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Heart of Gold, il titolo originale di questo breve e intenso romanzo di Catherine Dunne, introduce di fatto la protagonista, Miriam adolescente di Dublino, alla scoperta dei sapori della vita.

Famiglia complicata la sua, tre fratelli da accudire, una madre, sempre in ansia e sopraffatta dalla gestione familiare, che la vuole accanto per essere aiutata. Un padre che vuole invece “offrire” qualche spazio di crescita a sua figlia, spingendola ad uscire di casa e ad accettare un lavoro estivo presso un albergo di Athlone.

Proprio durante l’estate di lavoro Miriam incontra la vita vera: si infiamma per il suo primo sconvolgente amore, Tony e conosce Marie-Therese, colei che diventerà la sua amica del cuore e il suo passaporto per la libertà e la fantasia.

Marie-Therèse-La Grande Amica e Miriam-Cuore d’Oro entrano in contatto in un rapporto quasi “simbiotico” e magico.

Ma la vita non è fatta solo di voli, ci sono anche cadute spesso rovinose e abbandoni feroci, che ci aspettano inesorabili. Miriam non sfugge a questa legge, ma impara la dura lezione.

  Diversi gli spunti interessanti in questo agile romanzo di Dunne: la musica Irlandese e quella di Neil Young (Heart of Gold fa parte dell’album Harvest), i pub, il danaro, la prima birra, la prima sigaretta, il lavoro, il ruolo della donna, i giovani e i vecchi. Le meraviglie e le tristezze della splendida Irlanda.

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Quando penso allo sguardo non sempre benevolo che i giovani rivolgono agli anziani turisti ospiti dell’albergo sul mare dove lavora Miriam, provo tenerezza per i vecchi, per la loro vita, i loro interessi, i loro corpi fragili e le loro menti, talora argute talora un po’ perse. Penso alle loro generose mance, (queste sì molto apprezzate dai giovani lavoratori!) e alla voglia di vivere che trasferiscono nei gesti routinari della loro vacanza al mare.

Immediato affiora il ricordo di  The Diaries of Jane Somers (il Diario di Jane Somers) di Doris Lessing sulla intensa e disturbante amicizia tra Janna, sofisticata vedova cinquantenne e Maudie Fowler, novantenne scorbutica nel suo mondo off-off, tutto da scoprire.

E penso ancora a Janna, questa volta vicino ai sessanta, innamorata del suo coetaneo americano Richard, in If The Old Could, (Se gioventù sapesse nella versione Italiana) sempre di Doris Lessing:

“…Sotto il sole di una bella estate londinese Janna e Richard esplorano le strade e i parchi della città, i sobborghi, i verdi dintorni, dimentichi dei propri impegni, spensierati perché hanno deciso di non dirsi nulla della loro vita: Scelgono di passare insieme un week-end, ma quando si ritrovano soli fra quattro pareti un inevitabile pudore, un senso di disagio, la consapevolezza dei propri corpi sfioriti impediscono loro qualsiasi contatto fisico…” (quarta di copertina-Se gioventù sapesse)

Alcune scrittrici riescono a descrivere lo scorrere del tempo e la percezione dello stesso nelle relazioni interpersonali in modo indimenticabile.

 Miriam mi fa pensare anche a Eveline di James Joyce. Entrambe irlandesi, entrambe adolescenti si affacciano curiose e timorose alla porta della vita. Eveline vorrebbe fuggire in Argentina con il suo amore marinaio, Frank, ma i vincoli familiari, una promessa ineludibile fatta alla madre in punto di morte e un padre “invadente” la paralizzano.

Miriam fa la sua fuga con la grande, unica amica Marie-Therese e con lei vive intensamente il breve tempo che hanno la possibilità di trascorrere insieme. (novelle Thelma e Louise in salsa adolescenziale?)Ma delusa dagli eventi e dalle persone e spinta da tragici avvenimenti familiari torna a casa, da un padre che avrebbe voluto vederla libera e realizzata e che invece se la ritrova accanto, amorevole, nella cura della famiglia.

Ormai sola e senza più obblighi morali e materiali verso i suoi, Miriam si riprende la sua vita personale e anche una piccola rivincita quando, ormai cinquantacinquenne, in modo alquanto sorprendente, incontra di nuovo l’amore. Dunne fa ricorso ad una conclusione ironicamente amara dove  la vita, ancora una volta, conferma le sue regole.

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La Grande Amica contiene tutti gli ingredienti per piacere anche gli studenti, di un liceo linguistico per esempio, dove la lettura di romanzi in lingua Inglese è di casa. È scritto in modo semplice ed efficace; parla d’amore, di amicizia totale e stravolgente, di fughe avventurose, di mare, sole, vacanze e musica, di conflitti familiari, di viaggi, di lavoro estivo, dell’euforia dei primi soldi guadagnati. E fa la sua comparsa anche la vecchia 500 con la “doppietta” e la musica “a palla”.

Neil Young

Heart of Gold, 1972

I want to live,
I want to give
I’ve been a miner
for a heart of gold.
It’s these expressions
I never give
That keep me searching
for a heart of gold
And I’m getting old.
Keeps me searching
for a heart of gold
And I’m getting old.

I’ve been to Hollywood
I’ve been to Redwood
I crossed the ocean
for a heart of gold

I’ve been in my mind,
it’s such a fine line
That keeps me searching
for a heart of gold
And I’m getting old.
Keeps me searching
for a heart of gold
And I’m getting old.

Keep me searching
for a heart of gold
You keep me searching
for a heart of gold
And I’m getting old.
I’ve been a miner
for a heart of gold.