La trama in pillole
Durante l’estate del 1937 Simone Sauvelle, rimasta all’improvviso vedova, abbandona Parigi assieme ai figli, Irene e Dorian, e si trasferisce in un piccolo paese sulla costa per sfuggire agli ingenti debiti accumulati dal marito. Trova lavoro come governante per il facoltoso fabbricante di giocattoli Lazarus Jann in una gigantesca magione chiamata Cravenmoore, dove l’uomo vive con la moglie malata. Tutto sembra andare per il meglio… Lazarus si dimostra un uomo gradevole, tratta con riguardo Simone e i figli, a cui mostra gli strani esseri meccanici che ha creato – e che sembrano avere vita propria – mentre Irene si innamora di Ismael, il cugino di Hannah, la cuoca della casa. Ma eventi macabri e strane apparizioni sconvolgono l’armonia di Cravenmoore: spetterà a Irene e Ismael lottare contro un nemico invisibile e svelare l’oscuro segreto che avvolge la fabbrica dei giocattoli, un enigma che li trascinerà nella più emozionante delle avventure in un mondo labirintico di luci e ombre.(quarta di copertina)
Un tuffo nella storia.
Ho sempre pensato, sin dal primo momento che l’ho visto, che Mont St Michel fosse un posto magico! Originale, vero? L’impressione che mi ha lasciato, in quel breve viaggio di scoperta di qualche anno fa, l’ho ritrovata, in qualche forma, nel libro di Zafón.
Quel suo apparire e scomparire regolare, in mezzo alle acque per effetto della marea, da un senso di morte e rinascita continua. Luogo ideale per ambientare una storia come questa. Massimo Carloni (Thriller Magazine) precisa alcuni aspetti relativi al setting:
“Ambientata nel 1937 in un paesino di una Normandia un po’ fiabesca (Baia Azzurra, Baia Nera, Grotta dei Pipistrelli: uniche località riconoscibili sono, appena citate, la lontana La Rochelle, peraltro non normanna, e la più vicina Mont-Saint-Michel”
Le Luci di Settembre, dominato da tanta passione tormentata e da altrettanti sentimenti innocenti, esercita un fascino notevole sui lettori adolescenti, ma anche su quelli adulti e più smaliziati, con i suoi angeli demoniaci dagli occhi di gemma, con le storie d’ amore e di morte, con l’isola incantata e la gita al faro che non può non evocare Virgina Woolf e la sua To the Lighthouse. Con Ombre malefiche e inquietanti.
Il mondo magico e immaginifico dei giocattoli diventa il luogo dei mostri, degli incubi interiori. il Doppelganger che alberga in ciascuno di noi, regna sovrano in questo romanzo. C’è un giovane Dorian, inconsapevole bambino guidato da sentimenti innocenti, che richiama nel nome il Dorian Gray di Oscar Wilde, ben più tormentato e oscuro. Innocenza e colpa, amore adolescenziale e amore maturo, estremo.
Quanta “tradizione letteraria” in questo libro! Il fuoco che tutto avvolge, distrugge e purifica…Il mare, eterno fascinoso tema, solcato dalla barca a vela con un fantastico nocchiero, Ismael, che tutto governa, nonostante la giovane età; le grotte, mito millenario e gli uccelli notturni, mostri naturali. Tutti gli ingredienti creano una miscela dal gusto gradevole.
Nulla è come sembra
Lo pensa Julian, lo dice Lazarus con voce dolce e misteriosa. Riappare anche Parigi, città natale del bambino che ha sofferto nella sua infanzia, con la rievocazione di atmosfere alla Victor Hugo. Lazarus è cresciuto nel quartiere oscuro di Les Gobelins!
Libro per ragazzi affascinati da mostri di varia natura. Libro per adulti in lotta continua tra le varie anime del sé. Buona la tensione narrativa, specialmente nella rincorsa frenetica dei due innamorati, Irene e Dorian, da parte dell’angelo-demone, e l’attesa tragica, tra la vita e la morte: che la notte passi e la marea si ritiri. Eduardo con loro direbbe
“adda passà a’ nuttata!”
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