Avevo tredici 13 o 14 anni quando per la prima volta vidi in giro per casa i fumetti di Diabolik. Non ricordo bene chi li avesse portati, forse il fidanzato romano di mia sorella, che dalla capitale portava al paesello tutte le novità.
Quello che ricordo molto bene è il fascino che le storie di Diabolik, il ladro astuto e bello con gli occhi di ghiaccio e le identità intercambiabili, esercitavano su di me. Diabolik, primo eroe negativo, non perdeva mai. Quando doveva uccidere, e sembrava lo facesse in modo cinico e senza pentimento, usava spesso il coltello. Sì questo è un altro particolare che ricordo.
Poi c’era il bravo ispettore Ginko, il vero alter ego di Diabolik, che però arrivava sempre un momento dopo. E che dire poi delle bellissime, eleganti e intelligenti donne dei due? Magnifiche Eva Kant, la donna di Diabolik e la nobile Altea di Wallenberg, compagna di Ginko. Le storie? Non le ricordo molto bene. Rivedo solo lo sfavillio dei diamanti che Diabolik “collezionava”, il rombo di macchine potenti che si danno la caccia e l’affascinante gioco di luci e ombre del fumetto in bianco e nero.
Poi arrivò anche Kriminal, che era per me il terrore puro e che ho abbandonato immediatamente. Il gusto del proibito che portava con sé non mi catturava più di tanto.
Primavera 2017. Tempo di pulizie in soffitta! Dagli scatoloni polverosi che la affollano salta fuori un volumetto (collana Corriere della Sera-Gazzetta dello Sport) con alcuni racconti di Diabolik. Bevo con avidità immagini e parole e non posso fare altro che sorridere di tenerezza e di nostalgia per quelle mie antiche scoperte adolescenziali guidate dalla paura.
I personaggi sono belli proprio come me li ricordavo. I diamanti brillano proprio come me li ricordavo. Oggi però Le storie mi sembrano così fragili e così piatte, senza spessore narrativo. Ma è il genere che lo richiede anche se Diabolik è un “antieroe”.
L’idea di creare Diabolik venne a due donne, le sorelle Giussani, allora pensavo che il personaggio fosse stato creato da un uomo, come gli altri super eroi americani, o meglio non mi interessava più di tanto conoscerne l’autore.
“Diabolik, the first negative hero and ancestor of the future generations of noir comics, was published for the first time in November 1962. It was born thanks to the creative genius of two young ladies: Angela and Luciana Giussani…” Read more
Rimane comunque la forza del ricordo e delle connessioni di questo fumetto “proibito” con la vita, le speranze e le paure di un’adolescente degli anni 60. Questa ri-lettura del terzo millennio mi ha provocato un gran piacere.
Dicembre 2021- Arriva Diabolik ei Manetti Bros. Regia di Marco Manetti, Antonio Manetti 2021 con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastrandrea, Claudia Gerini, Vanessa Scalera. Non vedevo l’ora che uscisse! Una campagna pubblicitaria travolgente e martellante ha creato aspettative enormi, che di fatto sono andate deluse. Ho provato lo stesso senso di inadeguatezza che mi aveva causato ola trasposizione filmica di Tex Willer.
Al di là dei meriti indubbi dei registi e dei protagonisti, il film non mi è piaciuto. Credo di essere stata condizionata dal mio vissuto. Il fumetto trasgressivo e quasi proibito ha lasciato un segno indelebile che il film non è riuscito a scalfire, ma sono sicura che chi ha scoperto Diabolik tramite il film lo avrà sicuramente apprezzato.
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