra?» «No, non le ho trovate. Non ci sono più. Forse non torneranno più. E magari ci siamo illusi che un tempo vi siano state.» «Oh?»”
Frammenti sparsi
Musica su Marte Le note della solitudine: “That Old Gang of Mine.” tra i preferiti
I libri bruciati dal fuoco scaltro
“Gran Rogo… parlo di trent’anni fa, nel 1975.» «Ah» fece l’architetto con aria improvvisamente accorta. «Uno di quelli, eh?» «Sì, uno di quelli, signor Bigelow. E con lui Lovecraft, Hawthorne, Ambrose Bierce e i racconti del terrore, del fantastico e dell’orrore”
Ottobre perenne a Casa Usher…tracce di Poe e di eroine dell’animazione fiabesca
“La Casa Usher” disse il signor Stendahl con soddisfazione. «Studiata, costruita, comperata, pagata. Poe non ne sarebbe felice?”
“Osservi come regni sempre il crepuscolo, come sulla landa sia sempre ottobre, un ottobre nudo, sterile e desolato. Mi sono preso personalmente cura di alcuni particolari. Abbiamo sterminato ogni creatura: diecimila tonnellate di DDT. Non un solo serpentello, non un batrace o una mosca marziana sono rimasti vivi. E il crepuscolo perenne, signor Stendahl; le confesso che sono fiero della mia opera. Ci sono macchine segrete che nascondono la luce del sole. Tutto è sempre doverosamente “funereo”.»”
“Rapunzel, Rapunzel, gettami le tue belle chiome». E dall’alto una bellissima ragazza, affacciandosi alla finestra notturna, lasciò cadere gli splendidi capelli d’oro. Intrecciandosi e gonfiandosi, i capelli diventarono una scala su cui gli ospiti poterono arrampicarsi ridendo. Così entrarono in casa. Che illustri sociologi, che acuti psicologi! Che uomini politici importanti e profondi scienziati, quali neurologi straordinari! Tutti in fila sotto le pareti stillanti d’umidità.”
Umanità morente su Marte nella poesia di Sara Teasdale:
There Will Come Soft Rains
Cadrà dolce la pioggia e si diffonderà il profumo della terra,
le rondini voleranno in cerchio stridendo;
canteranno le rane negli stagni a notte alta,
e i pruni selvatici biancheggeranno tremuli;
i pettirossi si vestiranno di penne di fuoco,
fischiando le loro ariette sugli steccati;
e nessuno saprà della guerra, nessuno
si curerà infine quando tutto sarà compiuto,
né albero, né uccello
farà caso all’umanità morente;
e la stessa primavera, quando si leva all’alba
appena s’accorgerà che ce ne siamo andati.
L’orrore atomico e l’apocalisse
“La Terra non c’è più. I viaggi interplanetari non torneranno in auge per secoli, forse non torneranno più. Ma quel modo d’intendere e vivere la vita si è rivelato errato, e si è strangolato con le sue stesse mani. Voi siete giovani. Vi ripeterò tutte queste cose ogni giorno, finché non vi saranno entrate in testa”
“Erano Tim, Mike, Robert, la mamma, il papà. E i marziani rimasero a guardarli dal basso, per molto tempo, in silenzio, a guardarli dall’acqua che s’increspava lieve…”
Titoli
28 Avventure esistenziali e titoli “espansi”
Ogni racconto è un’avventura dell’anima e del cervello. E mi succede per la prima volta di ripercorrere sul Kindle i singoli racconti e di cedere alla tentazione di rileggerli tutti al volo. E pensare che sono passati solo due giorni dalla fine della lettura! Grande Bradbury!
Gennaio 1999. L’estate del razzo – “… Il razzo si ergeva nella fredda mattina invernale e creava l’estate a ogni respiro dei possenti ugelli di scarico. Il razzo faceva i climi, le stagioni, e l’estate fu per un breve istante sopra la Terra…”
Febbraio 1999. Ylla– Occhi d’oro, maschera, sogno e gelosia…api killer. Lacrime.Fine di un sogno
Agosto 1999. La notte estiva- Che canto è mai questo? “She walks in beauty, like the night Of cloudless climes and starry skies; And all that’s best of dark and bright Meet in her aspect and her eyes .G:Byron
Agosto 1999. I terrestri -il terracentrico capitano Williams: come mai lei parla un Inglese tanto perfetto?-“io non parlo, penso” disse la signora “Telepatia, Buongiorno!” “Siamo terrestri noi…I profeti dei nastri rossi (red tape- burocracy)
Marzo 2000. Il contribuente- il buon contribuente Mr Pritchard vuole lasciare la perduta terra per vivere su Marte. “Voltare le spalle a guerre, censura, potere, coscrizione obbligatoria, controllo governativo di questo e di quello…”
Aprile 2000. La Terza Spedizione– nella primavera Marziana…un’altra America ”ma guardi là! I gerani”. E riabbracciarono i loro cari.
Giugno 2001- “… And the moon be still as bright” Jeff Spender il pioniere.”erano scesi su di una immensa tomba. Qui una civiltà si era spenta” Morbillo killer. Torna la poesia di Byron…
I racconti continuano, tutti stupefacenti, ma io mi fermo qui con i frammenti e passo la mano ai lettori.
Agosto 2001. I coloni
Dicembre 2001. Il verde mattino
Febbraio 2002. Le locuste
Giugno 2002. L’immensità
Agosto 2002. Incontro di notte
Ottobre 2002. La spiaggia
Novembre 2002. Le sfere di fuoco
Febbraio 2003. Intermezzo
Aprile 2003. I musici
Giugno 2003. Su negli azzurri spazi
2004-05. L’imposizione dei nomi
Aprile 2005. Usher
Agosto 2005. I vecchi
Settembre 2005. Il marziano
Novembre 2005. La valigeria
Novembre 2005. Stagione morta
Novembre 2005. Tutti a guardare
Dicembre 2005. Le città silenti
Aprile 2026. I lunghi anni
Agosto 2026. Cadrà dolce la pioggia,
Ottobre 2026. La gita di un milione di anni
Un maestro
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